Cop25, Espinosa: Italia e Messico esempi da seguire per l’educazione climatica
Costa annuncia che l’Italia nel 2020 organizzerà un summit giovani e clima per la COP26 Unfccc
[12 Dicembre 2019]
La segretaria esecutiva dell’UN Climate Change (Unfccc). Patricia Espinosa, scrive sul suo account Twitter: «Accolgo con favore l’iniziativa dell’Italia e del Messico di far diventare l’educazione climatica parte dei loro programmi scolastici e non vedo l’ora che altri Paesi mettano l’educazione al clima nei loro piani di azione nazionali per il clima».
La Espinosa, forse non conoscendo bene il farraginoso sistema scolastico italiano (e non sapendo che altri governi avevano più volte promesso solennemente – e poi disatteso – l’inclusione dell’educazione ambientale nei programmi scolastici), ha descritto l’impegno dei due Paesi di «Dotare una nuova generazione delle conoscenze, della consapevolezza e dell’abilità per affrontare i cambiamenti climatici come un contributo chiave alla realizzazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che mira a mantenere l’innalzamento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli pre-industriali. I cambiamenti climatici dovrebbero essere inclusi in tutti i programmi scolastici e dovrebbero svolgere un ruolo centrale nei Nationally Determined Contributions».
L’Unfccc spera che altri Paesi si aggiungano a Italia e Messico per riuscire a fare massa critica su questo argomento in occasione della COP26 Unfccc di Glasgow nel 2020, co-organizzata con l’Italia.
Il ministro dell’istruzione, università e ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha sottolineato che «I giovani chiedono ai governi di prendere molto più sul serio i cambiamenti climatici. Ci sono molte aree della società nelle dobbiamo agire e agire con maggiore ambizione: l’educazione obbligatoria su questi argomenti deve essere una parte fondamentale di questa risposta nazionale e internazionale alle grandi questioni del nostro tempo». Come fanno notare in molti, per dare gambe a questo progetto bisognerà cominciare da subito a formare gli insegnanti italiani su temi complicati sui quali spesso i giovani hanno dimostrato di saperne di più degli adulti.
Martha Delgado, viceministro degli affari globali del ministero degli esteri del Messico, ha evidenziato che «Il mio Paese ha inserito l’educazione ambientale obbligatoria nella Costituzione come primo passo di un nuovo piano globale. «Le grandi trasformazioni possono essere realizzate solo attraverso la conoscenza, la consapevolezza e il senso di collaborazione. Siamo convinti che l’educazione ambientale sia la strada per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, uno strumento essenziale per combattere la crisi climatica, e che possa indurre un profondo cambiamento culturale per contribuire alla sostenibilità del nostro pianeta».
Di questi temi se ne è discusso anche il 10 gennaio all’High-Level Event on Action for Climate Empowerment organizzato alla COP25 Unfccc ed al quale, oltre Fioramonti, hanno partecipato la ministro dell’istruzione e della formazione professionale della Spagna, María Isabel Celaá Diéguez, il ministro degli affari economici e dell’energia della Renania Settentrionale – Vestfalia, Andreas Pinkwart, la ministro dell’Acqua e dell’ambiente dell’Uganda, Mary Goretti Kitutu, la ministro per la sostenibilità e il turismo dell’Austria, Maria Patek.
Italia e Messico hanno proposto agli altri Paesi di utilizzare l’Earth Day, che si celebra ad aprile, come occasione per annunciare i loro piani per l’educazione climatica e ambientale. Il 2020 segnerà anche il 50esimo anniversario dell’Earth Day e della nascita del movimento ambientalista globale.
Kathleen Rogers, presidente dell’Earth Day Network, ha sottolineato che «L’alfabetizzazione ambientale è stata al centro dell’Earth Day sin dal suo inizio, ma che i governi non hanno fatto abbastanza passi in avanti. I giovani, attraverso movimenti come Fridays for Future, hanno chiesto ai governi di dire la verità sul clima e le emergenze ambientali che stiamo affrontando: “dire la verità” deve essere fatto nelle scuole e nelle università e deve avvenire ora».
Anche la Congregazione per l’educazione cattolica del Vaticano ha scelto dell’Earth Day 2020 come giornata per incontro preparatorio per il Global Compact on Education che sarà lanciato da Papa Francesco a maggio 2032° e che promuoverà un impegno globale che insegni anche alle nuove generazioni il rispetto per l’umanità e la natura».
Durante un altro evento della COP25, “Siamo in azione – I giovani in prima linea”, organizzato dal ministero dell’ambiente italiano e da “Connect for climate”, al quale sono intervenuti anche la Espinosa e Fioramonti, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha detto: «Vogliamo che il 2020 sia ricordato non solo come l’anno del rilancio dell’ambizione globale sulla sfida climatica, ma anche come l’anno in cui i giovani hanno finalmente potuto far sentire la propria voce e le proprie idee. Proprio per questo ospiteremo in Italia un importante evento mondiale sui cambiamenti climatici dedicato a loro che si svolgerà a margine della pre-Cop26, che il nostro Paese ospiterà il prossimo autunno, come stabilito nell’accordo di partenariato con il Regno Unito per la presidenza della Cop26 nel 2020. La nostra idea è quella di creare un evento che assicuri l’opportunità di avanzare proposte concrete su alcuni tra i temi più importanti nell’agenda climatica, tra cui l’aumento dell’ambizione sul raggiungimento degli obiettivi posti dall’accordo di Parigi, l’educazione al cambiamento climatico, le proposte per lo sviluppo della “Climate Action Agenda” per capire come avvicinare maggiormente il settore non-governativo alla questione climatica, con un’attenzione particolare ai comparti dell’alimentazione, dello sport e della moda, che possono ricoprire un ruolo chiave nel raggiungere fasce ampie della società. L’evento si articolerà in tre giornate: le prime due saranno dedicate ai gruppi di lavoro, mentre la terza vedrà un confronto tra ministri e negoziatori dei Paesi partecipanti alla pre-Cop26 per stimolare un dibattito chiaro e costruttivo».
Costa ha concluso: «Desideriamo fortemente che vi sia la massima rappresentanza geografica globale e pertanto faremo il possibile per coinvolgere almeno un partecipante di età compresa tra i 18 e i 29 anni per ciascuno dei 197 Paesi che fanno parte della Convenzione quadro sui cambianti climatici dell’Onu. Questa partecipazione sarà supportata dall’Italia attraverso un fondo dedicato. Per noi è importante costruire un evento di alto profilo che dia la possibilità ai giovani di contribuire in maniera diretta e innovativa alle discussioni del processo negoziale».