Le strisce delle zebre servono a tenere lontani i tafani?

I cambi di gualdrappa di cavalli e zebre rivelano come le strisce impediscono ai tafani di posarsi

[25 Febbraio 2019]

Da più di 150 anni l’evoluzione del mantello delle zebre affascina gli scienziati che hanno proposto molte teorie, tra le quali la difesa dai i predatori, una migliore regolazione del caldo e una funzione sociale, ma tra gli scienziati non c’è ancora accordo. Nel 2014 lo studio “The function of zebra stripes, pubblicato su Nature Communication da un team di ricercatori guidato da Tim Caro dell’Università della California – Davis (UC Davis) ha accertato che una delle funzioni delle strisce bianche e nere delle zebre è quella di tener lontani i tafani e altri insetti succhia-sangue. Ma ora lo studio “Benefits of zebra stripes: Behaviour of tabanid flies around zebras and horses”, pubblicato su Plos One da un team di ricercatori statunitensi, britannici e olandesi – guidato sempre da Caro -. Risponde alla domanda sorta spontanea dopo la prima scoperta: come fanno le strisce a impedire a mosche e tafani di posarsi su una zebra e succhiarne il sangue?
Per cercare capire meglio come le strisce manipolano il comportamento dei tafani, Caro e Martin How. della School of biological sciences dell’università di Bristol, hanno condotto una serie di esperimenti in una fattoria della Gran Bretagna che ospita sia zebre che cavalli: osservazione ravvicinata delle zebre mentre i tafani cercavano di posarsi sugli equini; video dettagliati per registrare le traiettorie di volo mentre gli insetti si volavano vicino alle zebre; camuffare in sequenza i cavalli e le zebre con gualdrappe nere, bianche e poi a righe bianche e nere.
Dallo studio è venuto fuori che tafani e mosche sono attratte nello stesso modo sia dai cavalli che dalle zebre e che, a distanza, le strisce non scoraggiano gli insetti pungenti. Caro, che insegna al Department of wildlife, fish and conservation biology dell’UC Davis spiega che i tafani «Tuttavia, una volta che si avvicinano alle zebre tendono a oltrepassarle o a scontrarsi su di loro. Questo indica che le strisce possono disturbare la capacità delle mosche di avere un atterraggio controllato».
Mentre i tafani si posavano tranquillamente sulle gualdrappe bianche e nere, quasi nessuno riusciva a farlo sulle gualdrappe a strisce. Secondo How, «In qualche modo, le strisce possono abbagliare le mosche una volta che sono abbastanza vicine da vederle con i loro occhi a bassa risoluzione»
Lo studio ha anche rilevato che «zebre e cavalli rispondono in modo molto diverso alla presenza di mosche». Durante il giorno, le zebre si spostano quasi ininterrottamente per tenere lontane le mosche; smettono di nutrirsi se ne vengono infastidite e, se le mosche sono particolarmente insistenti, le zebre corrono via. Invece. i cavalli si affidano allo scuotimento della pelle, della testa e della criniera e occasionalmente tendono a scacciare le mosche.
Per questo, nei test realizzati nella fattoria britannica si è visto che le mosche che riuscivano a posarsi sulle zebre si spostavano presto sui più “comodi” cavalli.
All’UC Davis sottolineano che «I ricercatori non hanno ancora capito perché le zebre hanno sviluppato questi sofisticati meccanismi di difesa. Una possibile spiegazione è che le zebre possono essere fortemente soggette a malattie infettive debilitanti pericolose portate dalle mordaci mosche africane, come la tripanosomiasi e la peste equina- che causano deperimento e spesso la morte. Pertanto, non sorprende che le zebre utilizzino sia le difese comportamentali che le strisce morfologiche per evitare le mosche cavalline»-
Anche se questa ipotesi richieda ulteriori studi. Il nuovo studio fornisce nuove prove per la teoria secondo la quale le zebre hanno evoluto gualdrappe a strisce bicromatiche per sfuggire ai tafani e ha notevoli implicazioni per gli allevamenti di equini, perché potrebbero portare a risultati interessanti per la salute e il benessere degli animali».

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