La lobby ecoscettica lancia una campagna globale anti-scienza
Clima, il rapporto Ipcc tra indiscrezioni e bufale
Ma questa volta scienziati e ambientalisti sono preparati a rintuzzare le bufale
[20 Settembre 2013]
Gli scienziati dell’Ipcc si apprestano a confermare che sono le attività antropiche a provocare il global warming e gli eco-scettici hanno scatenato una campagna preventiva. Come scrive anche Inside Climate News, «Gruppi conservatori in prima linea nel global warming skepticism stanno raddoppiando i tentativi di screditare il prossimo grande rapporto dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc). Nelle ultime settimane, hanno sfornato flusso di op-eds, i blog e rapporti per seminare il dubbio nella mente dell’opinione pubblica del report, con nessuna fine visibile». L’Ipcc, composto da migliaia di scienziati ed esperti provenienti da più di 100 Paesi è stato insignito del Premio Nobel per la pace ed i governi utilizzano i suoi asseessment periodici sui rischi climatici per fissare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e per altre politiche climatiche. Le anticipazioni che circolano sul quinto asseessment Ipcc dicono che la conclusione sia questa: con una certezza di almeno il 95%, sono state le attività umane a causare la maggior parte dell’aumento della temperatura terrestre a partire degli anni ’50 e continueranno a farlo in futuro. Si tratta del 5% in più del rapporto Ipcc del 2007. Dato che le conclusioni dell’Ipcc sono frutto di un processo consensuale, sono intrinsecamente prudenziali.
Ma questo non basta a Jim Lakrely, portavoce dell’Heatland Institute, un think tank di destra di Chicago, noto per essere finanziato dai fratelli Koch e dalle multinazionali petrolifere e che è a capo della campagna anti-Ipcc, che infatti dice: «L’obiettivo è quello di informare l’opinione pubblica, la comunità scientifica ed i media che il prossimo rapporto Ipcc non dispone di tutta la scienza per dare giudizi informati». Tanto per capire chi è che invece dà “giudizi informati”, Heartland è diventato famoso nel 2012 dopo una campagna di affissioni che paragonava chi è convinto del cambiamento climatico a Ted Kaczynski, più noto come “Unabomber”, tanto che diverse grandi aziende donatrici si sono viste costrette a ritirare il sostegno al think tank per le proteste dei loro azionisti e clienti.
Secondo gli ambientalisti Usa, i tentativi degli ecoscettici di influenzare l’opinione pubblica ed i media non riusciranno a far breccia: «L’ondata di eventi meteorologici costosi e letali nel corso dell’ultimo anno ha trasformato il cambiamento climatico in qualcosa di tangibile per molti americani». Inoltre gli scienziati hanno capito che bisogna contrastare con forza le bufale ecoscettiche e decine di eminenti scienziati che lavorano ai rapporti Ipcc hanno formato il Climate Science Rapid Response Team che demolisce le affermazioni fuorvianti sulla ricerca climatic. Del team fa parte anche Kevin Trenberth, del National Center for Atmospheric Research, che ha spiegato ad Inside Climate News: «Quasi ogni volta che c’è un articolo scientifico che collega emissioni antropiche di anidride carbonica al cambiamento climatico, la “denial-sphere” risponde subito con l’accusa che la ricerca non va. Gli scienziati ricevono brutte email. Alcuni siti web commentano…Così un gruppo di noi ha formato questo team di risposta rapida per sgonfiare questi argomenti». Il team è stato molto impegnato in queste settimane.
Il 27 settembre l’Ipcc pubblicherà una sintesi di 20 pagine della suo rapporto per i policymakers e l’assessment, del Working Group I che esamina la scienza del cambiamento climatico, per cercare di contrastare questi dati scientifici l’Heartland Institute il 18 settembre ha pubblicato un rapporto di 1.200 pagine “Climate Change Reconsidered II” dal provocatorio titolo “Nongovernmental International Panel on Climate Change (NIPCC). The 10-year-old coalition of nongovernment scientists and scholars” che contesta la realtà dell’origine antropica dei cambiamenti climatici.
In un comunicato stampa Robert Carter, un ex geologo marino australiano della James Cook University ed uno dei pochi a prestarsi a sostenere le tesi dell’Heartland, scrive che il nuovo rapporto Climate Change Reconsidered II, «Utilizza un linguaggio laico per presentare prove concrete che i cambiamenti climatici di oggi sono ben entro i limiti di variabilità naturale. Le osservazioni del mondo reale ci dicono che i modelli speculativi computerizzati dell’Ipcc non funzionano, il ghiaccio non si sta sciogliendo a quel ritmo, un maggiore aumento del mare non sta accelerando, la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi non è in aumento e non sta verificandosi un pericoloso global warming». Il contro-rapporto eco-scettico si basa gran parte sull’incertezza che circonda sensibilità climatica, una misura usata dagli scienziati per determinare come le temperature globali cambieranno in risposta alle emissioni di Co2. In breve, dice che l’Ipcc esagera l’effetto del riscaldamento provocato dalla CO2. Il rapporto, l’ultimo della serie “Climate Change Reconsidered” dell’Heartland Institute vine presentato come la pietra angolare della sua campagna contro il quinto rapporto Ipcc e viene aggressivamente diffuso su blog, siti ecoscettici e su giornali e network televisivi conservatori, come l’australiano The Daily Thelegraph, The Washington Times. Il quotidiano britannico Daily Mail ha addirittura pubblicato un articolo nel quale scrive che il nuovo rapporto Ipcc (che nessuno conosce se non per le anticipazioni9, «Deve essere significativamente a causa di errori».
A “Climate Change Reconsidered II” hanno contribuito anche gruppi come Science & Environmental Policy Project, uno dei bracci armati dell’Heartland Institute, ed il Center for the Study of Carbon Dioxide and Global Change, finanziato da ExxonMobil.
Nelle prossime settimane queste ben finanziate associazioni ecoscettiche organizzeranno eventi anti-Ipcc a New York, Boston, in Florida e Saint Louis. A Washington il principale evento sarà co-sponsorizzato dall’Heriotage Foundation, un noto think tank conservatore. Ai primi di ottobre la campagna ecoscettica si sposterà in Inghilterra, Germania ed Olanda ed eartland pubblicherà anche video e podcast sul proprio sito web utilizzando i contenuti dagli eventi.
L’Heartland Institutre non è il solo a scagliarsi in questa campagna preventiva contro il nuovo rapporto Ipcc: da mesi il Cao Institute, un think tank della destra radicale libertarian co-fondato da Charles Koch, oltre al solito Taino sul Corriere della Sera, pubblica una serie di post, di blog e di op-eds di Pat Machaels, il direttore del Center for the Study of Science, che criticano il nuovo rapporto IPCC. Nelle ultime settimane, questa attività è aumentata in modo significativo e le sue tesi sono state ospitate in un editoriale scritto per il Wall Street Journal e ripreso da riviste come Forbes. Michaels dice che «Il mio sogno sarebbe che l’Ipcc riconoscesse gli errori scientifici rivelati dalla skeptic community. Questo è quello che una organizzazione responsabile dovrebbe fare, ma significherebbe anche la fine dell’Ipcc. Così, è comprensibile che non farebbero un suicidio professionale».
Uno dei più popolari siti ecoscettici, Watts Up With That, ha tentato di demolire le anticipazioni della bozza del rapporto Ipcc e sta pubblicando storie che mettono in dubbio le statistiche dei maggiori scienziati climatici del pianeta, denunciando per l’ennesima volta «Gravi frodi».
Ma se in passato gli scienziati dell’Ipcc sembravano impreparati a rispondere a questo cumulo di accuse che a volte sembrano pure farneticazioni anti-scientifiche di ambienti che oscillano tra l’estremismo destrorso iperliberista e la negazione dell’evoluzione delle specie, questa volta gli ecoscettici sembrano aver trovato pane per i loro denti.
Creato nel 2010, il Climate Science Rapid Response Team ha ora 135 ricercatori climatici che si occupano di rispondere alle domande di media e politici ed giornalisti ed i cittadini possono contattare il gruppo tramite il suo sito web e gli organizzatori rintracciano il miglior scienziato per rispondere a chi chiede delucidazioni o incontrarlo. Trenberth ha detto che «Il sito web ha reso più facile per rispondere alle inesattezze scientifiche, ma i continui attacchi al lavoro mio e dei mie colleghi da parte di gruppi scettici sono faticosi. Abbiamo già sentito questi argomenti. Li abbiamo già sfatati. Perché stiamo discutendo le stesse cose più e più volte? Abbiamo bisogno di andare avanti».
Ma per gli ecoscettici è vitale tenere vivo il dibattito, ne va della loro sopravvivenza: gruppi conservatori come Heartland, Heritage e Cato hanno ricevuto molti milioni di dollari dalle multinazionali energetiche che hanno tutto l’interesse a mettere in dubbio la scienza del cambiamento climatico e la necessità di politiche per ridurre le emissioni. Hanno svolto bene il lavoro per conto delle Big Oil e i King Carbon, a cominciare dal cosiddetto “Climategate” del 2009, l’hacking di email della Climatic Research Unit dell’università dell’East Anglia, quando fecero circolare e-mail private tra scienziati che discutevano sulla possibilità che l’influenza umana sul cambiamento climatico fosse stata sovrastimata. Ma soprattutto, instillando il dubbio sulla scienza del clima nei ben disposti parlamentari repubblicani che hanno affossato la legislazione climatica Usa proposta da Barack Obama nel 2010 e riducendo temporaneamente la fiducia dell’opinione pubblica nella scienziati del clima. Jan mes Tayolor, senior environmental fellow dell’ Heartland Institute spera che questa campagna anti-Ipcc dia risultati simili.
Ma gli ambientali e la maggioranza degli scienziati questa volta non sono così preoccupati come erano solo pochi anni fa. Cody Baxter, una nota attivista climatica coautrice del rapporto “Dealing in Doubt” di Greenpeace, ha detto che «I climate skeptics sono sempre più ridotti e sono sempre meno popolari, perché gli americani sono sempre più convinti che il global warming sia reale. L’uragano Sandy, siccità, inondazioni, incendi, le persone sentono gli effetti del cambiamento climatico. Il che lo rende più difficile da negare. I sondaggi dicono che una grande maggioranza degli americani, di entrambe le parti, vedono le recenti ondate mortali di maltempo come un segno di cambiamento climatico».