Il nuovo Testo unico forestale è stato approvato
Legambiente: «La sfida è garantire la sostenibilità degli ecosistemi forestali italiani e il loro ruolo strategico»
[16 Marzo 2018]
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Testo unico forestale, un testo che «provvede al riordino complessivo della normativa in materia di foreste e filiere forestali, in coerenza con la strategia nazionale definita dal Programma quadro per il settore forestale, la normativa europea e gli impegni assunti in sede europea e internazionale in materia forestale, di agricoltura, ambiente, paesaggio, commercio e sviluppo rurale».
Si tratta di un testo che ha prestato il fianco a numerose critiche nella sua versione preliminare – docenti e ricercatori hanno redatto un appello nelle scorse settimane per invitare a non approvare il decreto –, ma ha raccolto anche aperture (nel caso dell’Accademia dei Georgofili, ad esempio) e posizioni interlocutorie, come quella di Legambiente.
A testo approvato, Legambiente dichiara oggi che il provvedimento rappresenta un primo passo importante per sviluppare una politica nazionale efficace e coordinata del patrimonio boschivo e fornire alle Regioni un indirizzo e un quadro di riferimento chiari.
«Il Testo unico forestale – commenta Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente – che non mette in discussione gli attuali livelli di tutela ambientale e paesaggistica, riconosce il patrimonio forestale nazionale, che ammonta a 11,8milioni di ettari pari al 39% del territorio nazionale, come parte del capitale naturale nazionale e come bene di interesse pubblico, e al contempo promuove la gestione forestale sostenibile del nostro patrimonio forestale che garantisce una gestione del bosco che consente sia un suo utilizzo produttivo che il mantenimento della biodiversità. Ora, molto dipenderà dal modo in cui saranno scritti i decreti attuativi e da come questi garantiranno che le norme regionali siano coerenti con la prospettiva indicata dal Testo».
Boschi e foreste sono infatti una materia in cui le competenze dello Stato in materia esclusiva di tutela dell’ambiente devono contemperare quelle in capo alle Regioni e alle province autonome per quanto riguarda la pianificazione e la programmazione e la gestione.
«La sfida – prosegue Nicoletti – è garantire la sostenibilità degli ecosistemi forestali italiani e il loro ruolo strategico per quanto riguarda il clima, la biodiversità, la manutenzione e la sicurezza idrogeologica del territorio. È una partita che va giocata seguendo con attenzione la stesura e l’approvazione dei decreti attuativi che saranno frutto della concertazione tra Stato e Regioni, prendendo in considerazione anche i dubbi sollevati dagli interlocutori finora esclusi dalla redazione del testo per migliorare la proposta».
Legambiente ritiene inoltre che attraverso il provvedimento si intende promuovere l’economia montana e lo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali, e favorire un razionale utilizzo del suolo, attraverso il recupero produttivo delle proprietà frammentate e dei terreni incolti o abbandonati attraverso il sostegno di forme di gestione associata delle proprietà forestali, tenendo anche conto che il 32,4 % dei boschi è di proprietà del demanio Statale, regionale o comunale.