Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, le osservazioni di Kyoto Club al decreto
Decarbonizzazione, teleriscaldamento e raffreddamento, digitalizzazione ed efficienza energetica
[29 Gennaio 2019]
Il 15 gennaio il ministero dello sviluppo economico ha inaugurato il nuovo Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica e ha contemporaneamente aperto una consultazione pubblica a imprese e organizzazioni del Terzo Settore che si è chiusa il 25 gennaio. Il Fondo Nazionale l’obiettivo di mobilitare maggiori risorse private per la realizzazione di interventi di efficienza energetica da parte di imprese, società per l’energia e Pubblica amministrazione su edifici, impianti e processi produttivi, e integra gli strumenti di incentivazione dedicati al raggiungimento degli obiettivi nazionali. La dotazione stimata del Fondo, al 31 dicembre 2020, è di 310 milioni di euro (185 milioni di euro già impegnati) e potrà essere incrementata con versamenti volontari da parte di altre Amministrazioni centrali e regionali, Enti ed Organismi pubblici ed organizzazione no-profit.
Kyoto Club ha presentato le sue osservazioni, eccole:
Riguardo la riqualificazione energetica degli edifici non è indicato nessun riferimento alla Direttiva UE 2018/844, approvata lo scorso giugno, che modifica la precedente EPBD e che dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro marzo 2020. Tra gli obiettivi della nuova direttiva c’è quello di rendere più efficaci le strategie di ristrutturazione degli immobili a lungo termine, con indicazioni esplicite riguardo la cosiddetta Deep Renovation per un settore edile idealmente decarbonizzato e un parco di edifici a zero emissioni al 2050. L’Italia è ancora molto indietro e una strategia in proposito non è solo auspicabile ma assolutamente necessaria. Leggiamo con soddisfazione dalla presentazione del dott. Mallone del DGMEREEN che tra i prossimi passi è prevista l’apertura di una sezione del Fondo per la riqualificazione degli edifici realizzati da privati cittadini o da condomini, ma non sono indicate le tempistiche e non ci sono riferimenti espliciti alla de carbonizzazione, ormai riconosciuta come prioritaria a livello UE.
È citata tra gli obiettivi la realizzazione e il potenziamento di reti e impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Sarebbe opportuno fare una distinzione, però, tra il teleriscaldamento che sfrutta energia da fonti rinnovabili e quello che invece si appoggia a impianti alimentati a combustibili fossili, i maggiori responsabili delle emissioni climalteranti. Dall’ultimo rapporto AIRU – riferito al 2016 – la prima fonte degli impianti di teleriscaldamento risultano essere ancora le centrali termoelettriche, seguite dalla cogenerazione a metano. Si tratta sì di un miglioramento dell’efficienza, ma rimane in stridente contrasto con gli impegni per l’attuazione dell’Accordo di Parigi e con la gravità della situazione nuovamente ricordata dall’IPCC con lo special report pubblicato l’08 ottobre 2018: andrebbe perciò specificato tra gli obiettivi che il teleriscaldamento e il teleraffrescamento che si vuole realizzare e potenziare sono quelli alimentati a rinnovabili.
Lo stesso discorso può essere applicato al settore delle imprese: si parla di riduzione dei consumi di energia, che è bene, ma andrebbe sottolineato che bisogna dare ulteriore impulso a: digitalizzazione dei sistemi, utilizzo di nuove tecnologie a emissioni zero, integrazione con fonti rinnovabili invece che con il metano.
Il Fondo risulta ancora sbilanciato a favore del settore pubblico, specialmente, come già indicato, per quello che riguarda gli interventi nel parco edilizio. Come abbiamo dimostrato con il nostro volume 105 Buone pratiche di efficienza energetica made-in-Italy, il settore privato italiano è all’avanguardia, e perciò da incentivare, per nuove realizzazioni.
Il principio di addizionalità (cumulabilità con altri incentivi) appare, così come proposto, di difficile applicazione e potrebbe generare difficoltà per l’approvazione dei progetti finanziabili: andrebbero indicati esattamente nel testo quali degli altri strumenti finanziari sono cumulabili e con quali procedure, auspicabilmente molto user-friendly e quindi semplificate.