La bestia pazza del Madagascar. Grosso quanto un gatto simile a un tasso, viveva dove non avrebbe dovuto esserci: in mezzo agli ultimi dinosauri (VIDEO)

Alla scoperta dell’Adalatherium e di un altro incredibile e “snodato” pezzo del puzzle dell’evoluzione

[30 Aprile 2020]

In termini evolutivi, è noto che le isole sono qualcosa di strano: sono luoghi dove gli animali si evolvono per milioni di anni in isolamento, con diverse fonti alimentari, concorrenti, predatori e parassiti, qualcosa di molto diverso rispetto alle specie della terraferma. Quindi si sono sviluppate forme di vita diverse per aspetto e dimensioni che a loro volta si sono evolute in nuove specie che, dato loro il tempo sufficiente, genereranno ancora altre nuove specie.

Ma lo studio “Skeleton of a Cretaceous mammal from Madagascar reflects long-term insularity”, pubblicato su Nature da un folto gruppo internazionale di ricercatori, rivela qualcosa di eccezionale anche per il Madagascar, l’isola che forse ha avuto una storia evolutiva più singolare di tutte. Infatti i ricercatori guidati da David Krause del Denver Museum of nature and science e della Stony Brook University hanno scoperto un nuovo, lo scheletro quasi completo (il più completo per qualsiasi mammifero mesozoico mai scoperto nell’emisfero meridionale) di un bizzarro mammifero che 66 milioni di anni fa viveva in Madagascar, che hanno chiamato Adalatherium, che è tradotto dalle lingue malgascia e greca e significa “bestia pazza”.

L’ Adalatherium è solo l’ultimo di una serie di bizzarri animali fossili scoperti da Krause e dal suo team di ricerca sul Madagascar negli ultimi 25 anni.   Scoperte precedenti comprendono una rana gigante, corazzata e predatrice ( Beelzebufo ), un coccodrillo vegetariano col naso da carlino ( Simosuchus ) e un piccolo dinosauro con il becco dentato ( Masiakasaurus ). I ricercatori ricordano che «La stessa isola è oggi piena di animali (e piante) che non si trovano in nessun’altra parte del pianeta, tra i quali coleotteri sibilanti, insetti giraffa, rane pomodoro, gechi satanici dalla coda a foglia, camaleonti pantera e tenrec striati per citarne alcuni. E, naturalmente, c’è il gruppo a parte di mammiferi – i lemuri – resi famosi nei cartoons Madagascar. Solo poche migliaia di anni fa, la fauna del Madagascar includeva anche uccelli elefanti da 1400 libbre, lemuri delle dimensioni di un gorilla e ippopotami pigmei». Tutto ciò che ora sappiamo del biota dell’isola, passato e presente, conferma ciò che è stato affermato da uno dei primi visitatori dell’isola, il naturalista francese Philibert Commerson, che scrisse nel 1771  che  «Il Madagascar è la terra promessa dal naturalista. Lì incontri forme bizzarre e meravigliose ad ogni passo».
Ma, anche così, Krause non riesce a nascondere la sua sorpresa per quanto ha scoperto: «Sapendo ciò che sappiamo sull’anatomia scheletrica di tutti i mammiferi viventi ed estinti, è difficile immaginare che un mammifero come Adalatherium avrebbe potuto evolversi; piega e infrange anche molte regole».

Al Denver Museum spiegano che «In effetti, sebbene una ricostruzione realistica possa indurre a pensare che Adalatherium fosse un normale tasso, la sua “normalità” è letteralmente solo apparente. Sotto la superficie, il suo scheletro è a dir poco “stravagante”. Ha caratteristiche primitive nella parte del  muso (come un osso prenasale) che non si sarebbe visto per 100 milioni di anni nel lignaggio che porta ai mammiferi moderni».

La “Bestia Pazza” aveva più buchi (foramina) sul muso rispetto a qualsiasi altro mammifero noto, buchi che servivano per ospitare nervi e vasi sanguigni che facevano del suo muso qualcosa di eccezionalmente sensibile e ricoperto di baffi. E sulla punta del muso aveva un buco molto grande che non era mai stato riscontrato in nessun mammifero conosciuto, vivente o estinto. Anche i denti dell’Adalatherium erano molto diversi rispetto a qualsiasi mammifero conosciuto e la sua spina dorsale aveva più vertebre di qualsiasi mammifero mesozoico e una delle ossa delle sue gambe era stranamente curva.

Era grosso più o meno quanto un gatto o un opossum della Virginia, quindio insolitamente grande per i mammiferi della sua epoca che vivevano a fianco degli ultimi ed erano molto più piccoli, in media delle dimensioni di un topo.

Gli scienziati spiegano che «L’Adalatherium appartiene a un gruppo estinto di mammiferi chiamati gondwanateriani perché i loro resti sono noti solo nell’antico supercontinente meridionale del Gondwana». I fossili di gondwanateriani sono stati trovati per la prima volta in Argentina negli anni ’80 ma poi sono en mersi anche da scavi in Africa, India, Penisola Antartica e Madagascar. Inizialmente si pensava che questi antichi mammiferi fossero imparentati con i moderni bradipi, i formichieri e armadilli, ma Krause  sottolinrea che «Ora si sa che hanno fatto parte di un grande esperimento evolutivo, facendo le loro cose a parte, un esperimento che è fallito ed è stato espulso nell’Eocene, circa 45 milioni di anni fa».

Prima della scoperta dello scheletro quasi completo di Adalatherium , i gondwanateriani erano noti solo da denti isolati e frammenti di mascella, ad eccezione di un cranio del Madagascar descritto da Krause e dal suo team nel 2014. Ora il team di ricerca dice che «La completezza e l’eccellente conservazione dello scheletro di Adalatherium  aprono nuove finestre su come apparivano i gondwanateriani e su come vivevano», ma le sue bizzarre caratteristiche pongono ancora molti interrogativi al team scientifico.

Uno degli autori dello studio, Simone Hoffmann del Department of anatomy, College of osteopathic medicine del New York Institute of Technology, ribadisce che «Adalatherium è la più strana delle cose strane. Cercare di capire come si muoveva è quasi impossibile perché, ad esempio, il suo anteriore ci sta raccontando una storia diversa rispetto al suo posteriore». Il team di ricerca sta ancora scoprendo altri indizi ma pensa che, «sebbene Adalatherium potesse essere un potente animale da scavo, fosse in grado di correre e potenzialmente aveva anche altre forme di locomozione».

La bizzarria del “bestia pazza” è stata resa possibile probabilmente dalla storia della  tettonica a placche del  Gondwana: «L‘adalatherium è stato trovato in rocce risalenti alla fine del Cretaceo, 66 milioni di anni fa – spigano ancora i ricercatori – Il Madagascar, con il subcontinente indiano annesso ad est, si separò dall’Africa oltre 100 milioni di anni prima e alla fine si isolò come un’isola nell’Oceano Indiano quando il subcontinente indiano si staccò circa 88 milioni di anni fa e si spostò verso nord. Questo isolò il lignaggio che alla fine portò l’Adalatherium ad evolversi, isolato dalle popolazioni della terraferma, per oltre 20 milioni di anni» e Krause aggiunge che si tratta di «Molto tempo per sviluppare le sue molte pazzesche caratteristiche».

La documentazione fossile dei primi mammiferi dell’emisfero settentrionale è molto migliore rispetto a quella per l’emisfero meridionale e Krause conclude: «Adalatherium è solo un pezzo, ma un pezzo importante, in un puzzle molto grande sulla prima evoluzione dei mammiferi nell’emisfero meridionale. Purtroppo, la maggior parte dei pezzi sono ancora mancanti. Più di ogni altra cosa, questa scoperta evidenzia ai ricercatori quanto resta ancora da imparare, facendo nuove scoperte, sui primi mammiferi in Madagascar e in altre parti dell’ex Gondwana».

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  • Adalatherium Head Turn