L’Aquarius, Salvini e la realtà: in Italia e in Europa arrivano meno migranti
In Italia nel 2018 calo del 78.61% degli arrivi di migranti via mare rispetto al 2017
[13 Giugno 2018]
Mentre il tribolato viaggio dell’Aquarius sembra giunto a una conclusione nel mare in tempesta delle accuse e contro-accuse, mentre Salvini (e Minniti) si intestano una diminuzione dell’arrivo dei migranti dovuta alla “linea dura” contro gli scafisti/ONG e/o l’Europa, l’International migration agency (Iom). l’Organismo Onu che si occupa di migranti, informa che «35.504 migranti e rifugiati sono entrati in Europa via mare fino a domenica 10 giugno 2018. Questo può essere confrontato con i 73.748 arrivi nella regione durante lo stesso periodo dell’anno scorso. Finora, in questo mese, sono stati registrati 2.746 arrivi in Italia, Grecia e Spagna, la maggior parte dei quali sono avvenuti in Spagna. I 14.330 migranti che sono stati registrati come arrivati via mare in Italia quest’anno rappresentano un 78.61% meno della percentuale dell’anno scorso, quando nello stesso periodo se ne registrarono 61.779».
L’invasione non c’è e la scorsa settimana sono stati salvati in mare più di 1.420 migranti, tra i quali i 630 dell’Aquarius che andranno in Spagna, mentre in Italia ne sono arrivati 790.
Il direttore generale dell’Iom, OIM William Lacy Swing, si è complimentato con il nuovo governo socialista spagnolo per la decisione di offrire un porto sicuro ai migranti dell’Aquarius: «Sono molto contento che la Spagna abbia compiuto un passo avanti per placare questa crisi, ma temo che si verificherà una tragedia più grande se gli Stati cominceranno a rifiutare i migranti salvati come hanno già anticipato». La critica, senza nominarlo, al nuovo ministro degli interni italiano Matteo Salvini e evidente: «Lasciare le persone soccorse in mare non scoraggerà gli altri migranti dal loro tentativo di raggiungere l’Europa e prima o poi sarà anche necessario salvarli».
La Iom è però convinta che tutti i Paesi membri dell’Ue «Debbano fare di più per dare appoggio agli Stati nei punti di ingresso», ma, rivolto al governo italiano, Swing ribadisce che «Trattenere una nave o più nel Mar Mediterraneo non è una risposta alle sfide migratorie per l’Europa. E’ necessario un approccio globale alla governance della migrazione, che dovrebbe combinare le opportunità per realizzare spostamenti sicuri e ordinati, una gestione delle frontiere che sia umana e la lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti. La nostra principale preoccupazione deve essere sempre quella di salvare vite. Dobbiamo trovare urgentemente il modo di autare questi migranti salvati e lavorare per metodo integrale che dia sostegno agli Stati e ai migranti in tutta Europa».
L’Iom insiste perché l’Ue riveda il regolamento di Dubino, che si basa sulla proposta del Parlamento europeo, e trovi un accordo nel Consiglio del ministri Ue per «Assicurare la solidarietà tra gli Stati membri, nel pieno rispetto delle disposizioni dei trattati». Che è quello che non fanno l’amico di Salviuni Orban e i suoi emuli di destra dell’Europa dell’est e che non fanno neanche la Francia di Macron e la Gran Bretagna della May.
Intanto in Libia, fiore all’occhiello della politica migratoria di Minniti che Salvini vuole proseguire, l’Iom sabato ha fornito assistenza a 262 migranti (196 uomini, 48 donne e 18 bambini) bloccati dalla Guardia costiera libica e che presentavano bruciature da combustibile e segni di torture, mentre diverse donne erano incinte. L’Iom fornisce aiuti anche ai migranti che si trovano nei terribili centri di detenzione libici, tra i quali molti dei 7.114 migranti che sono ritornati sulle coste libiche e che sono stati fatti prigionieri dalla Guardia Costiera.
A livello mondiale, il Missing Migrants Project dell’Iom ha registrato nei primi 5 mesi del 2018 la morte o la scomparsa di 1.417 migranti, 792 dei quali solo nel Mar Mediterraneo. Gli ultimi aggiornamenti dei dati Iom ci raccontano una realtà ormai ignorata dai telegiornali: «In Italia, i resti di un giovane migrante sono stati trovati su un camion sulla A 57 vicino a Venezia il 6 giugno. Le autorità credono che sia possibile che si sia nascosto nel camion in Grecia prima che si imbarcasse su un traghetto che si dirigeva in Italia».
Alla frontiera tra Grecia e Turchia, 5 persone sono morte e 11 sono state ferite in un incidente sull’autostrada Egnatia Odos, vicino a Kavala, in Grecia. Tre bambini irakeni, un uomo siriano e un altro la cui nazionalità non ha potuto essere confermata, sono morti l’8 giugno in un incidente. il 10 giugno un giovane afghano di 21 anni è morto nel porto di Patrasso mentre cercava di nascondersi in un camion per cercare di raggiungere l’Italia e in Francia un migrante è morto dopo essere stato investito sull’A 16 vicino a Grande-Synthe a Calais.
Il 7 giugno, nella contea di Maverick in Texas, al confine tra Usa e Messico sono stati trovati i resti di un messicano di 49 anni, morto per disidratazione subito dopo aver traversato la frontiera.
Storie di uomini, donne, giovani e bambini subito dimenticati, morti spesso senza un nome, corpi spesso mai ritrovati, esseri umani alla ricerca di salvezza e pace e che per trovarle sfidano la morte e le minacce di chi sbandiera ancora il pericolo di un’invasione che non c’è.