Il governo, gli ecobonus e il consumo di suolo: eppur si muovono (e sono legati)
[3 Ottobre 2013]
Mentre Berlusconi segnava probabilmente la fine della sua parabola politica con la più umiliante retromarcia mai vista in un’aula parlamentare, al governo col ministero dell’Ambiente proseguivano le riunioni dei Gruppi di Lavoro istituiti dal ministro Andrea Orlando per approfondire gli ambiti attuativi del Disegno di legge sul consumo del suolo, approvato dal Governo il 15 giugno.
Il primo ottobre, si sono riuniti i gruppi sul “Contenimento dell’uso del suolo agricolo e prevenzione del dissesto idrogeologico”, coordinato da Francesco Mariotti e sulla “Rigenerazione delle aree industriali dismesse o degradate” coordinato da Gianfranco Borghini ed ai quali hanno partecipato rappresentanti di Anci, Politecnico di Torino, Università di Perugia, Ordini degli Ingegneri e dei Geologi, Wwf, Lipu, Ispra, Cna, Cisl, Confindustria, Lega Coop e Stati generali green economy.
Il ministero in una nota sottolinea che «Nel corso degli incontri sono state avanzate riflessioni ed osservazioni sulla complessità del quadro normativo vigente anche in relazione all’articolazione dei vari livelli di governo del territorio. Le proposte che scaturiranno dal lavoro dei predetti gruppi, congiuntamente a quelle elaborate da quello sul “Riuso del suolo edificato e la rigenerazione del patrimonio urbano e rurale”, coordinato dall’Architetto Franco Lorenzani, costituiranno un significativo contributo di approfondimento sui temi e sugli aspetti attuativi del Disegno di legge».
Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha sottolineato che «Nulla è cristallizzato in norme e quindi che il confronto con le associazioni è importante». Intanto gli Ecologisti democratici e Silvia Fregolent, responsabile economica del deputati Pd, colgono un aspetto di questa strana crisi di governo annunciata ed abortita per mano dello stesso Berlusconi: «L’Italia ha bisogno di riforme e di interventi capaci di risollevare l’economia e promuovere la buona occupazione, incentivare il potere d’acquisto ed i consumi. Gli ecobonus rientrano pienamente in queste categorie: ha fatto bene il Presidente Enrico Letta a citare tali misure, varate dal governo e sollecitate dal Parlamento, come esempio di azione efficace e concreta di buona politica».
Mentre Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, sottolinea: «Letta ha presentato l’eco-bonus per l’efficienza energetica e per gli interventi di consolidamento antisismico come una delle misure più importanti prese dal governo per rilanciare l’economia, ribadendo l’impegno più volte assunto dall’esecutivo di stabilizzare l’eco-bonus. E’ importante che questo impegno si concretizzi nella Legge di Stabilità, come chiesto dalla risoluzione di cui sono primo firmatario approvata all’unanimità in seduta congiunta dalle Commissioni Ambiente e Finanze della Camera. Il credito di imposta per l’efficienza energetica in edilizia, è stata la misura anticiclica di gran lunga più importante che è stata attivata in questi anni: ha attivato 1,4 milioni di interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti e la creazione di 50mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie. Da un rafforzamento di queste politiche, che fronteggiano la crisi con un’idea del domani, possono dipendere almeno 100mila posti di lavoro. Il futuro dell’edilizia, infatti, non è legato a nuova consumo di suolo, ma è legato alla qualità, all’efficienza energetica, alla sicurezza».
Il ministero dell’Ambiente ha previsto anche altre priorità, come la promozione di misure di green economy negli acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione, che sono oggetto di un disegno di legge, su cui viene chiesto un appoggio, un confronto ed eventuali suggerimenti alle associazioni ambientaliste, convocate al ministero proprio per informarle delle iniziative.