Summit Trump – Kim: accordo per la denuclearizzazione della Penisola Coreana
Kim non è più un pazzo sanguinario, Trump: «Ha un eccellente carattere ed è molto intelligente»
[12 Giugno 2018]
Kim Jong Un, il leader supremo della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), e Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, si sono incontrati oggi a Singapore per lo storico summit che dovrebbe cambiare radicalmente le relazioni bilaterali tra due Paesi che, teoricamente, sono ancora in guerra.
Kim, succeduto a suo padre e a suo nonno nel 2011 alla guida del regime dinastico nazional-stalinista della Corea del Nord, fino ad ora aveva – da leader supremo – effettuato solo tre viaggi all’estero: due in Cina per concordare la strategia dell’accordo con gli Usa con il suo maggiore alleato, il presidente cinese Xi Jinping, una appena oltre il confine del villaggio transfrontaliero di Panmunjeom per incontrare il presidente della Cora del sud Moon Jae-in, il vero artefice di questa svolta.
Dopo essersi stretti la mano, Kim e Trump hanno avuto un tête à tête di 40 minuti – definito da Trump «Molto, molto buono» – all’hotel Capella, sull’isola di Sentosa, poi hanno dato il via al summit e alla colazione di lavoro con i loro entourage.
Come spiega l’agenzia ufficiale cinese Xinhua, «La riunione allargata ha riunito tre dei principali assistenti per la sicurezza e diplomatici di Kim e di Trump. Dalla parte della Rpdc erano presenti Kim Yong Chol e Ri Su Yong, due vice-presidenti del Comitato centrale del partito dei lavoratori di Corea (PTC) e il ministro degli esteri Ri Yong Ho. Il capo di gabinetto della Casa Bianca, il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il segretario di Stato Mike Pompeo accompagnavano il presidente Trump».
Le rispettive minacce di radere al suolo Washington o Pyongyan, la sfida a chi aveva il bottone nucleare più grosso, gli insulti tra Kim e Trump sembrano appartenere ormai a un lontano e dimenticato passato e tra il dittatore nordcoreano e il presidente della più potente democrazia del mondo sembra esserci una grande sintonia. «Lavorando insieme, ci occuperemo di tutto« ha detto Trump ormai dimentico di avere di fronte colui che poche settimane fa definiva un assassino sanguinario a capo di uno Stato canaglia. Poi Trump ha annunciato che insieme a Kim riusciranno a venire a capo di «Un grosso problema e di un grande dilemma».
Anche per Kim Trump non è più il vecchio pazzo capitalista che accusava di voler incenerire il mondo e di voler distruggere la Corea del nord: ora ha annunciato che «Coopererò con il presidente Trump per risolvere le sfide che si annunciano e per superare lo scetticismo e le speculazioni riguardanti il nostro summit».
Stringendo la mano a Kim, Trump gli ha detto. «E’ solo un nuovo inizio» e il dittatore nordcoreano gli ha risposto raggiante: «Non è stato facile arrivarci».
Il leader supremo della Rpdc – che è il vero vincitore di questo braccio di ferro nucleare che assicura la continuità del suo regime – ha detto che Trump e lui si sono trovati a Singapore «Dopo aver superato tutti gli ostacoli, come le vecchie pratiche e i pregiudizi che sono stati posti sul nostro cammino».
Trump, dimentico di tutte le offese e le parole di fuoco contro Kim e il suo regime dittatoriale, sembra aver trovato un nuovo amico, uno di quegli uomini forti e senza rivali che gli piacciono tanto, e ha detto che «Incontrare Kim in persona è stato un onore» e di essere convinto che con lui avrà «una relazione formidabile». Insomma, per Trump Kim Jong Un sembra più affidabile e sincero del «Disonesto» premier canadese Justin Trudeau e dei leader europei che ha sconfessato subito dopo l’inutile e farsesco G7 (o G6 -1) canadese.
Comunque, il summit di Singapore è davvero un grosso passo in avanti – realizzato soprattutto grazie all’operato dietro alle quinte di sudcoreani e cinesi – e se si arriverà alle denuclearizzazione della Penisola Coreana il mondo sarà certamente più sicuro.
Infatti Trump e Kim hanno firmato un documento comune che il presidente Usa ha definito «Molto importante e dettagliato», nel quale Usa e Rpdc si impegnano a lavorare a una denuclearizzazione della Penisola Coreana e Kim ha confermato la sua ferma intenzione di arrivare a «una denuclearizzazione completa nel quadro del documento firmato», mentre Trump si è impegnato a fornire garanzie sulla sicurezza della Corea del nord, cioè a non far niente contro il regime di Kim.
Il leader supremo nordcoreano ha assicurato che «La comunità internazionale vedrà dei grandi cambiamenti in seguito al summit tra Rpdc e Usa. E’ una riunione storica, abbiamo deciso di lasciarci il passato alle spalle e siamo pronti a firmare un accordo storico».
Il presidente Usa si è detto pronto a ricevere Kim alla Casa Bianca» e poi, nella conferenza stampa dopo il summit, si è lanciato un elogio del dittatore nordcoreano: «Ha un eccellente carattere ed è molto intelligente, è una buona combinazione… Un negoziatore molto degno e molto intelligente. Abbiamo passato un’eccellente giornate e appreso molte cose sui nostri Paesi. Ho appreso che è una persona molto competente e ho anche capito che ama molto il suo Paese».
E pensare che fino a poche settimane fa Kim era un pazzo sanguinario inaffidabile, un affamatore del suo popolo, un costruttore di Gulag che voleva lanciare i suoi missiletti su Corea del sud, Giappone, Guam e Usa e scatenare una guerra che avrebbe incenerito l’Asia e forse il mondo… Ora Trump ha dimenticato tutto e anche la dittatura nordcoreana sembra qualcosa di trascurabile: «Siamo molto fieri di quel che è successo oggi, penso che la nostra relazione con la Corea del nord e la Penisola Coreana si troverà in una situazione molto differente da come era in passato (…) Abbiamo sviluppato un legame molto speciale (,,,) ci occuperemo di un problema molto grande e molto pericoloso per il mondo».
Kim e il suo regime sono sdoganati e alla fine la riluttanza di Trump verso l’approccio diplomatico fortemente voluto da cinesi e sudcoreani si è trasformato in una nuova solida amicizia con il leader supremo nazional-comunista nordcoreano. Speriamo davvero che duri e che la Corea del nord si apra al mondo e alle riforme necessarie perché il suo popolo viva finalmente in pace e prosperità.