Dall’albero della gomma al pneumatico: una filiera lenta, per andare veloci

Un fotoreportage sulla vita dei farmer tra Thailandia e Indonesia, i primi protagonisti dell’approvvigionamento della gomma naturale

[23 Aprile 2019]

Il pneumatico è ormai un oggetto banale nell’immaginario collettivo del consumatore occidentale, del quale ci si occupa soltanto quando tocca cambiarlo, perché consunto o danneggiato; montato a dovere su un veicolo assolve al suo compito di scarrozzarci in giro, e tanto ci basta. È un peccato, perché si tratta di un oggetto che – se indagato un poco più a fondo – ci permetterebbe di capire quanto la nostra vita quotidiana sia intrecciata all’economia del mondo, e che restituire il giusto valore alle cose è necessario affinché attraverso i nostri beni di consumo non arrechino danni all’ambiente né prima (attraverso le filiere di produzione) né dopo (attraverso una gestione sostenibile dei rifiuti) essere fugacemente passati dalle nostre mani.

La piattaforma digitale “Per andare veloci bisogna saper aspettare”, lanciata oggi dalla multinazionale italiana Pirelli insieme al pluripremiato fotografo Alessandro Scotto, prova a rispondere a quest’esigenza di una veduta più ampia, nel tempo e nello spazio. Attraverso un fotoreportage in bianco e nero che si snoda tra Indonesia e Thailandia, due dei maggiori produttori del lattice estratto dall’albero della gomma, documenta infatti il minuzioso lavoro e il lento processo con cui si estrae il lattice (circa 3 ore per riempire mezza noce di cocco), le lunghe attese per la solidificazione della gomma in armonia e nel pieno rispetto dei tempi e dei ritmi della natura, fino al prodotto finito, il pneumatico, protagonista del mondo veloce delle competizioni sportive. Due realtà lontane, ma collegate, vengono raccontate per far comprendere i passaggi che separano il lavoro e i ritmi dei farmer dal mondo tecnologico, veloce e complesso, della produzione industriale.

« La gomma naturale è un elemento imprescindibile per la composizione di un pneumatico – spiega Filippo Bettini, chief sustainability and risk governance officer di Pirelli – e per noi è fondamentale che il processo per la sua coltura ed estrazione sia fatto in modo sostenibile, nel rispetto delle persone e dell’ecosistema nei paesi chiave di produzione, come Indonesia e Thailandia. Solo con un approccio responsabile possiamo contribuire ad assicurare un futuro a una materia prima preziosa e alle popolazioni locali che proprio dalla gomma traggono la loro fonte di sostentamento». Dalll’isola di Giava e di Sumatra alle piantagioni nella provincia del Chonburi il reportage su sofferma sui dettagli carichi di significato nella filiera della gomma, come il ruolo della donna, la vita dei farmer – il cui sostentamento è legato a questi alberi così preziosi – la complessa tecnica del “tapping”, l’incisione praticata per estrarre il lattice, e la natura selvaggia, dove gli uomini convivono con elefanti, oranghi e coccodrilli.  Un viaggio che parte dall’albero della gomma e si conclude con la nascita del nostro pneumatico.

«Alla base di questa storia – commenta Alessandro Scotti nel diario di bordo che accompagna i navigatori alla scoperta della gomma naturale – ci sono Sofyan e Maimunah: sono i primi coltivatori che incontro. Vivono in una palafitta di assi scure immersa nell’assordante vociare della foresta, una tranquillità che brulica di azione: silenzio di attività umana e impetuoso frastuono di attività invisibile. È il ritmo della natura. Per entrare in sintonia occorre rallentare. E farlo in modo deciso, per permettere al tempo della natura di diventare il tempo degli uomini».