Un nuovo “Cantiere ambiente” per difendere l’Italia dal dissesto idrogeologico
Il Consiglio dei ministri approva in via preliminare il ddl che dà corpo al piano Proteggi Italia. Ancora incerte le risorse effettivamente disponibili, si punta sulla semplificazione per favorire la cantierizzazione delle opere
[5 Aprile 2019]
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri (in esame preliminare) il disegno di legge ribattezzato “Cantiere ambiente”, che secondo il ministero dell’Ambiente «realizza gli obiettivi indicati dal Dpcm del 20 febbraio 2019, il Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico Proteggi Italia». Il ddl, che passa ora alla Conferenza Stato-Regioni per l’acquisizione del parere di competenza, punta a «razionalizzare la normativa vigente in materia di dissesto idrogeologico in quanto, allo stato attuale – spiega il ministro Sergio Costa – manca una legge quadro sul tema mentre vi sono numerose disposizioni frammentate e disarticolate all’interno di decreti legge e leggi ordinarie. C’è un oggettivo ritardo nella progettazione da parte delle regioni, abbiamo un tasso medio di spesa del 7% e in questi mesi ci siamo confrontati con loro per poter migliorare il sistema».
Se quello della semplificazione è l’obiettivo finale sembra ancora ci sia da lavorare molto sul lato della chiarezza, a partire dalle risorse effettivamente messe a disposizione: se ancora dal Governo non è stato reso disponibile nessun testo definitivo, nelle slide del già citato “Proteggi Italia” si parlava di uno stanziamento pari a quasi 11 miliardi nel triennio 2019-2021, mentre adesso il ministero dell’Ambiente riferisce di «un totale di oltre 6,5 miliardi di euro per la prevenzione del rischio e la messa in sicurezza del territorio». Una bella differenza, anche contando che – in ogni caso – è stato lo stesso ministero dell’Ambiente, nel 2013, a stimare in 40 miliardi di euro e 15 anni di lavori il necessario per mettere sotto controllo il rischio idrogeologico lungo lo Stivale.
In attesa di conoscere le risorse effettivamente destinate al “Cantiere ambiente” è comunque indispensabile che quelle disponibili vengano effettivamente spese. Attraverso il ddl il ministero dell’Ambiente si pone al centro della progettazione e realizzazione delle opere, come un hub che si interfaccia con le regioni e le altre istituzioni competenti: «Vogliamo semplificare la procedura per la definizione e il finanziamento degli interventi, riducendo i tempi di esame delle proposte d’azione da parte dei commissari di governo e anticipando alla fase di programmazione degli interventi tutti i pareri e i visti previsti per legge. Entro 60 giorni verranno definiti i cantieri da aprire attraverso conferenze di servizio con le autorità di bacino e i commissari», precisa Costa.
Cambiano anche le priorità dei progetti. Finora venivano privilegiati i progetti siti dove c’è una maggiore densità abitativa, e restavano fuori da questa scala di priorità i piccoli centri abitati. Ecco questo non sarà più possibile.
Nasce poi la figura del green manager: colui che presso la pubblica amministrazione è il referente dell’implementazione ambientale così come i Nos, i nuclei di supporto operativo, figure tecniche che vengono attivate su richiesta delle regioni. Presso il ministero viene creata una struttura tecnica operativa che, in coordinamento con la cabina di regia di Palazzo Chigi, assiste la fase progettuale e cammina al fianco dei Commissari.
«Arrivano nuove modalità di erogazione dei finanziamenti con il passaggio dal sistema del rimborso a quello degli acconti garantiti, con semplificazione e riduzione dei trasferimenti – conclude Costa – Per cui si provvede all’immediato pagamento del 30 per cento dell’importo indicato, mentre le tranche successive verranno corrisposte in relazione allo stato di avanzamento dei lavori. Il più grande cantiere del Paese è pronto a partire».