Il 22/12 a Santa Fiora la manifestazione per chiedere il mantenimento degli incentivi
Anche i cittadini dell’Amiata scendono in piazza per difendere la geotermia
«Al governo e a tutti i rappresentanti politici dei nostri territori chiediamo di farsi carico di una scelta di responsabilità che ponga al centro la realtà scientifica, e non i pregiudizi di chi della geotermia dovrebbe approfondire il valore invece di generare astratte paure»
[12 Dicembre 2018]
«L’Italia ha bisogno della geotermia, la Toscana ha bisogno della geotermia, l’Amiata ha bisogno dell’energia geotermica non semplicemente come fonte importante di approvvigionamento energetico, ma come origine di buon lavoro – sia diretto che indiretto – per aree molto vaste del territorio nazionale, che altrimenti sarebbero destinate a un sicuro declino». Inizia così l’appello a manifestare il 22 dicembre a Santa Fiora (dalle 10, in piazza Garibaldi) lanciato da un nutrito gruppo di cittadini amiatini, sulla scia della manifestazione organizzata a Larderello lo scorso 1 dicembre dal movimento di cittadini Geotermia sì, che ha portato in piazza 2mila persone.
Lo scopo comune è quello di vedere ripristinati gli incentivi finora dedicati alla produzione di energia elettrica rinnovabile da geotermia – 94,8 milioni di euro lo stanziamento stimato dal Gse per l’anno in corso –, cancellati per la prima volta dallo schema di decreto Fer 1 elaborato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise).
«La geotermia – spiegano infatti gli organizzatori della manifestazione amiatina – non è soltanto una fonte di energia rinnovabile, è parte di un sistema economico che ha al centro gli impianti e un’eccellenza tecnologica e genera, come volano virtuoso, un benessere diffuso per comunità altrimenti marginali. Un futuro sostenibile per i paesi dove viviamo non può essere concepito riducendo le fonti economiche e di lavoro, ipotizzando per le comunità un’economia basata solamente su agricoltura e turismo e poco più. Oggi insieme a poche altre zone d’Italia abbiamo qualcosa di più e di eccezionale, sarebbe una follia rinunciare. La grande battaglia che in questi giorni unisce tutto l’Amiata alle altre zone geotermiche e all’Italia è basata sul modello da scegliere per la vita futura delle nostre popolazioni».
Un appello a reintrodurre gli incentivi che accomuna cittadini e istituzioni, come da ultimo ha rimarcato l’Uncem (l’Unione nazionale dei comuni, delle comunità ed enti montani), che come moltissimi sindaci in particolare delle valli appenniniche toscane, ha chiesto al Governo e in particolare al ministro Di Maio e al sottosegretario Crippa di cambiare rotta, e mantenere gli incentivi per il geotermico, come per l’idroelettrico. Due settori che non possono essere tagliati, esclusi dall’incentivazione. «È chiaro che la geotermia, in particolare quella a oggi conosciuta, studiata e monitorata costantemente dagli organi istituzionali di controllo, rappresenta – spiega Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – una realtà imprescindibile per i Comuni montani e non della Toscana, e ciò consente di costruire una credibile previsione di sviluppo del territorio e delle realtà economiche che ne sono interessate. Rappresenta un volano importantissimo per tutta una serie di attività economiche correlate, non escluso il turismo, tutte attività che devono essere tenute in considerazione da chi è chiamato ad amministrare il territorio. L’esclusione della geotermia tradizionale dagli incentivi non sarebbe giustificato né dal punto di vista economico, né tecnico, né da quello ambientale».
Del resto «i dati ambientali sulla geotermia in Italia dimostrano che non c’è nulla di allarmante», come ha recentemente sottolineato il primo ricercatore del Cnr Adele Manzella, ed è un punto sul quale insistono anche i cittadini che stanno organizzando la manifestazione di Santa Fiora: «Al governo e a tutti i rappresentanti politici dei nostri territori chiediamo di farsi carico di una scelta di responsabilità che ponga al centro la realtà scientifica e non i pregiudizi di chi della geotermia dovrebbe approfondire il valore invece di generare astratte paure».
«Un comprensorio dell’Amiata attivo è indispensabile alla Toscana meridionale dal punto di vista sociale ed economico perché – concludono i cittadini amiatini – evita l’espansione di sacche di depressione e fenomeni di spopolamento dei territori interni pericolosi dal punto di vista del presidio ambientale e culturale. Su queste basi facciamo appello a tutti per ritrovarci in una seconda grande manifestazione a Santa Fiora la mattina del 22 dicembre alle 10 in piazza Garibaldi. Ritroviamoci in piazza, ritroviamoci tutti per difendere la nostra fabbrica di energia rinnovabile e il buon lavoro che genera e rappresenta».