Intanto la polizia carica i lavoratori delle acciaierie di Terni
Commissariamento Ilva, svolta o gattopardismo? Vendola deluso per Bondi commissario
Airaudo: «Il problema siderurgia inizia a Taranto, ma coinvolge Piombino, Terni e altri stabilimenti»
[5 Giugno 2013]
Secondo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola «Il Commissariamento dell’Ilva, per come annunciato dal Governo, è un risultato importante, è il necessario punto di svolta che può consentire di avviare concretamente ed efficacemente il risanamento del grande siderurgico tarantino. Inquinatori, bonificatori, risanatori non possono essere tutti nello stesso mazzo. Per questo la nostra proposta dinanzi ai nuovi provvedimenti giudiziari è stata proprio quella del Commissariamento, una proposta suffragata dai giudizi del Garante e cresciuta nella consapevolezza collettiva dell’inaffidabilità della proprietà».
Proprio per questo secondo Vendola, «A maggior ragione lascia l’amaro in bocca la scelta, annunciata dalle agenzie di stampa, di nominare nel delicato ruolo di Commissario il Dott. Enrico Bondi che è attualmente Amministratore delegato dell’azienda nominato dalla famiglia Riva. Non portare alle estreme conseguenze la rottura col passato a me sembra una scelta di compromesso politico, sbagliata anche perché Taranto è oggi una città estenuata, vulnerabile, bisognosa di tornare a credere nello Stato. I parlamentari pugliesi che hanno disertato la riunione da me convocata hanno perso l’occasione per comprendere quanto fosse necessario alzare la bandiera di un vero e profondo cambiamento, di forma e di sostanza. Una possibile pagina di futuro viene scritta solo a metà perché c’è un passato assai pesante che impedisce alla politica di agire con maggiore coraggio. Sia consentito a me di dire tutta la mia delusione».
Sembra deluso anche il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza che oggi, a bocce ferme, dopo il primo giudizio positivo a caldo di ieri, dopo aver letto il decreto di commissariamento dell’Ilva pubblicato in gazzetta ufficiale in serata, assesta il tiro: «A parte la scelta del commissariamento dell’Ilva, che è l’unica possibilità che il territorio pugliese ha per essere risanato senza far chiudere la fabbrica, sono diverse le cose che non vanno in questo decreto. Nel decreto si prevede la costituzione di un comitato di 3 esperti scelti dal ministero dell’Ambiente per definire un piano di misure per la tutela ambientale e sanitaria che equivale alla modifica dell’Aia. Ci auguriamo che questi esperti svolgano anche la funzione di garanti rispetto agli interessi pubblici e che il piano di misure che dovranno definire non vada in nessuno modo ad annacquare quanto già previsto dall’Aia, ma piuttosto vada a migliorarla, riducendo ad esempio le tempistiche troppo dilatate previste per alcuni interventi, a maggior ragione ora che le risorse a disposizione del Commissario ci sono grazie al sequestro dei beni dei Riva operato dalla magistratura. Tra le altre misure da mettere in campo in questo nuovo piano è necessaria anche una riduzione della capacità produttiva autorizzata, senza la quale non sarà possibile ridurre l’inquinamento, salvaguardando l’occupazione e decidendo sulla base della valutazione del danno sanitario come richiesto dall’Arpa Puglia».
Coglisati Dezza affronta anche altere questioni poco chiare: «Tornando alle risorse da mettere in campo ieri il ministro Zanonato ha parlato di una cifra di 1,5 miliardi di euro per effettuare gli interventi previsti dalll’Aia e che non ha alcun senso. Non va fatto nessuno sconto all’Ilva. Ricordiamo al ministro, infatti, che nell’autunno scorso l’ex ministro dell’ambiente Corrado Clini aveva parlato di cifre molto più ingenti (almeno 4 miliardi di euro) e più rispondenti al vero. La restante parte rispetto agli 8 miliardi di euro sequestrati andrà utilizzata per bonificare suolo, sottosuolo, falde e aree marine inquinate dalle attività del polo siderurgico, e non è detto che bastino».
Per quanto riguarda la scelta di Bondi come Commissario, Francesco Tarantini presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto del Cigno Verde, concludono: «Temiamo che non garantisca la necessaria discontinuità rispetto al passato anche recente visto che è stato l’ultimo amministratore delegato dell’azienda scelto dalla Famiglia Riva. Siamo sicuri che affidare un incarico così delicato a chi è stato vicino ai Riva sia la scelta giusta? Bondi sarà in grado di garantire l’interesse generale e pubblico dell’Ilva? Chiediamo pertanto di affiancare al neo commissario un comitato per la trasparenza che veda coinvolti l’Arpa, la società civile, gli enti locali con poteri veri».
La tensione intanto sale in tutto il comparto siderurgico italiano. La polizia oggi ha caricato il corteo dei lavoratori della Tk-Ast di Terni e nel corso di tafferugli è rimasto ferito anche il sindaco della città umbra, Leopoldo Di Girolamo. I lavoratori, in sciopero per 4 ore per la delicata vertenza della vendita dell’acciaieria, hanno sfilato per le strade terminando sotto la prefettura. Il corteo si è poi diretto verso la stazione per occupare i binari. A quel punto è salita la tensione con le forze dell’ordine che presidiavano l’ingresso. La polizia ha respinto duramente gli operai e sono rimasti contusi un lavoratore e il sindaco che era arrivato per cercare di mediare.
La Fiom Cgil in un durissimo comunicato dice: «Quello delle forze di polizia, che hanno caricato la manifestazione dei lavoratori della Ast di Terni, è un comportamento inaccettabile ed incomprensibile per la violenza e per le modalità con cui è stato condotto. La città di Terni, la sua “classe operaia” sono stati storicamente luogo e soggetto di ferme quanto pacifiche lotte per l’occupazione e lo sviluppo. Non è pensabile che in una fase di grande incertezza sulle sorti dello stabilimento ternano non si possa contare sul necessario equilibrio delle forze dell’ordine nell’affrontare l’inevitabile tensione sociale che l’accompagna. Nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori e al sindaco della città, brutalmente assaliti, chiediamo al Governo al Ministero degli Interni di accertare modalità e responsabilità di quanto avvenuto e di riferire con la massima urgenza al Parlamento».
Secondo la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini «Appare gravissima l’azione messa in atto dalle forze di polizia che anziché’ farsi interpreti e comprendere il legittimo diritto a manifestare hanno reagito in maniera violenta, ferendo addirittura lo stesso sindaco della città di Terni Leopoldo di Girolamo cui va in questo momento tutta la mia affettuosa solidarietà, così’ come agli altri cittadini coinvolti. Come presidente della Regione chiederò formalmente al ministro degli interni, Angelino Alfano, di approfondire quanto avvenuto facendosi egli si interprete della difficile situazione economica e sociale che vive il Paese e anche la nostra regione. I lavoratori e le famiglie giustamente preoccupati del futuro delle proprie aziende e del proprio posto di lavoro non possono essere assolutamente trattati come un problema di ordine pubblico. Il Governo deve affrontare questi temi sul piano del dialogo e del confronto di fronte a questa grave emergenza economica e sociale».
Anche per il deputato di Sinistra Ecologia Libertà Giorgio Airaudo è «Gravissima e ingiustificata la carica della Polizia al corteo degli operai della Ast di Terni che manifestavano per la tutela del posto di lavoro e per il loro futuro. Al sindaco della città, Leopoldo di Girolamo va tutta la nostra solidarietà. In Italia esiste un problema siderurgia che inizia a Taranto, ma che coinvolge Piombino, Terni e altri stabilimenti nel nostro territorio e che vede i lavoratori e le lavoratrici mobilitarsi per chiedere un piano nazionale sulla siderurgia. Piano quanto mai necessario e urgente anche alla luce di quanto sta avvenendo a Taranto con l’Ilva. Sinistra Ecologia Libertà, chiede al Ministro dell’Interno Alfano di riferire al più presto in Parlamento su quanto avvenuto oggi a Terni».