Scoperta la prima balena anfibia che raggiunse l’Oceano Pacifico oltre 42 milioni di anni fa

I resti fossili di un archeoceto a 4 zampe trovati nel deserto del Perù da un team a partecipazione italiana

[5 Aprile 2019]

Lo studio “An Amphibious Whale from the Middle Eocene of Peru Reveals Early South Pacific Dispersal of Quadrupedal Cetaceans” pubblicato su Current Biology da un team internazionale di paleontologi e geologi  che comprende anche gli italiani Giovanni Bianucci del dipartimento di scienze della terra dell’università di Pisa e Claudio Di Celma della scuola di scienze e tecnologie dell’università di Camerino dà conto della scoperta di uno scheletro fossile di quello che è stato chiamato  Peregocetus pacificus, (cetaceo viaggiatore che ha raggiunto il Pacifico), in sedimenti di oltre 42 milioni di anni fa e che è stato fondamentale per ricostruire la rotta seguita dagli antenati anfibi di balene e delfini nel lungo viaggio che, fra i 50 e i 40 milioni di anni fa, li portò dal loro centro di origine fra India e Pakistan a colonizzare tutti gli oceani.

L’importante scoperta, è stata fatta da un team guidato da Olivier Lambert dell’Institut royal des Sciences naturelles de Belgique che, oltre ai due ricercatori italiani, comprende anche scienziati dei musei di storia naturale di Parigi e Lima, le cui ricerche nel deserto costiero del Perù hanno già dato importanti risultati, come il ritrovamento nella stessa località del Peregocetus, ma in rocce più recenti, di Mystacodon selenesis, il più antico antenato delle balene ad oggi conosciuto.

Bianucci, che ha preso parte allo scavo e allo studio del fossile , sottolinea che «Un aspetto particolarmente interessante di questo nuovo archeoceto è che la presenza di piccoli zoccoli sulle dita, assieme alla forma del bacino e degli arti, suggerisce che fosse ancora in grado di camminare sulla terraferma mentre le lunghe dita, probabilmente palmate, e le caratteristiche anatomiche della coda indicano che era anche un buon nuotatore. Si tratterebbe, quindi, di uno stadio intermedio fra le balene e i delfini di oggi (non più in grado di muoversi fuori dall’acqua) e i loro antenati terrestri a quattro zampe, cioè di animale dal modo di vita simile alla lontra».

Attraverso lo studio dettagliato dello scheletro i ricercatori sono stati in grado di stabilire che questo archeoceto «era in grado di manovrare il suo corpo lungo 4 metri sia in terra che in acqua. Per esempio, il fatto che le vertebre caudali siano simili a quelle dei castori e delle lontre suggerisce che la coda fornisse un contributo significativo durante il nuoto».

Di Celma, che ha curato lo studio stratigrafico dell’area di ritrovamento del fossile, aggiunge: «E’ straordinario avere trovato un cetaceo in rocce così antiche e così lontane dall’area di origine di questi mammiferi marini. Questa scoperta documenta, infatti, il primo ritrovamento indiscutibile di un cetaceo quadrupede nell’Oceano Pacifico, probabilmente il più antico rinvenuto in America e il più completo al di fuori di India e Pakistan».

Secondo i ricercatori «L’età geologica di questo cetaceo quadrupede e la sua presenza lungo la costa occidentale del Sud America sostengono fortemente l’ipotesi che i primi cetacei abbiano raggiunto il Nuovo Mondo attraversando il Sud Atlantico dalla costa occidentale dell’Africa al Sud America. Questi antenati delle balene e dei delfini sarebbero stati aiutati nel loro viaggio dalle correnti superficiali che scorrevano da ovest verso est e dal fatto che a quel tempo la distanza tra i due continenti era la metà di quella che è oggi».

Intanto le ricerche in Perù vanno avanti e il team internazionale continua a fare nuove scoperte. Bianucci conclude: «Ogni spedizione ci riserva nuove sorprese. Tutto è possibile grazie a un giacimento di fossili eccezionale e a un gruppo di ricerca straordinario».