Decade dell’agricoltura familiare, Fao: «Sfruttare appieno il potenziale degli agricoltori familiari» (VIDEO)
Il Piano Globale d’Azione evidenzia il ruolo chiave degli agricoltori familiari nello sviluppo sostenibile
[29 Maggio 2019]
Oggi la Fao e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) hanno inaugurato la Decade delle Nazioni Unite per l’Agricoltura Familiare e il Piano d’Azione Globale per rafforzare il sostegno agli agricoltori a livello familiare soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
L’agricoltura familiare include la produzione di ogni tipo di alimento – a base di piante, carne, pesce o altri prodotti animali come uova e latticini, e cibo coltivato su terreni agricoli, nelle foreste, sui monti o in allevamenti ittici – che venga gestita e operata da una famiglia e la cui forza lavoro sia composta principalmente da membri del nucleo famigliare, sia uomini che donne. Gli agricoltori familiari producono alimenti sani, diversificati e culturalmente appropriati e forniscono la maggior parte del cibo sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Generano opportunità di lavoro sia nei campi che nell’indotto e aiutano le economie rurali a crescere. Preservano e ripristinano la biodiversità e gli ecosistemi e usano metodi di produzione che contribuiscono a ridurre o ad evitare i rischi dei cambiamenti climatici. Tramandano le conoscenze e le tradizioni di generazione in generazione e promuovono l’equità sociale ed il benessere delle comunità.
La Fao riassume le cifre dell’agricoltura familiare: Oltre l’80% delle aziende agricole nel mondo sono inferiori ai 2 ettari; Gli agricoltori familiari lavorano il 70 – 80% della terra coltivata e producono oltre l’80% del cibo mondiale in termini di valore; Le donne svolgono circa il 50% del lavoro ma possiedono solo il 15% della terra; Il 90% dei pescatori è di piccola scala, e, nei Paesi in via di sviluppo, fornisce la metà del pescato; Fino a 500 milioni di pastori si affidano all’allevamento del bestiame per guadagnarsi da vivere; L’agricoltura montana è in larga parte di tipo familiare; Gli agricoltori familiari includono le comunità forestali. Circa il 40% delle popolazioni rurali più povere vie in aree forestali o di savana; I territori abitati da popolazioni indigene tradizionali coprono il 22% della terra e coincidono con aree che preservano l’80% della biodiversità del pianeta.
Fao e Ifad guidano l’attuazione della Decade che è stata proclamata dall’Onu alla fine del 2017. E spiegano che «Mira a creare un contesto favorevole per rafforzare il ruolo dell’agricoltura familiare e massimizzare il contributo degli agricoltori alla sicurezza alimentare e alla nutrizione globale, oltre a un futuro sano, resiliente e sostenibile. Il Piano d’Azione Globale rappresenta una guida per la comunità internazionale riguardo ad azioni collettive e coerenti che possono essere intraprese durante la decade. Tra le altre cose, sottolinea la necessità di rafforzare l’accesso degli agricoltori familiari a sistemi di protezione sociale, finanziamenti, mercati, formazione e opportunità di reddito.
Inaugurando la Decade, il direttore generale della Fao, José Francisco Graziano da Silva, ha ricordato che «Non abbiamo solo il problema della fame – che continua a crescere – ma anche quello dell’obesità, anch’essa in crescita. È un problema cui dobbiamo porre attenzione. Sappiamo cosa fare per combattere la fame, ma non sappiamo abbastanza su come affrontare l’obesità. Gli agricoltori familiari producono cibo locale, fresco e lo fanno in modo sostenibile. Questo è il loro contributo».
Il presidente dell’Ifad, Gilbert F. Houngbo, ha aggiunto: «Per realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di Fame Zero e cancellazione della povertà, dobbiamo investire nei piccoli agricoltori a livello familiare e aiutarli a sfruttare appieno i loro asset, le loro conoscenze ed energie, e dare loro la forza di trasformare le loro vite e le loro comunità. Le scelte che facciamo ora determineranno se i nostri sistemi alimentari futuri saranno sani, nutrienti, inclusivi, resilienti, sostenibili o meno».
In un messaggio inviato alla cerimonia di inaugurazione, Papa Francesco ha affermato: «L’occupazione di giovani nel settore agricolo, oltre a combattere la disoccupazione, può portare nuove energie ad un settore che si sta dimostrando di importanza strategica per gli interessi nazionali di molti paesi. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 non possono ignorare il contributo delle giovani generazioni e la loro capacità di innovare».
Paradossalmengte, anche se gli agricoltori familiari producono la maggior parte del cibo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo sono spesso poveri. La Fao evidenzia che «Faticano perché non hanno accesso alle risorse e ai servizi necessari a sostenere la produzione e la vendita dei loro prodotti; perché le infrastrutture sono scadenti; perché le loro voci sono inascoltate nei processi politici; e perché l’ambiente e le condizioni climatiche da cui dipendono sono minacciati. Generalmente le donne si confrontano con difficoltà maggiori, mentre i giovani delle comunità rurali sono spesso vulnerabili a causa della mancanza di incentivi per opportunità di lavoro nei campi o nell’indotto».
Il Piano d’Azione Globale rappresenta una guida per lo sviluppo di politiche e regolamenti a sostegno dell’agricoltura familiare, che propone azioni collettive e coerenti da adottare nel periodo 2019- 2028. Si concentra su attività specifiche per affrontare sfide interconnesse e si rivolge ad uno spettro di attori – governi, agenzie Oniu, istituzioni finanziarie internazionali, organi regionali, organizzazioni di agricoltori e produttori, università, centri di ricerca, organizzazioni della società civile e settore privato, includendo aziende grandi e piccole.
Tra le azioni da intraprendere il Piano prevede in particolare: «Creazione di un contesto politico (incluso politiche comprensive e coerenti, investimenti e quadri istituzionali) che faciliti l’agricoltura familiare a livello locale, nazionale e internazionale; Sostegno a giovani e donne rurali, facilitando loro l’accesso ad asset produttivi, risorse naturali, informazioni, educazione, mercati, e loro coinvolgimento nei processi di formulazione delle politiche; Rafforzamento delle organizzazioni di contadini a livello familiare, e della loro capacità di generare conoscenze e di collegare nuove soluzioni con la tradizione e le conoscenze locali; Miglioramento dei mezzi di sostentamento degli agricoltori familiari e rafforzamento delle loro capacità di fare fronte a minacce di diverso tipo grazie a servizi sociali ed economici di base, oltre al sostegno e alla promozione di una produzione diversificata per ridurre rischi e aumentare i ricavi. Promuovere la sostenibilità dell’agricoltura familiare per sistemi alimentari resilienti al clima; facilitazione dell’accesso ai sistemi alimentari, alla gestione responsabile della terra, delle risorse idriche e delle risorse naturali».