El Niño e la scomparsa degli scarabei stercorari nell’Amazzonia sempre più modificata dall’uomo
Il forte calo dei coleotteri dopo siccità, incendi ed El Niño potrebbe essere il segnale anche di una forte diminuzione dei mammiferi
[11 Febbraio 2020]
Secondo lo studio “El Niño impacts on human-modified tropical forests: consequences for dung beetle diversity and associated ecological processes”, pubblicato su Biotropica da un team di ricercatori brasiliani, britannici e neozelandesi «Gli eventi più caldi e più asciutti di El Niño stanno avendo un effetto allarmante sulla biodiversità della foresta amazzonica e si vanno ulteriormente aggingere a un inquietante collasso globale di insetti».
Il novo studio si basa sui comuni, ma ecologicamente importanti, scarabei stercorari e ha così rivelato per la prima volta che le intense siccità e gli incendi avvenuti durante l’ultimo fenomeno climatico El Niño, insieme agli impatti antropici, hanno portato il numero di coleotteri a diminuire oltre la metà, con effetti che si sono prolungati per 2 anni.
I ricercatori dicono che «Sebbene El Niño del 2015-16 abbia attirato meno attenzione degli incendi e della deforestazione del 2019, ha prodotto una siccità molto significativa e, in combinazione con attività umane come l’agricoltura e la deforestazione, ha contribuito ai mega incendi che hanno bruciato oltre 3 milioni di ettari di foreste amazzoniche, tra cui un milione di ettari in una sola regione».
Gli scienziati studiano da decenni gli effetti di siccità e incendi sugli alberi dell’Amazzonia, ma gli effetti sulla fauna e sul ruolo che hanno nel funzionamento degli ecosistemi sono stati meno indagati e restano meno chiari.
I ricercatori evidenziano che «Gli scarabei stercorari sono fondamentali per la diffusione di nutrienti e semi e sono insetti utilizzati come importanti indicatori per misurare la salute generale di un ecosistema». Per questo, in diverse spedizioni e censimenti effettuati tra il 2010 e il 2017 in 30 aree forestali nello Stato brasiliano di Pará, hanno contato oltre 14.000 scarabei stercorari di 98 specie diverse e hanno anche monitorato quanto sterco veniva rimosso e quanti venivano dispersi dagli scarabei stercorari.
Nel 2010 i ricercatori avevano contato in tutti i transetti circa 8,000 coleotteri, ma nel 2016, dopo El Niño, il loro numero è precipitato a circa 3.700 e nel 2017 hanno trovato solo 2.600 scarabei stercorari.
Gli scienziati sottolineano: «Poiché gli incendi boschivi non si verificano naturalmente in Amazzonia, il disturbo umano, attraverso attività come la deforestazione e il disboscamento predatorio, aumentano significativamente l’infiammabilità delle foreste. Tutte le foreste esaminate hanno visto diminuire il numero degli scarabei, anche se i risultati dimostrano anche che le foreste bruciate avevano meno scarabei rispetto a quelle aree che avevano appena subito la siccità».
Il principale autore dello studio, il brasilano Filipe França di Embrapa Amazônia Oriental, dell’Universidade Federal do Pará e del Lancaster Environment Centre della Lancaster University, fa notare che «La nostra indagine fornisce importanti spunti su come le attività umane e gli estremi climatici possano agire insieme e influenzare la biodiversità delle foreste tropicali e il funzionamento dell’ecosistema. La perdita di questi laboriosi coleotteri potrebbe indicare un problema più ampio, cioè che molti mammiferi che vivono nella foresta potrebbero anche aver ceduto alla siccità e agli incendi. Gli scarabei stercorari dipendono dalla cacca dei mammiferi per la nidificazione e l’alimentazione, quindi il declino degli scarabei è probabilmente associato alla perdita di mammiferi a causa della siccità, degli incendi e di El Niño».
In effetti, studi precedenti, come “Dung beetle–mammal associations: methods, research trends and future directions”, pubblicato un anno fa su Proceedings of the Royal Society B dale zoologhe britanniche Elizabeth Raine ed Eleanor Slade dell’università di Oxford, hanno dimostrato che la presenza di mammiferi ha una grande influenza sugli scarabei stercorari.
Gli autori del nuovo studio dicono che la scomparsa dei coleotteri può indicare non solo la perdita di altri animali, ma solleva anche preoccupazioni sul fatto che la rigenerazione della foresta possa essere influenzata negativamente dopo eventi estremi di siccità e incendi. Un altro autore dello studio Rodrigo Fadini dell’Instituto de Biodiversidade e Florestas dell’Universidade Federal do Oeste do Pará, aggiunge: «Dopo l’evento di El Niño abbiamo trovato molti meno scarabei stercorari, e quelli sopravvissuti stavano faticando a fare il loro lavoro di diffusione di nutrienti e semi nelle foreste già colpite dalla siccità o in aree che avevano avuto anche incendi».
Nell’insieme, i risultati dello studio suggeriscono che «Le attività umane possono interagire con gli estremi climatici in diversi modi e che, combinati o no, questi disturbi possono minacciare il delicato equilibrio della fauna della foresta tropicale, compresi gli insetti, e il loro contributo chiave ai processi ecosistemici».
Il biologo Jos Barlow, della Lancaster University e dell’Universidade Federal de Lavras, conclude: «Le foreste tropicali di tutto il mondo sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici antropogenici, dai disturbi umani locali e da estremi meteorologici sempre più frequenti e gravi. Abbiamo bisogno di azioni per mitigare l’attuale crisi climatica e della biodiversità se vogliamo mantenere la biodiversità forestale e il suo contributo per le persone e per le generazioni future».