Innalzamento del livello del mare: due dighe lunghe 475 e 160 Km per proteggere le coste del nord Europa
Una nel Mare del Nord tra Scozia e Norvegia e una tra Francia e Inghilterra. Un progetto che è un avvertimento su quel che potrebbe succedere se non facciamo niente contro il cambiamento climatico
[2 Marzo 2020]
L’innalzamento del livello del mare potrebbe far finire sott’acqua o creare grossi problem nell’Europa del nord e lo studio “NEED The Northern European Enclosure Dam for if climate change mitigation fails”, pubblicato sul Bulletin of the American Meteorological Society da Sjoerd Groeskamp, del NIOZ Royal Netherlands Institute for Sea Research e dell’università di Utrech,t e da Joakim Kjellsson del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research e dell’università Christian-Albrechts-Universitat di Kiel propone un’ipotesi che – anche dopo le recenti tempeste con onde mai viste che hanno colpito la Gran Bretagna – sta diventando sempre meno fantascientifica: «Una diga lunga 475 km tra il nord della Scozia e l’ovest della Norvegia e un’altra di 160 km tra il punto ovest della Francia e il sud-ovest dell’Inghilterra»
Secondo il ricercatore olandese e quello svedese che lavora per GEOMAR, le due colossali dighe «Potrebbero proteggere più di 25 milioni di europei dalle conseguenze di un previsto innalzamento del livello del mare di diversi metri nei prossimi secoli». I costi, valutati in 250 – 500 miliardi di euro, «sono “semplicemente” lo 0,1% del prodotto nazionale lordo, annualmente su 20 anni, di tutti i Paesi che sarebbero protetti da tale diga».
Groeskamp fa notare che «Oltre ad essere una possibile soluzione, la progettazione di una diga così estrema è soprattutto avvertimento. Rivela l’immensità del problema che incombe sulle nostre teste. La costruzione di una tale diga per recintare il Nord Europa sembra tecnicamente fattibile. La profondità massima del Mare del Nord tra Francia e Inghilterra è appena di 100 metri. La profondità media tra Scozia e Norvegia è di 127 metri, con un massimo di 321 metri appena al largo della costa della Norvegia. Al momento siamo in grado di costruire piattaforme fisse a profondità superiori a 500 metri, quindi anche una diga del genere sembra fattibile».
Però, gli autori dello studio riconoscono che le conseguenze di questa diga sulla fauna selvatica del Mare del Nord sarebbero enormi: «La marea scomparirebbe in gran parte del Mare del Nord, e con essa il trasporto di limo e sostanze nutritive. Il mare alla fine potrebbe persino diventato un lago d’acqua dolce. Ciò cambierà drasticamente l’ecosistema e quindi avrà un impatto anche sul settore della pesca – spiega Groeskamp – Abbiamo stimato i costi finanziari per la costruzione della diga estrapolando, ad esempio, i costi delle grandi dighe in Corea del Sud. Nel calcolo finale, dobbiamo anche tenere conto di fattori quali la perdita di entrate derivante dalla pesca nel Mare del Nord, l’aumento dei costi per la navigazione attraverso il Mare del Nord e i costi delle gigantesche pompe per trasportare tutta l’acqua dei fiumi che attualmente confluisce nel Mare del Nord dall’altra parte della diga».
Kjellsson evidenzia che «Secondo i nostri standard attuali, la portata di tale progetto sembra del tutto inconcepibile. A parte le sfide tecniche di un tale progetto, avrebbe ovviamente enormi implicazioni per le industrie della pesca e della navigazione, per non parlare dell’influenza sull’ecosistema marino del Mare del Nord e oltre. Tuttavia, un tale sistema, se tecnicamente fattibile, potrebbe essere più economico delle singole misure di protezione costiera nei 15 stati rivieraschi. Non pensiamo davvero che un simile progetto debba essere attuato. Vorremmo sottolineare che l’opzione migliore è quella di agire contro i cambiamenti climatici e di impedire che tale soluzione diventi necessaria. Volevamo anche mostrare le immense sfide che dovremo affrontare se non riusciremo a tenere sotto controllo il riscaldamento globale nei prossimi decenni. Quindi le generazioni future dovranno affrontare problemi di questa portata, o enormi aree di terra diventeranno inabitabili e milioni di persone dovranno trasferirsi nell’entroterra».
Groeskamp conclude: «In definitiva, la descrizione di questa diga estrema è più un avvertimento che una soluzione. I costi e le conseguenze di una tale diga sono davvero enormi. Tuttavia, abbiamo calcolato che il costo di non far nulla contro l’innalzamento del livello del mare sarebbe in definitiva molto più elevato. Questa diga rende quasi tangibili le conseguenze dell’innalzamento del livello del mare; un innalzamento del livello del mare di 10 metri entro il 2500 secondo gli scenari più desolati. Questa diga è quindi soprattutto un appello a fare ora qualcosa per il cambiamento climatico. Se non facciamo nulla, questa diga estrema potrebbe essere l’unica soluzione».