Rifiuti, ecco perché basta un bicchiere di cristallo per compromettere la raccolta differenziata del vetro
Dato l’elevato contenuto di piombo, anche pochi frammenti possono compromettere grandi quantità di rottame riciclabile
A livello nazionale la raccolta differenziata del vetro continua a crescere a ritmi consistenti: i dati Coreve mostrano un incremento dell’8,4% nel 2018 rispetto al 2017, con un totale intercettato di circa 2.189.000 tonnellate. Un punto dolente, però, rimane la qualità dei rifiuti raccolti, che è una discriminante essenziale per favorire l’effettivo avvio a riciclo.
«Lo sviluppo delle quantità raccolte è infatti accompagnato da una crescente presenza di materiale improprio conferito, erroneamente, nella raccolta differenziata del vetro – spiega il presidente Coreve, Gianni Scotti – Il che comporta un aumento degli scarti nella fase di trattamento che precede il riciclo in vetreria. Oltre il 13% del totale raccolto, che potrebbe essere riciclato alimentando un perfetto esempio di economia circolare, è purtroppo perso e smaltito in discarica. Uno spreco dannoso ed oneroso. Una maggior attenzione, da parte del cittadino, nell’evitare di conferire frazioni estranee come la ceramica, il pyrex, il cristallo, o i sacchetti di plastica, che troviamo sempre più spesso associati alla diffusione della raccolta “porta a porta”, potrebbe evitare tutto ciò».
Per migliorare da Coreve hanno messo in fila un decalogo per una corretta raccolta differenziata del vetro, ma una menzione particolare va al problema del cristallo, che non a caso viene individuato da Toscana ricicla come il nemico pubblico numero uno: «È facile confondersi, per chiunque, ma è davvero un grosso problema. Il cristallo messo in mezzo alla raccolta differenziata del vetro, anche in piccole quantità, impedisce tutta la fase il riciclo».
Il cristallo, infatti – come spiegano da Coreve – è un vetro ad alto contenuto di piombo, un metallo pesante considerato pericoloso se disperso nell’ambiente. Sebbene la Stazione sperimentale del vetro e la comunità scientifica abbiano accertato che non esiste alcun problema di cessione, tra contenitore e contenuto, dato l’alto potere “segregante” del vetro che lo rende un agente inertizzante per eccellenza, la legislazione dell’Unione Europea impone: da una lato, un limite di 200 parti per milione alla presenza di piombo negli imballaggi destinati a bevande e alimenti, nell’ambito di una politica di contenimento dei metalli pesanti potenzialmente disperdibili nell’ambiente; dall’altro, una disciplina specifica per l’avvio a riciclo del rottame di vetro in vetreria (Regolamento UE noto anche come “End of Waste”) prescrive che, affinché il rifiuto di imballaggio in vetro possa trasformarsi in una materia prima seconda idonea alla rifusione in vetreria, va evitata ogni commistione con il cristallo ed altri flussi di rifiuti (es. sanitari) non idonei. Dato l’elevato contenuto di piombo, anche pochi frammenti di cristallo possono compromettere grandi quantità di rottame riciclabile, pertanto la presenza di oggetti di cristallo nella raccolta differenziata del vetro da imballaggio va assolutamente evitata.
Fare bene la raccolta differenziata, fa la differenza! Scopri di più nella nuova serie web C.s.i Toscana, qui trovi il sesto episodio: Pericolo pubblico N°1 (raccolta differenziata vetro e cristallo).