Progetto Sauro per ripulire il mare: il ministero dell’ambiente apre alla collaborazione con la Regione Toscana?
Muroni: bisogna rendere operativo il sistema Sauro. E’ importante realizzare quanto prima la sperimentazione con un prototipo a scala reale
[10 Luglio 2019]
Il ministero dell’ambiente ha risposto all’interrogazione a risposta immediata (Attuazione della Direttiva quadro sulla Strategia Marina, progetto “SAURO” e ddl “Salva Mare”) presentata in commissione ambiente dalla deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni Nella sua risposta scritta il ministero cambia atteggiamento rispetto a quello tenuto precedentemente dall’esecutivo Gentiloni/Galletti e conferma che «Per quanto attiene al brevetto denominato “SAURO”, detta soluzione tecnologica è stata brevettata dal Dipartimento della protezione civile in data 8 agosto 2014 con il titolo “Trasportatore per il sollevamento di rifiuti galleggianti e vicini al pelo libero dell’acqua”, Successivamente il brevetto è stato esteso in Europa con certificato di registrazione dell’11 aprile 2018 depositato in Francia, Germania, Finlandia e Regno Unito; in Giappone con certificato rilasciato il 27 aprile 2018 ed è in corso di regolarizzazione anche in Canada. Nel dicembre 2015 è stata svolta una dimostrazione patica del prototipo , utilizzando un modello in scala dell’apparecchiatura realizzato da Dipartimento di Scienze della terra dell’università di Firenze, installato su un modello galleggiante Offshore Supply Vessel (OSV), La Protezione Civile ha segnalato che il sistema in parola non è immediatamente operativo e che sono in corso interlocuzioni con il CNR per la valorizzazione del brevetto. Si rappresenta inoltre che il sistema “SAURO” è stato oggetto di un’apposita convenzione, siglata nel 2015, tra il Dipartimento di Protezione Civile e la Marina Militare Italiana, che stabiliva le modalità di collaborazione finalizzato allo studio e allo sviluppo dello stesso. Il suddetto accordo è scaduto nel 2016 e la Forza armata ha rappresentato la propria disponibilità al rinnovo dello stesso e ad utilizzare una unità navale per la sperimentazione di un prototipo dell’apparecchiatura in scala reale», cosa che evidentemente, a leggere tra le righe della risposta, non ha fatto anche il Dipartimento di Difesa Civile.
Ma la risposta scritta apre anche alla collaborazione per la messa in atto del progetto SAURO proposta recentemente dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e che potrebbe trovare anche adesioni nei Comuni dell’Arcipelago Toscano che in questi ultimi mesi si sono molto impegnati contro la plastica monouso. Infatti si legge che «Il Ministero dell’Ambiente, dal canto suo, potrà rendersi disponibile a valutare l’opportunità di una sperimentazione del progetto, anche sulla base di accordi con le altre amministrazioni territoriali competenti». Sembra davvero che, con l’impegno di tutti, si possa passare a sperimentare un progetto made in Italy, frutto di un’intuizione di un toscano: l’elbano Walter Mazzei, che potrebbe consentire di affrontare in maniera più concreta il problema delle plastiche e microplastiche in superficie, a cominciare magari dal Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos.
La Muroni non sembra comunque molto soddisfatta della risposta ministeriale: «Manca una presa di coscienza su gravità della situazione e strategie da adottare per essere soddisfatta della risposta del Ministero dell’Ambiente alla mia interrogazione sui tempi di recepimento della direttiva europea sulla plastica monouso e sulle iniziative per rendere operativo il sistema Sauro contro l’inquinamento marino.
Questa forma di inquinamento è ormai una emergenza ambientale planetaria: ogni anno finiscono in mari e oceani del pianeta almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Materiali che poi si scompongono in pezzi sempre più piccoli, vengono ingeriti e bioaccumulati da pesci e specie marine, entrando così nella catena alimentare. Per aggredire il fenomeno bisogna agire su due piani. Da una parte serve non far arrivare i rifiuti in mare, dunque è necessario recepire la direttiva europea nei tempi previsti come dice il Mattm, ma è anche necessario accompagnare l’industria italiana della plastica che produce il 70% degli articoli che saranno messi al bando dalla direttiva verso soluzioni innovative e sostenibili. Dall’altra bisogna affiancare alle pratiche volontarie e accidentali di recupero dei rifiuti marini previste dalla mia proposta di legge sul ‘fishing for litter’, dall’analoga proposta dell’On. Rizzetto e dal Salva Mare del governo, una soluzione forte e strutturale. Il brevetto della Protezione Civile SAURO potrebbe essere la risposta che aspettiamo. Ecco perché è importante realizzare quanto prima la sperimentazione del sistema con un prototipo a scala reale. Un progetto per il quale il ministero dell’Ambiente non può limitarsi a dirsi disponibile, ma sul quale deve spingere con convinzione. Auspico quindi il varo tempestivo di un Salva Mare 2 per dettare tempi e strategie di uscita della plastica usa e getta».