«Grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica», la Toscana è la regione con maggior potenza installata di impianti Fer per la produzione elettrica nel Centro Italia
Per il Gse è la geotermia la «fonte rinnovabile più produttiva» in Italia
«In confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità». Ma il Governo sta tagliando gli incentivi
[18 Febbraio 2019]
È la geotermia la «fonte rinnovabile più produttiva» tra quelle attualmente messe a frutto in Italia, secondo il rapporto Energia da fonti rinnovabili in Italia – 2017, pubblicato nei giorni scorsi dal Gestore dei servizi energetici. Il Gse, ovvero la società individuata dallo Stato italiano per perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale nei due pilastri delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, documenta infatti che, a differenza di quasi tutte le altre, la «fonte geotermica è caratterizzata da una disponibilità pressoché costante nel corso dell’anno; di conseguenza, in confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità».
Più in generale, nel 2017 i consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili in Italia ammontano complessivamente a 22 Mtep, registrando un +4,4% rispetto all’anno precedente. In questo contesto la geotermia presenta un andamento variegato: registra un calo di produzione nel settore elettrico (-1,4%) e un incremento in quello termico (+4%).
Nel dettaglio, nel 2017 «l’energia termica complessiva ottenuta in Italia dallo sfruttamento dell’energia geotermica ammonta a 6.272 TJ, corrispondenti a circa 150 ktep, in aumento del 4% circa rispetto all’anno precedente» e così suddivisi: «La quota più rilevante (superiore al 50%) è associata agli stabilimenti termali, appartenenti al comparto dei servizi; seguono gli usi nel comparto della acquacoltura/itticoltura (26%) e il riscaldamento di serre (11%) e gli usi per riscaldamento individuale (11%, in gran parte concentrate in strutture ricettive e agriturismi). Più modesta, infine, risulta l’incidenza degli usi del settore industriale (2%)». Il Gse osserva inoltre come «tali consumi si concentrino solo in un numero limitato di regioni», e in Toscana in particolare con il 42,4% (+8% sul 2016, 2.324 i TJ totali).
Guardando invece al settore elettrico, negli «ultimi tre anni il numero degli impianti geotermoelettrici è rimasto immutato». La sostanziale stabilità nella potenza installata tra il 2003 e il 2017 ha prodotto variazioni piuttosto contenute della produzione lorda, e anche nel 2017 la produzione da impianti geotermoelettrici è stata pari a 6.201 GWh (in diminuzione del -1,4% rispetto all’anno precedente). Nonostante l’Italia produca – prima al mondo – da più di un secolo elettricità da fonte geotermica, nel nostro Paese si tratta ancora di un’attività geograficamente molto concentrata: a fine 2017, impianti geotermoelettrici sono presenti solo nelle province di Pisa (nella quale si concentra il 50,1% della produzione totale), Siena (25,1%) e Grosseto (24,8%).
Per questi territori che coltivano la risorsa geotermica, naturalmente presente nel loro sottosuolo, la geotermia rappresenta la principale fonte rinnovabile, tanto da permettere loro di raggiungere posizioni apicali a livello nazionale. Tra le regioni del Centro il primato di produzione di elettricità da fonte rinnovabile (il 3,4% di tutta quella italiana) spetta alla Provincia di Pisa, grazie «principalmente al contributo degli impianti geotermoelettrici». A sua volta sempre la Toscana, «grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica, è la regione con maggior potenza installata (di impianti Fer per la produzione elettrica, ndr) nel Centro Italia».
Paradossalmente, a fronte di questi contributi di primaria importanza a livello nazionale legati alla coltivazione della geotermia, è proprio questa fonte – o quantomeno la tipologia d’impianto geotermoelettrico attualmente presente in Toscana, che ha permesso di raggiungere i risultati documentati dal Gse – che il Governo nazionale per la prima volta ha deciso di penalizzare, cancellando dallo schema di decreto Fer 1 gli incentivi finora legati la produzione di energia elettrica; una scelta che, dalle informazioni ad oggi disponibili, rischia di essere replicata anche nel Fer 2.