Riceviamo e pubblichiamo
Dopo le elezioni europee in Italia l’ambiente resta indietro
[4 Giugno 2019]
Il voto europeo da noi a differenza che in altri paesi non ha premiato l’ambiente. Il successo dei Verdi in quei paesi consentirà di arginare il sovranismo. In Italia si registrano alcune significative novità ma i ritardi, le inadempienze, i gravi errori governativi e parlamentari ma anche delle regioni ci hanno talmente penalizzati da non riuscire ad avvalerci dei finanziamenti comunitari non più del 32%. Ma Salvini probabilmente non lo sa.
La critica ai Verdi è di dire troppi no. In effetti di no ne sono arrivati non pochi, neppure dalle altre forze politiche comprese quelle di sinistra e del Pd che per lungo tempo non ha avuto in agenda l’ambiente. Bisogna però esser chiari su questo punto.
Oggi le politiche ambientali non possono essere riproposte come in passato. Un comparto a sé. Oggi devono farsi carico in ugual misura di quelle economiche e sociali. Vale per quelle marine, costiere, del paesaggio, della agricoltura, della montagna, ect.
Ci si è chiesti perché anche i territori più pregiati come quelli dei parchi nazionali e regionali sono in secca, senza piani previsti dalla legge da anni e in molti casi pure senza presidenti e direttori. Dovrebbe essere ormai abbastanza chiaro che le scelte ambientali anche in parco devono integrarsi, raccordarsi alle altre.
Per questo i parchi e le altre aree protette devono coinvolgere di più e meglio le istituzioni le quali a cominciare dai comuni e dalla malmesse province devono collaborare di più. Oggi questa collaborazione si fortemente indebolita in molti fino a sparire. Anche da qui passa quel programma politico di cui parla Zingaretti.
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