Pensare sostenibile, una bella impresa
La storia della sostenibilità e le testimonianze di coloro che hanno realizzato progetti concreti
Offrire a chi guida le imprese, ai tanti imprenditori italiani e ai giovani che desiderano diventarlo, un piccolo contributo di conoscenza e incoraggiamento per superare i propri confini personali e professionali e per guardare insieme al grande progetto imprenditoriale cui tutti noi umani siamo chiamati a partecipare: pensare sostenibile per realizzare il futuro che vogliamo. È con questo obiettivo che nasce Pensare Sostenibile (Egea, 2018), per promuovere un’idea di imprenditoria sana e in grado di divenire motore del benessere sociale.
“Essere sostenibili vuol dire essere innovativi e più efficienti nel trasformare le sfide in opportunità. Sostenibilità implica creazione di valore condiviso, un valore di cui beneficia l’impresa insieme a tutti gli stakeholder. Fino a poco tempo fa il futuro del nostro pianeta e dell’umanità stessa sembrava non essere un problema dei singoli imprenditori, di manager o di cittadini comuni ma solo delle istituzioni e della politica nazionale e internazionale. Oggi invece non possiamo ignorare quello che gli eventi e la scienza ci dimostrano ogni giorno”. A partire da questa premessa, il libro ripercorre l’evoluzione del concetto di sostenibilità, concentrando progressivamente lo sguardo da una scala planetaria all’Europa, all’Italia.
La declinazione di questi principi dalla dimensione del dire a quella del fare dà voce, in ciascuna delle tre parti del libro, ad alcuni nomi di spicco, alla passione e all’emozione di chi nelle imprese ha pensato e realizzato progetti concreti, impegnandosi in prima persona, mettendoci energia e tempo, e coinvolgendo i propri collaboratori e i diversi attori sul territorio. Innanzitutto i “pionieri”, che nel nostro Paese, in ambiti anche molto diversi, hanno orientato la loro vita professionale e i loro studi ai temi della sostenibilità, creando quel mindset secondo cui l’economia e l’impresa devono essere per definizione sostenibili, altrimenti non hanno futuro.
Quindi gli “intraprendenti”, uomini e donne, manager e imprenditori le cui storie testimoniano quanto ricco, innovativo e articolato sia il patrimonio imprenditoriale italiano, e quanto vi sia già fortemente radicata una cultura della responsabilità di lungo respiro. Infine i “catalizzatori”, ovvero coloro che, giocando un ruolo propulsore, possono accelerare il processo di cambiamento in parte già in atto, con lo scopo di raggiungere la massa critica necessaria a innescare la “rivoluzione sostenibile”. “Spero che le testimonianze raccolte in questo libro possano innescare un processo di cambiamento attraverso l’«osmosi positiva», e quel «jumping together» che porta in sé una carica di speranza per un cambiamento autentico, deciso e di lungo respiro”, conclude l’autrice.