Nel Golfo della California c’è una popolazione di balenottere comuni residenti come nel Mediterraneo?
Ma i bracconieri attaccano Sea Shepherd che difende balene e vaquite (VIDEO)
[15 Gennaio 2019]
Finora si credeva che ci fosse una sola popolazione di balenottere comuni (Balaenoptera physalus) residente: quella del Mediterraneo che compie “brevi” spostamenti primaverili ed autunnali tra le coste sud e nord del nostro piccolo mare, ma lo studio “Fin whale movements in the Gulf of California, Mexico, from satellite telemetry” pubblicato su PlosONE da un team di ricercatori messicani dell’Instituto Nacional de Ecología y Cambio Climático e dell’Universidad Autónoma de Baja California Sur e statunitensi dell’Oregon State University (Osu) ha concluso che una popolazione di balenottere comuni a quanto pare vive stabilmente tutto l’anno nel ricco ecosistema del Golfo della California, in Messico e non compie le lunghissime migrazioni della sua specie.
Secondo i ricercatori, quel che rende la scoperta ancora più insolita è che è avvenuta localizzando questi cetacei, il più grande essere vivente dopo la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), utilizzando un dataset satellitare del 2001: in quell’anno uno degli autori dello studio, Bruce Mate, direttore del Marine mammal institute dell’Osu, aveva taggato 11 balene ed è stato in grado di registrare i movimenti di 9 di loro per un anno. Da allora il team messicano e dell’Osu ha studiato ulteriormente le balenottere comuni del Golfo della California, identiificando attraverso una fotografia del 2011 almeno una femmina taggata dello studio del 2001 con un cucciolo, «il che indica che le balene potrebbero anche rimanere nella regione per l’allevamento e il parto».
Un altro autore dello studio, Daniel Palacios, anche lui del Marine mammal institute dell’Osu, spiega che «Una ragione per cui abbiamo deciso di riprendere quel dataset è che sappiamo molto poco delle balenottere di questa regione. E’ abbastanza remota, non è densamente popolata e richiede una tecnologia costosa per tracciare le balene nel tempo. I ricercatori sanno da almeno la metà degli anni ’80 che le balene finiscono nel Golfo della California, ma non siamo riusciti a ottenere molte informazioni su di loro. A quanto pare, nel dataset del monitoraggio abbiamo trovato una parte importante del puzzle che non avevamo ancora analizzato completamente».
Grazie a quei dati, i ricercatori sono stati in grado di giungere a diverse conclusioni, basate su un’analisi approfondita dei dati di rilevamento telemetrici satellitari del 2001 abbinati a osservazioni più recenti dei modelli meteorologici della regione, a dati acustici e a studi sul cibo potenziale per le balenottere presente nell’area, in particolare, krill e piccoli pesci. Secondo gli scienziati messicani e statunitensi, «Ci possono essere almeno 100 o 700 balene “residenti” nel Golfo della California, con la stima migliore di circa 600. Anche altre balene migratrici possono visitare stagionalmente la regione e mescolarsi con la popolazione residente». I ricercatori ritengono che «Il Golfo della California è un microcosmo per ciò che riguarda quel che le balenottere comuni affrontano nell’oceano più vasto, dove possono migrare per migliaia di chilometri alla ricerca delle risorse alimentari più produttive e possibilmente per le aree di allevamento e parto. Le balenottere nel Golfo della California possono avere tutto ciò di cui hanno bisogno in un sito, anche se è più probabile che trascorrano i mesi più caldi in una parte del golfo e i mesi più freddi in un’altra, probabilmente in risposta ai cambiamenti nell’abbondanza delle prede».
Palacio spiega ancora: «Il Golfo della California ha una forte transizione stagionale guidata dal cambiamento dei venti atmosferici che producono l’upwelling e la produttività. Nel corso delle stagioni, diverse parti del golfo si “accendono” e ci sono hot spot di produttività. Le balene hanno imparato a identificare queste aree e hanno adattato i loro movimenti per tracciare questo spostamento stagionale».
Palacios ha detto di sperare che i ricercatori dell’Osu e i loro colleghi messicani possano tornare nella regione «per utilizzare tag di nuova concezione che saranno in grado non solo di raccogliere dati sulla posizione, ma di registrare quanto spesso le balene si immergono, quanto in profondità e se stanno mangiando . Nutrirsi tutto l’anno è ciò che separa balenottere comuni, balenottere azzurre e specie affini da altri misticeti. Pensiamo che stiano trovando abbastanza cibo nel Golfo da poterci rimanere tutto l’anno, ma vorremmo documentarlo per un periodo di anni».
Lo studio è importante perché i mammiferi marini del Golfo della California sono minacciati dalla pesca illegale e dall’attività nautica. Un pesce in particolare – la totoaba (Totoaba macdonaldi) viene pescato illegalmente dai pescatori che ne vendono la vescica natatoria a intermediari che poi la rivendono a peso d’oro come un presunto afrodisiaco sui mercati asiatici. Oltre a minacciare la popolazione di totoaba, questa attività illegale ha avuto un impatto drammatico sul più piccolo e raro mammifero marino del mondo, la vaquita (Phocoena sinus), una focena che vive solo nel Golfo della Californie e della quale sopravvivono forse solo 30 esemplari. Il 9 gennaio i barchini dei bracconieri di totoaba sono arrivati ad attaccare la Farley Mowat di Sea Shepherd in azione, nell’ambito dell’operazione Milagro V, per salpare le reti abusive nel santuario della vaquita e solo l’intervento della marina messicana ha salvato gli ambientalisti da brutte conseguenze.
Ma non ci sono solo le reti a mettere a rischio balene e vaquite: «Il traffico delle imbarcazioni di pescatori illegali e di quello dei trafficanti di droga potrebbe portare a un aumento del rischio di collisione con i cetacei, il che potrebbe minacciare questa popolazione di balenottere – conclude Palacios . C’è solo un altro posto al mondo che sembra avere una popolazione residente di balenottere, e questo è nel Mediterraneo. Vorremmo saperne di più su come questa popolazione insolita si è ricavata la sua nicchia e cosa potrebbe definire – e minacciare – il suo successo».