Connect 2030: le tecnologie ICT al servizio degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (VIDEO)

Ma nel mondo 3,6 miliardi di persone e restano offline, incapaci di accedere a istruzione, occupazione e consigli e servizi sanitari essenziali

[18 Maggio 2020]

In occasione del  World telecommunication and information society day che si è celebrato ieri, l’International telecommunication union (Itu), ha evidenziato che il 2020 «è segnato dalle molteplici conseguenze della pandemia di Covid-19 in numerosi Paesi di tutto il mondo, questa crisi rappresenta un’occasione unica per riflettere sui progressi nel settore delle information and communication technologies (ICT).  Bisogna immaginare come le nuove tecnologia, quali il 5G, i trasporti smart, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale e la blockchain, possono contribuire a migliorare la vita quotidiana delle popolazioni e a favorire lo sviluppo sociale ed economico».

E la Connect 2030 Agenda dell’Itu  mette proprio l’accento sul modo in cui i progressi tecnici nei prossimi 10 anni contribuiranno a raggiungere più rapidamente i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Onu. Infatti, negli Sdg adottati dalla comunità internazionale viene riconosciuto che l’espansione dell’informatica e delle telecomunicazioni e dell’interdipendenza mondiale delle attività hanno il potenziale di accelerare i progressi  dell’umanità e di ridurre il gap tecnologico. Un gap enorme: secondo il rapporto Measuring digital development: Facts and figures 2019 del’Itu, nel mondo circa 3,6 milliardi di persone non sono ancora connesse a Internet, e la maggioranza vive nei Paesi meno sviluppati dove appena 2 persone su 10 sono connesse.

A metà del XIX secolo, le linee telegrafiche si fermavano ai confini nazionali perché ogni Pease utilizzava un sistema e delle attrezzature differenti. I messaggi, prima di poter essere ritrasmessi nella rete telegrafica dei Paesi confinanti, dovevano essere trascritti, tradotti e passare di mano in mano alla frontiera. Una situazione alla quale si è cominciato a mettere fine il 17 maggio 1865, dopo 2 mesi di trattative, con la prima Convention télégraphique internationale firmata a Parigi che ha permesso di creare un quadro normativo uniforme.

Oggi, miliardi di persone in tutto il mondo si stanno adattando alla crisi del Covid-19 e  le tecnologie digitali sono state fondamentali per mantenere collegate la società e le economie: grazie a loro  gli scolari hanno mantenuto un contatto con la scuola attraverso strumenti di e-learning, le persone hanno potuto accedere a servizi medici essenziali con la telemedicina e altre soluzioni tecnologiche, stanno aiutando l’industria alimentare – ma anche i piccoli produttori – a vendere i prodotti attraverso gli smart network.

L’Itu evidenzia che «Sebbene le reti abbiano subito la tensione del Covid-19 – con alcune aziende che hanno riportato picchi di oltre il 300% sulla loro rete – ci sono state minime interruzioni della connessione. Questo è un risultato incredibile. Ma poiché miliardi di persone in tutto il mondo si affidano ora alle ICT per lavorare, studiare e tenersi in contatto con i propri cari mentre la crisi continua a diffondersi in tutto il mondo, portare queste tecnologie a tutti è più urgente e importante che mai».

Per farlo bisogna chiudere il digital divide e lavorare per i 3,6 miliardi di persone che restano offline, incapaci di accedere all’istruzione online, all’occupazione o ai consigli e servizi sanitari essenziali. In effetti, le ICT non sono solo in prima linea nella risposta al Covid-19. Dall’effetto positivo del commercio elettronico sulla riduzione della povertà, all’ottimizzazione delle pratiche agricole per combattere la fame, colmare il divario di genere e sviluppare strategie basate sulla tecnologia per combattere i cambiamenti climatici, la tecnologia ha il potere di cambiare la vita. Una cosa è chiara: il mondo ha bisogno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) e gli SDG hanno bisogno delle ICT. Ecco perché dobbiamo cogliere questa opportunità per accelerare lo sviluppo della nostra società digitale.

La Connect 2030 Agenda è una roadmap perché tutti i Paese  del mondo  possano colmare il digital divide e «stabilisce un percorso per creare ambienti migliori per gli investimenti nelle infrastrutture ICT e facilita lo sviluppo di nuove tecnologie come il 5G. A 10 anni dalla conclusione degli SDG, Connect 2030 funge da acceleratore per l’inclusione digitale.

Il segretario generale dell’Itu, Houlin Zhao, ha concluso: «La crisi Covid-19 mette alla prova il mondo. Sono ispirato dalla dedizione dei lavoratori ICT, dalla resilienza delle reti e dalla risposta della famiglia dell’ITU e della comunità ICT in un momento in cui la tecnologia è maggiormente necessaria, ma ora è il momento di sfruttare questa risposta per lavorare per chiudere il digital divide.  Sono fiducioso che usciremo da questa crisi più forti e con un rinnovato impulso a lavorare insieme per costruire un mondo digitale migliore dove nessuno venga lasciato indietro».

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