Plastic Tax, Greenpeace: «Inaccettabile sfruttare l’emergenza Coronavirus per tutelare interessi industriali. Il governo ascolti la scienza»

Muroni e Fioramonti:«Il governo tenga la rotta su sostenibilità ambientale e Green Deal. No ritorni al passato e derive alla “tana liberi tutti” in nome del PIL»

[2 Aprile 2020]

Unionplast, la federazione confindustriale delle imprese trasformatrici delle materie plastiche, è da tempo in pressing sul governo per abolire la blanda plastic tax e ha ricevuto l’appoggio del centro-destra e di Italia viva che chiedono anche l’abolizione della sugar-tax.  Unionplast, appena scoppiata l’emergenza Coronavirus aveva detto: «Chiediamo che il governo, in un Paese che oggi più che mai si ferma a riflettere sui cardini dell’eccellente stile di vita cui siamo abituati, riveda profondamente la portata di una tassa vessatoria e iniqua che non farà bene alla nostra industria, all’ambiente e all’Italia». Ieri il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha aperto a queste richieste: «Sono allo studio una serie di riflessioni aperte sulla plastic tax», anche se ha avvertito che «Questa riflessione non è indirizzata né verso la sospensione né verso l’applicazione; ma è all’attenzione del ministero dell’Economia e che avendo una connotazione più ampia deve passare necessariamente sul tavolo del Consiglio dei ministri».

La piega che stanno prendendo le cose non piace per niente a Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace, che ha evidenziato che «Sfruttare opportunisticamente la situazione emergenziale dovuta al Covid-19 per tutelare gli interessi industriali dei produttori di plastica usa e getta è inaccettabile, soprattutto considerando che i dispositivi medici sono esclusi dalla plastic tax. La verità è che non abbiamo ancora quasi nessuna certezza riguardo l’emergenza Covid-19: in questa crisi sanitaria le nostre scelte di acquisto e quella dei decisori politici devono basarsi sulla scienza e sui consigli degli operatori sanitari, non sui suggerimenti di un settore industriale che cerca di sfruttare questa situazione come un’opportunità per mantenere inalterato il proprio modello di business».

Sull’ipotesi di sospensione o cancellazione della plastic-tax intervengono anche Rossella Muroni (Liberi e Uguali) e Lorenzo Fioramonti (Gruppo Misto), che in una nota congiunta sottolineano che «Rimangiarsi la plastic-tax nell’emergenza coronavirus sarebbe un errore madornale. Capiamo la riflessione aperta nel governo sulle misure che possono aiutare il Paese a ripartire, ma sospendere o cancellare la plastic-tax sarebbe un clamoroso ritorno al passato. Sbaglia chi nella maggioranza ha la tentazione di cedere. Tanto più che una tassa sulla plastica monouso fatta bene, modulata e che escluda i prodotti compostabili, in plastica riciclata e presidi sanitari, è giusta perché orienta la produzione e i consumi verso stili di vita più sostenibili. Ricordiamo poi che la plastic-tax già esiste in altri Paesi».

Per la Muroni e Fioramonti sono poi «Irricevibili poi le false soluzioni spacciate dalla destra italiana che con la Lega propone vergognosi condoni edilizi e fiscali e con FdI chiede di dirottare tutte le risorse dal Green Deal europeo all’emergenza. Come se non fosse già scritto nella storia quanto i condoni hanno devastato conti pubblici, legalità, territorio e sicurezza dei cittadini. E come se non fosse evidente che le emergenze del nostro tempo, dalla crisi climatica alla pandemia in corso, siano legate al nostro modello di sviluppo e ai fossili. Al contrario, ora più che mai abbiamo bisogno del Green Deal per uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia puntando su innovazione amica dell’ambiente, rinnovabili, efficienza, modello circolare ed equità. Ossia su uno sviluppo sostenibile e proprio per questo più competitivo. Al Governo chiediamo di mantenere la rotta del Green deal e di non inseguire la destra nel campo ‘tutto è lecito nel nome del Pil’. Questa crisi ci dimostra, ancora una volta, che l’unica crescita possibile in futuro sarà quella che mette al centro la salute delle persone e dell’ambiente».

Secondo stime recenti, la produzione di plastica quadruplicherà i volumi attuali entro il 2050 e sarà responsabile del 20 per cento del consumo mondiale di combustibili fossili, aggravando ulteriormente l’emergenza ambientale e climatica del Pianeta.

Greenpeace Italia conclude: «La pandemia in corso ci insegna semmai che non bisogna aggravare il degrado ambientale del nostro Pianeta, come invece contribuisce a fare l’inquinamento da plastica. E’ quindi necessario non tornare indietro su tutti quei provvedimenti, inclusa la plastic tax, che vogliono garantire una transizione ecologica verso soluzioni con basso impatto ambientale».