Decreto sicurezza bis: Tavolo Asilo nazionale e Msf contrari
Grave aggressione contro l’azione umanitaria. L’Italia chiarisca se salvare vite è un reato oppure no
[21 Maggio 2019]
Se il ministro degli interni Matteo Salvini risponde alle preoccupazioni dell’Onu sul Decreto sicurezza dicendo che le Nazioni Unite farebbero meglio a occuparsi del Venezuela – cosa che l’Onu ha fatto per prima facendosi carico anche dell’assistenza ai profughi venezuelani fuggiti nei Paesi vicini, ma questo Salvini non lo sa o fa finta di non saperlo – le Ong sotto attacco del capo della Lega (ex Nord) non ci stanno e Medici senza Frontiere (MSF) denuncia che «Le nuove misure sul soccorso in mare contenute nella bozza del Decreto sicurezza bis rappresentano una grave aggressione ai principi umanitari. Per questo la nostra organizzazione medico-umanitaria, che per tre anni ha svolto attività di soccorso in mare in coordinamento con le autorità competenti, chiede il ritiro di quelle direttive e la conseguente modifica del Decreto sicurezza bis».
L’ONG sottolinea che « MSF è scesa in mare nel maggio del 2015 per supplire al vuoto lasciato dalla chiusura di Mare nostrum e rispondere a un inaccettabile numero di morti in mare. Da allora non ha mai smesso di chiedere vie legali e sicure per le persone in fuga verso l’Europa e l’avvio di un sistema di ricerca e soccorso concordato a livello europeo. In tre anni di attività MSF ha contribuito a salvare oltre 80.000 vite nel Mediterraneo centrale, nel rispetto del diritto marittimo e sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana e delle autorità competenti».
La presidente di MSF, Claudia Lodesani, ricorda che «Ieri c’erano la legge del mare e le convenzioni internazionali sui rifugiati. Oggi servono un magistrato, un sequestro, ripetuti e inascoltati appelli per dare un porto a chi ne ha diritto, mentre si propongono multe per chi salva vite umane. Le sanzioni previste dal decreto-bis sono semplicemente inapplicabili: di fronte allo stato di necessità nessun giudice condannerà chi soccorre persone in mare rispettando un obbligo di legge, o chi rifiuta l’ordine illegittimo di respingere i profughi verso un paese in guerra. Ridurre il soccorso in mare a favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è un’aggressione senza precedenti a principi che sono alla base dell’azione umanitaria. Salvare vite non è un reato, bensì un obbligo legale che gli Stati dovrebbero avere come priorità. Rivolgiamo un appello al governo, in particolare al presidente Conte e al ministro degli esteri Moavero, per il loro ruolo di garanti degli obblighi internazionali dell’Italia, affinché vengano ritirate le direttive del Ministero dell’Interno che criminalizzano il soccorso in mare, mettendo ancora più a rischio la vita di persone vulnerabili in cerca di sicurezza, alle quali non viene offerta alcuna alternativa. Una volta per tutte, l’Italia chiarisca se salvare vite è un reato oppure no».
Durissima anche la presa di posizione delle organizzazioni del Tavolo Asilo nazionale: «Il Governo, negando l’esistenza di una guerra civile in Libia, continua nell’intento di impedire qualsiasi fuga, inasprendo la lotta contro chi cerca di salvare vite umane. Colpisce chi risponde all’obbligo di soccorso prevedendo sanzioni amministrative per comportamenti coerenti con l’ordinamento giuridico e con i principi costituzionali, ma che agli occhi del Ministro mettono in pericolo l’Ordine Pubblico. Radica la competenza dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare su Procure della Repubblica impegnate nella lotta alle mafie, rischiando di distoglierle da un’attività di fondamentale importanza. Trasferisce le competenze interdittive del Codice della Navigazione dal Ministro delle Infrastrutture al Ministro dell’Interno, violando gli ambiti di reciproca competenza. Introduce norme per espellere chi è detenuto in carcere e finanzia i Paesi extra UE per le riammissioni degli stessi, senza considerare i concreti rischi di violazione di diritti umani. Prevede inoltre una serie di misure d’inasprimento del Codice Penale contro le legittime manifestazioni di espressione democratica».
Le Associazioni del Tavolo Asilo Nazionale – A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CIR,, CNCA, Comunità di S.Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII, Emergency ONG, Focus – Casa dei Diritti Sociali, Intersos, Legambiente, Mediterranean Hope (Programma Rifugiati e Migranti della FCEI), Medecins du Monde – Missione Italia, Oxfam, Senza Confine – si dichiarano «Prondamente preoccupate per come il governo sta affrontando il tema dei diritti delle persone migranti, del loro salvataggio in mare, dell’accoglienza nei territori. Riteniamo necessario ribadire che, come previsto dalla nostra Costituzione, l’Italia debba promuovere politiche inclusive e di accoglienza, anziché contrastare chi salva vite umane. Riteniamo altresì che non si debbano consentire respingimenti verso zone di guerra e verso porti non sicuri, cosi come denunciato dalle Nazioni Unite nella lettera inviata al nostro governo».
All’appello del Tavolo Asilo Nazionale hanno inoltre aderito: Gruppo Abele, Libera, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Open Arms Italia ODV, Sea-Watch.