Giorgio Nebbia, colui che risponde sempre al telefono
Giorgio Nebbia è morto: fino alla fine dello scorso anno era stato quotidianamente presente nelle iniziative della Fondazione Micheletti e coi suoi scritti, come sempre acuto, preciso, lucido, con la sua capacità unica di coinvolgere, stimolare, incoraggiare, incitare all’azione e alla ricerca.
Studioso, maestro di generazioni di merceologi, attivista ambientalista, parlamentare ecologista ma soprattutto scrittore e divulgatore prolifico e instancabile, Nebbia è stato una delle grandi firme del giornalismo ambientalista italiano. Il suo ruolo di educatore, in questo senso, è paragonabile soltanto a quello di Antonio Cederna, che non casualmente condivise con lui la decima legislatura alla Camera nel gruppo della Sinistra Indipendente.
Nonostante nell’arco di oltre mezzo secolo Giorgio abbia dato un contributo inestimabile alla crescita di una coscienza ambientale in Italia, non solo il suo ruolo non era affatto esaurito ma la sua scomparsa lascia un vuoto estremamente difficile da colmare. La felicità della sua scrittura, donata sempre in modo assolutamente generoso, la curiosità inesausta e la capacità di trasmetterla in modo contagioso, la capacità di tenere solidamente il filo della memoria tra le varie generazioni di attivisti, lo sguardo critico ma tecnicamente ineccepibile sui rapporti tra tecnologia, produzione, società e ambiente, ne hanno fatto una figura unica in Italia, che non ha chi possa raccoglierne la sfaccettata eredità.
Un grande studioso, un grande attivista, un grande compagno; ma anche un uomo rotondo, affettuoso, di una generosità ineguagliabile. Nelle celebrazioni per il suo novantesimo compleanno, al Senato, nel 2016, Giovanna Ricoveri ne definì efficacemente il profilo come colui che risponde sempre personalmente al telefono, e sempre con gentilezza, attenzione e disponibilità.
Così ci piace ricordarlo.
In nome di queste sue qualità vorremmo – umilmente – cercare di rimanere nell’orma da lui tracciata.
di Nicola Capone e Luigi Piccioni