Italiani migranti: Istat, nell’ultimo decennio in 816mila hanno trasferito la residenza all’estero
Un emigrato su cinque ha meno di 20 anni, e la perdita netta di popolazione laureata supera le 100mila unità
[16 Dicembre 2019]
Nel suo ultimo rapporto sulle Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente, l’Istat ribalta la percezione comune maturata in Italia sui flussi migratori: a diminuire è l’arrivo di migranti dall’estero, mentre sono in crescita gli italiani – in larga parte giovani e istruiti – che decidono di lasciare il proprio Paese.
Nel 2018 il volume complessivo delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è di 157 mila unità (+1,2%),e in 116.732 casi riguarda cittadini italiani. Allargando il campo d’osservazione emerge che nel decennio 1999-2008 gli italiani che hanno trasferito la residenza all’estero sono stati complessivamente 428 mila a fronte di 380 mila rimpatri, con un saldo negativo di 48 mila unità. Dal 2009 al 2018 si è registrato un significativo aumento delle cancellazioni per l’estero e una riduzione dei rientri (complessivamente 816 mila espatri e 333 mila rimpatri); di conseguenza, i saldi migratori con l’estero dei cittadini italiani, soprattutto a partire dal 2015, sono stati in media negativi per 70 mila unità l’anno.
Nel corso dell’ultimo decennio sono più che quadruplicati i flussi di italiani emigrati nel Regno Unito che ora vuole alzare il muro della Brexit, quelli per la Germania sono triplicati, mentre per Svizzera, Francia e Spagna sono raddoppiati.
Provando a tracciare l’identikit dei migranti italiani, l’Istat evidenzia che sono prevalentemente uomini (56%), con un’età media di 33 anni per gli uomini e 30 per le donne. Un emigrato su cinque ha meno di 20 anni, e nel 2018 più della metà dei cittadini italiani che si sono trasferiti all’estero (53%) è in possesso di un titolo di studio medio-alto: si tratta di circa 33 mila diplomati e 29 mila laureati. L’altra faccia della medaglia è costituita dai rimpatri: nel 2018, considerando il rientro degli italiani di 25 anni e più con almeno la laurea (13 mila), la perdita netta (differenza tra rimpatri ed espatri) di popolazione “qualificata” è di 14 mila unità. Tale perdita riferita agli ultimi dieci anni ammonta complessivamente a poco meno di 101 mila unità.