Migranti e richiedenti asilo: la distanza tra “i fatti”, le “parole” e le fake news
Il rapporto sui risultati delle politiche governative 2018/2019 sulla protezione internazionale
[4 Marzo 2019]
In Migrazione ha lanciato #DAIFATTIALLEPAROLE, un crowdfunding per realizzare il primo Osservatorio permanente sulle politiche governative in tema di protezione internazionale, «per monitorare costantemente le scelte del Governo Conte sull’immigrazione e, partendo dai dati raccolti ed elaborati, avviare una campagna di comunicazione per contribuire a smontare quella percezione diffusa che mai come oggi è distante dalla realtà».
Secondo l’ONG, «A frasi come: “la pacchia è finita”, “prima gli italiani”, “fermiamo i falsi profughi” è necessario e urgente rispondere con numeri e dati, in modo indipendente e non ideologico, cercando di riportare il dibattito (e le scelte della politica) sui fatti. L’Osservatorio permanente sulle politiche governative in tema di protezione internazionale è l’inedito strumento per analizzare puntualmente i dati qualitativi e quantitativi relativi agli sbarchi, alle richieste di asilo, alle protezioni concesse e ai dinieghi, ai ricorsi in tribunale, ai numeri e ai costi dell’accoglienza. Un lavoro scientifico che richiederà grande impegno e organizzazione, per verificare la distanza che esiste tra le parole e i fatti, passando anche al setaccio i bandi pubblici di tutte le Prefetture per l’apertura e la gestione dei Centri di Accoglienza dedicati ai richiedenti asilo.
Un progetto per tenere d’occhio le scelte e le parole della politica governativa attraverso una ricerca costante e attenta, che si pone l’obiettivo di riportare la percezione del fenomeno migratorio ai fatti, elaborando e comunicando dossier, organizzando conferenze stampa, convegni e infografiche chiare e di impatto da diffondere sui social e sui media».
E In Migrazione comincia con il Dossier “Asilo: la distanza tra le “parole” e “i fatti” . Report sui risultati delle politiche governative in merito alla protezione internazionale 2018/2019”, una lettura a volte sorprendente e che smonta, cifre ufficiali alla mano, propaganda politico/mediatica, convinzioni radicate e inesatte, bugie politiche e fake news. Ve lo proponiamo integralmente:
Asilo: la distanza tra le “parole” e “i fatti”
Gli accordi tra l’Italia e la Libia, avviati dal Ministro Minniti e potenziati dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, hanno prodotto una diminuzione drastica delle persone sbarcate nel nostro Paese. Un’azione di Governo sbandierata quale soluzione per: bloccare il business dei trafficanti di esseri umani, che organizzano i pericolosi “viaggi della speranza”; arginare l’immigrazione in Italia; diminuire drasticamente i costi dell’accoglienza.
Obiettivi ambiziosi, precocemente comunicati come risultati raggiunti, che appaiono però tutt’altro che concreti. Dall’analisi dei dati contenuti in questo dossier si evidenzia infatti una forte distanza tra le dichiarazioni del Governo e la realtà dei numeri, ovvero una contraddizione tra “le parole” e “i fatti”.
La consistente diminuzione degli sbarchi (uno dei dati più utilizzati nella comunicazione delle forze politiche di Governo) è un dato oggettivo. A gennaio 2019 sono sbarcate 115 persone sulle nostre coste, a fronte di oltre 4.000 arrivate nello stesso mese dello scorso anno. Un trend di continua diminuzione degli sbarchi che nei primi 8 mesi del Governo Conte è complessivamente arrivata a contare circa 10.000 persone sbarcate (in media 1.209 al mese), a fronte delle 13.430 sbarcate nei precedenti 5 mesi (con una media mensile di 2.686).
A fronte di appena 115 persone sbarcate nel Gennaio 2019, ci sono state 3.409 richieste di asilo. Tra dicembre 2018 e gennaio 2019 si assiste ad un dimezzamento degli sbarchi e, parallelamente, ad una crescita delle domande di protezione internazionale. Nell’arco degli ultimi 12 mesi le domande di asilo non sono diminuite proporzionalmente al “crollo” degli sbarchi. Nei primi 8 mesi del Governo Conte l’Italia ha complessivamente visto oltre 29.000 richieste di asilo, a fronte di 10.000 sbarchi.
Se è vero che gli sbarchi sono stati fermati, sembra difficile affermare che questo abbia fermato nella stessa misura l’arrivo di persone che richiedono protezione internazionale in Italia e, quindi, il business dei trafficanti di esseri umani che, anzi, hanno evidentemente aperto e rafforzato altre rotte.
Altro elemento interessante è il cambiamento della nazionalità prevalente tra i richiedenti asilo. Se prima dell’estate 2018 erano principalmente i cittadini nigeriani a presentare domanda di protezione internazionale, a seguito del potenziamento degli accordi Italia-Libia, questo “primato” è tornato ai pakistani. Elemento che, unito alla differenza enorme tra diminuzione degli sbarchi e diminuzioni delle domande di asilo, evidenzia come i trafficanti di esseri umani abbiano tempestivamente trovato e ampliato altri canali per far arrivare in Italia i profughi.
GLI SBARCHI DI PROFUGHI IN ITALIA Gennaio 2018 – Gennaio 2019
La diminuzione di arrivi sulle coste italiane di profughi nell’ultimi anno non è connessa tanto al mutare di condizioni politiche nei Paesi di origine (con la conseguente diminuzione delle partenze), quanto dal trattenimento (in condizioni disumane e degradanti, come testimoniato tra l’altro da numerosi report di prestigiosi ed autorevoli organismi internazionali) nel territorio libico.
Il business dei trafficanti continua quindi (poiché le imbarcazioni continuano a partire), non garantendo più l’approdo in Italia, ma truffando i profughi che si vedono intercettati dalla Guardia Costiera libica e riportati nei centri di detenzione, la cui gestione non appare trasparente e chiara (non è definita in modo netto la differenza tra governativi e trafficanti di esseri umani).
Si può presupporre che i trafficanti di esseri umani possano vedere crescere sulla pelle dei profughi malcapitati il loro business, attraverso una sorta di “gioco dell’oca” (partenza, cattura, detenzione, partenza), accrescendo così i margini di guadagno in modo esponenziale. 4 La politica dei respingimenti, che con il Governo Conte si è fortemente rafforzata, sta portando mese dopo mese ad una diminuzione drastica degli sbarchi, facendo però anche crescere esponenzialmente il numero di profughi che hanno perso la vita nel Mediterraneo.
LE DOMANDE DI ASILO IN ITALIA Gennaio 2018 – Gennaio 2019
Se è vero che gli sbarchi sono stati praticamente bloccati, non è altrettanto vero che si sia fermato l’arrivo di persone che richiedono protezione internazionale in Italia e, quindi, il business dei trafficanti di esseri umani che hanno evidentemente aperto nuove rotte.
A fronte di una diminuzione degli sbarchi rispetto al mese precedente del 57%, le domande di protezione internazionale sono aumentate del 19% (3.409 richieste di asilo presentate a Gennaio 2019). Nell’andamento complessivo dell’ultimo anno si registra una diminuzione di domande di asilo in Italia estremamente lieve rispetto al crollo degli sbarchi. Se nel 2018 il valore medio mensile delle persone sbarcate era di 1.946, nello stesso periodo in valore medio mensile delle domande di asilo si attestava a ben 4.539.
Da notare come ad Agosto ci sia stata una flessione importante delle domande di asilo (-91% rispetto a Luglio 2018), mentre a Settembre le domande di asilo sono subito cresciute (+27% rispetto al mese precedente). Un “indizio” che sembra rafforzare l’idea che con la chiusura della “rotta libica”, sia bastato poco tempo ai trafficanti per aprirne e rafforzarne di nuove.
In sintesi il trend di diminuzione delle domande di asilo appare estremamente ridotto rispetto alla diminuzione degli sbarchi. Un “risultato” forse troppo frettolosamente comunicato, che in realtà appare ben più modesto rispetto a tante dichiarazioni altisonanti.
ACCOGLIENZA DEI RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA Gennaio 2018 – Gennaio 2019
I dati confermano come il vero problema dei numeri dei richiedenti asilo accolti non è connesso a quante persone sbarcano, ma ai tempi lunghissimi della procedura di asilo in Italia e della connessa burocrazia, che allungano all’infinito il tempo che una persona dovrebbe trascorrere in un Centro.
La diminuzione dei posti in accoglienza a Gennaio 2019 rispetto a Gennaio 2018 registra infatti un – 28%, mentre la diminuzione degli sbarchi nello stesso periodo è stata di oltre il 96%. Un crollo degli sbarchi che influenza relativamente i numeri (e i costi) dell’accoglienza in Italia.
A fronte del risparmio sui conti pubblici dell’accoglienza stimato (ed enfatizzato) dal Governo in 1.540 Milioni di Euro (1.540.000.000 €) e previsto nell’ultima Legge Finanziaria, il “bottino” appare ancora estremamente “magro”. Nel primo mese del 2019 il risparmio rispetto al mese precedente è stato di appena 5,2 Milioni di Euro (5.198.235 €), ovvero appena lo 0,33% della stima.
Nel 2018 il Governo Conte ha risparmiato complessivamente sull’accoglienza poco più di 80 Milioni di Euro (appena il 5% di quanto preventivato in finanziaria). Una differenza profonda tra sbarchi – domande di asilo e posti in accoglienza che rischia di rendere questa promessa di risparmio una “fake news” o, nella migliore delle ipotesi, una stima troppo ottimistica. E’ necessario tenere anche conto che gli accordi con la Libia hanno un costo rilevante che, anche se non siamo in grado di quantificare, con tutta probabilità annulla ampiamente il “risparmio” sull’accoglienza.
Nel 2018 il Governo Conte ha risparmiato complessivamente sull’accoglienza poco più di 80 Milioni di Euro (appena il 5% di quanto preventivato in finanziaria). Una differenza profonda tra sbarchi – domande di asilo e posti in accoglienza che rischia di rendere questa promessa di risparmio una “fake news” o, nella migliore delle ipotesi, una stima troppo ottimistica. E’ necessario tenere anche conto che gli accordi con la Libia hanno un costo rilevante che, anche se non siamo in grado di quantificare, con tutta probabilità annulla ampiamente il “risparmio” sull’accoglienza.
di In Migrazione