La qualità dell’aria in Pianura Padana è migliorata, ma i padani pensano sia peggiorata
Solo una corposa minoranza di cittadini è disposta a cambiare stile di vita
[29 Agosto 2019]
Dopo averli presentati conferenza internazionale “The Po basin together for the quality of air”, il progetto Life Prepair ha reso noti i risultati di “Valuta l’aria”, la prima indagine sulla percezione dei cittadini rispetto all’inquinamento atmosferico e ai comportamenti da attuare per migliorare la situazione realizzata nell’ intero bacino padano.
“Valuta l’aria” parte dal fatto che «il 40% della popolazione italiana – oltre 23 milioni di persone – risiede nelle regioni della Pianura Padana e in quest’area viene prodotto oltre il 50% del PIL nazionale. Questo comporta emissioni in atmosfera complessivamente rilevanti nel bacino padano: che però risultano inferiori alla media dell’Unione Europea ed in linea con quelle dei Paesi più avanzati – se rapportate al PIL o al numero di abitanti – segno di standard tecnologici e pratiche gestionali tra i più avanzati. Nonostante ciò, la conformazione orografica e le particolari condizioni meteoclimatiche del bacino padano rendono particolarmente difficile la dispersione degli inquinanti, provocando superamenti dei valori limite per polveri, ossidi di azoto ed ozono. Il fenomeno dell’inquinamento si configura pertanto in questa zona dell’Italia come una problematica che travalica i confini locali e richiede un approccio sovraregionale: è fondamentale attuare misure integrate e coordinate di area vasta per ridurre le emissioni ed ottenere una diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera».
L’indagine, lanciata il 23 novembre 2018 e chiusa il 10 gennaio 2019, puntava a capire «Il livello di percezione e di consapevolezza dei cittadini sul tema della qualità dell’aria e, in particolare, sui fattori ritenuti come i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. Come percepiscono questa criticità gli abitanti delle regioni padane? Sono consapevoli che molte azioni di miglioramento della qualità dell’aria sono connesse a doppio filo con il proprio stile di vita? Quanto sono disponibili a modificare le loro abitudini? E in che modo gli enti locali possono influenzarli fino ad innescare in loro un cambiamento?
7.331 i cittadini residenti nel bacino del Po hanno partecipato su base volontaria compilando il questionario. Sono stati coinvolti tutti i 42 capoluoghi di provincia dell’area, dove complessivamente risiedono 6,5 milioni di abitanti. Dall’analisi emergono 4 profili di cittadino suddivisi sulla base della proattività/disponibilità ad attuare comportamenti virtuosi per migliorare la qualità dell’aria: “Impegnati e proattivi”, “Disponibili ma…..”, “Titubanti”, “Non disponibili”.
Per interpretarne meglio i risultati, l’indagine è stata raggruppata sulla base di alcuni concetti chiave che ne facilitano le chiavi di letture. Eccoli:
Percezione. I cittadini del bacino del Po hanno la percezione che la qualità dell’aria sia in peggioramento, anche se i dati reali ci dicono che le emissioni dei principali inquinanti siano in diminuzione. Emerge dunque che i fattori di giudizio dei cittadini siano legati più ad una sfera emozionale che non ad una consapevolezza e ad un reale acquisizione costante di informazione.
Informazione. L’informazione viene tratta soprattutto dalla rete, il che è sia un’opportunità che un rischio. Opportunità perché risulta più facile raggiungere i cittadini, rischio per il proliferare di fonti anche non “accertate” e per la sempre maggiore diffusione di “fake news”. Le policy di comunicazione relative al bacino del Po dovranno tenere conto fortemente di questo fattore.
Global vs Local. Nel bacino padano è molto diffusa la percezione secondo cui il livello locale sia quello in grado di influire maggiormente sulla qualità dell’aria. Se teniamo conto che il cambiamento degli stili di vita dei cittadini è uno degli elementi essenziali per le politiche di qualità dell’aria, quest’elemento di “responsabilizzazione” è ancora più interessante. E’ singolare il fatto che i cittadini individuino come prioritario intervenire su processi e prodotti industriali e solo nell’11,1% dei casi considerino rilevante attuare limitazioni al traffico, nonostante la corretta percezione dell’impatto dei trasporti come primaria causa di inquinamento (59,8%). Il messaggio che emerge potrebbe equivalere a: “coinvolgeteci direttamente solo una volta che avrete fatto il possibile sugli altri fronti”. Di conseguenza, campagne di responsabilizzazione dei cittadini potrebbero essere poco efficaci senza una corresponsabilizzazione riassumibile con il messaggio “ognuno farà la propria parte nella misura che gli è possibile”.
Disponibilità e scelte di mobilità. Dalla rilevazione sulla disponibilità e l’interesse dei cittadini a mettere in pratica comportamenti e azioni per migliorare la qualità dell’aria, emerge una diffidenza attuativa di taluni comportamenti che si richiedono ai cittadini. Il Trasporto pubblico con il 48,1 % di assenso condizionato è un evidente richiamo alla necessità di miglioramento del servizio. I veicoli ibridi elettrici, a loro volta, con una disponibilità condizionata del 44,2% conducono al tema delle infrastrutture e del prezzo ritenuto ancora troppo elevato di accesso ai veicoli. Anche la domanda sul mezzo utilizzato per recarsi al lavoro fa emergere un’evidente e palese correlazione con l’efficacia e l’esigenza di servizi alternativi per la mobilità.
Opinioni sulle iniziative. Limitazione del traffico (52,6%) e Riqualificazione energetica degli edifici (51,2%) sono le iniziative largamente ritenute più efficaci nell’ambito delle attività considerate dall’indagine rispetto a quanto avviato nei territori del Bacino. Da segnalare anche il 24% di cittadini che ritiene rilevante l’incentivazione della mobilità elettrica, il che sancisce l’interesse verso un settore ancora poco sviluppato ma percepito come in crescita e con grande potenziale.
Per stimolare un cambiamento negli stili di vita di ampie fasce della popolazione si dovranno adottare strategie precise e che sanciscano un “patto” chiaro secondo cui ciascun attore farà la propria parte secondo le proprie possibilità e competenze.
Life Prepair conclude: «in sintesi, i risultati dell’indagine sottolineano come i cittadini del bacino padano risultino già disponibili ad un cambiamento degli stili di vita, anche se in percentuale non maggioritaria. Per raggiungere un reale cambiamento, appaiono elementi chiave l’unità di intenti e la chiarezza con cui azioni e proposte vengono presentate ed avviate. Anche il più responsabile e consapevole dei cittadini, infatti, valuta quanto gli viene sottoposto non solo in termini di informazioni tecniche ma anche attraverso la propria sfera emotiva. Tanto maggiore sarà la trasparenza del processo e l’impegno delle parti in causa, tanto maggiore sarà l’efficacia delle politiche di comunicazione. Proprio a partire dai risultati sintetizzati nell’indagine, il progetto prevede la costruzione e l’avvio nell’autunno del 2019 di una campagna di comunicazione. Con la prospettiva poi di valutare eventuali modifiche comportamentali dei cittadini attraverso una nuova rilevazione da effettuarsi nel 2022».