Rispettiamocinstrada, 200 associazioni in piazza a Roma per chiede più sicurezza sulle strade

Legambiente a governo e Parlamento: seguire la ricetta europea. Più piste ciclabili e aree pedonali, riduzione dei limiti di velocità e apertura alla micromobilità elettrica

[21 Febbraio 2020]

Il 23 febbraio Associazioni di ciclisti, motociclisti, pedoni, automobilisti, Familiari vittime della strada, cittadini si ritroveranno a Roma per la manifestazione Rispettiamocinstrada che vuole sensibilizzare al «Al rispetto sulle strade tra tutti coloro che le utilizzano, siano essi automobilisti, pedoni, ciclisti, motociclisti, che salverà vite, educherà giovani e non, ci restituirà una migliore qualità della vita, ci farà concentrare sui valori che contano. Quasi tutti siamo allo stesso tempo automobilisti, pedoni, ciclisti e motociclisti e quindi utenti a diverso titolo della strada. Tutti siamo quindi parte del problema. Tutti assieme dobbiamo unirci per risolverlo».
Alla manifestazione, promossa da Vivinstrada e che fa seguito ad una richiesta di incontro formale fatta dagli organizzatori al Presidente Mattarella e al Presidente del consiglio Conte hanno dato il loro sostegno di Federazione Ciclistica Italiana, CONI, A.C.C.P.I., ACI – Automobile Club d’Italia, Ambasciata Olandese, CSAIN, CSI, ACSI, Osservatorio Bikeconomy e tanti ciclisti dilettanti e professionisti come Viviani, Trentin, Aru, Nizzolo, Visconti, Cataldo, Francesca Selva e il Ds Donati. L’iniziativa, vedrà in piazza oltre 200 sigle e fra queste c’è anche Legambiente che sottolinea: «Ridurre fino ad azzerare gli incidenti e i morti nelle città non è una sfida impossibile. Si parta dalla ricetta europea: più piste ciclabili e aree pedonali, riduzione dei limiti di velocità, apertura alla micromobilità elettrica».
Secondo l’ISTAT, sulle strade del nostro Paese muoiono quasi 10 persone ogni giorno e 665 restano ferite e Legambiente evidenzia che «Le oscillazioni delle cifre di questa strage – si alternano anni in cui il numero dei decessi diminuisce ad anni in cui cresce – dimostrano l’assenza di una efficace strategia nazionale per la sicurezza stradale e rendono lontanissimo l’obiettivo europeo di dimezzare il numero di morti entro il 2020. Eppure, si tratta di una strage che si può contrastare con interventi coraggiosi e lungimiranti come stanno facendo già altre città europee».
I l Cigno Verde fa l’esempio di Oslo ed Helsinki dove nel 2019 si sono registrati zero morti tra i pedoni e ciclisti sulle sue strade e spiega che «Ciò è stato possibile grazie ad un insieme di interventi che hanno ridotto la velocità di circolazione nelle aree urbane con priorità per gli spostamenti sui mezzi pubblici, creato spazi sicuri e continui per la mobilità ciclabile, ampliato progressivamente le aree pedonali in tutti i quartieri. Una ricetta che funziona e deve essere replicata anche in Italia, perché permette non solo di aumentare la sicurezza per i pedoni, ma anche di riqualificare gli spazi urbani e di ripensare la mobilità sostenibile, dando una valida alternativa all’uso della macchina rendendo le città più vivibili».
Come evidenzia anche la classifica di Ecosistema Urbano 2019, in Italia negli ultimi anni diversi grandi centri urbani stanno lavorando per mettere in campo esperienze virtuose, ma la strada per le migliorare le proprie performance ambientali è ancora lunga come dimostrano grandi città ancora in fondo alla classifica: come Torino (88°), Roma (89°) e Palermo (100°).
Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, conclude: «Saremo in piazza domenica per chiedere sul fronte della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile interventi coraggiosi e progetti lungimiranti anche attraverso uno specifico fondo per la sicurezza stradale e la riqualificazione dello spazio pubblico. In ambito urbano chiediamo a Governo e Parlamento di rivedere le regole di circolazione, limitando la velocità per le auto a 30 km/ora in tutti i quartieri e permettendo a tutti i mezzi a emissioni zero di circolare su strada, rispettando le regole previste oggi per le biciclette – che nell’antiquato codice della strada italiano sono ancora nominate “velocipedi” e accompagnando così un processo di innovazione che sta andando avanti a ritmi velocissimi nella micromobilità elettrica. Basta con una idea per cui le strade appartengono alle auto! In città occorre non solo allargare la rete di piste ciclabili e le aree pedonali, ma aprire la circolazione stradale a tutti i mezzi che non inquinano e che rispettano determinate regole. Occorre cambiare il codice della strada per aggiornarlo al tempo della mobilità a emissioni zero e semplificare norme tecniche (per potenza, luci, ecc.) in modo da rendere chiaro il percorso di omologazione per tutti i mezzi della micromobilità elettrica».
Legambiente ricorda che la riduzione del prezzo delle batterie sta portando a una diffusione di mezzi di ogni tipo – monopattini, monowheel, segway, hoverboard, ecc. – e tanti altri vengono utilizzati nelle città asiatiche per il trasporto delle persone e delle merci, dove vengono facilitati dalle norme di circolazione, proprio perché non inquinano. Inoltre queste innovazioni aiutano la circolazione di tutte le persone con difficoltà motorie, perché possono muoversi su mezzi che permettono di superare barriere e offrire autonomia negli spostamenti. Eppure oggi in Italia queste innovazioni trovano ostacoli di ogni tipo e addirittura nel milleproroghe è stato introdotto un approccio punitivo nei confronti di questi mezzi definiti “atipici” per la circolazione su strada, con multe fino a 800 euro e la distruzione del mezzo. Quando al contrario bisognerebbe chiarire le regole per l’utilizzo e le procedure di omologazione dei mezzi.