World Oceans Day 2020: proteggere il 30% degli oceani del mondo
Grethel Aguilar: scienza e blue economy per salvare gli oceani e per una ripresa resiliente
[8 Giugno 2020]
Quest’anno il World Oceans Day si concentra su 30×30: la spinta globale a proteggere almeno il 30% della terra e dell’oceano entro il 2030 e invita a firmare la petizione 30×30 per il nostro pianeta blu. Pubblichiamo una dichiarazione sul World Oceans Day di Grethel Aguilar, direttrice generale dell’International Union for Conservation of Nature (Iucn):
Immaginate il profondo oceano blu, un immenso alleato che fornisce cibo e ossigeno, regola il nostro clima, collega le coste lontane e serve l’umanità come fonte di sviluppo sociale ed economico.
Quell’oceano è in pericolo e le recenti ricerche scientifiche destano ancora più preoccupazione per la sua salute. Solo lo scorso anno, l’Ocean Deoxygenation report dell’Iucn, l’Ipcc Special Report on Ocean and Cryosphere in a Changing Climate e l’IPBES Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services ci hanno aiutato a capire che le nostre attività stanno esaurendo i livelli di ossigeno nell’oceano, rendendo i mari più caldi e la biodiversità più acida e minacciata.
Ora comprendiamo meglio le molteplici minacce alla vita marina e ciò che deve essere fatto per proteggere i mari per le generazioni future. Ma la comprensione ci porta poco lontano: dobbiamo agire in base alla nostra conoscenza e dobbiamo farlo con urgenza, perché l’umanità sta distruggendo l’oceano. Più che mai, dobbiamo trattare questo fantastico alleato con il massimo rispetto. Abbiamo bisogno di un oceano sano per le persone sane.
Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di una risposta politica forte e coordinata che canalizzi gli approfondimenti scientifici sull’efficace conservazione degli oceani, dai nuovi accordi commerciali internazionali e rafforzati alla migliore gestione delle risorse marine. Dobbiamo anche lavorare con le comunità costiere, facendo nostre le loro conoscenze e innovazioni tradizionali.
Per fortuna, stiamo facendo passi avanti positivi. Gli Stati stanno lavorando a un nuovo strumento internazionale giuridicamente vincolante per la biodiversità marina nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, progettato per migliorare la conservazione e l’uso sostenibile della vita marina in alto mare. Questo strumento deve stabilire linee guida chiare per proteggere la vita nelle acque profonde da attività come l’estrazione mineraria nei fondali marini profondi. Altrove, sono in corso negoziati tra gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale del commercio per porre fine ai sussidi alla pesca dannosi, che minacciano le risorse marine del mondo.
Anche la comunità imprenditoriale globale sta prendendo provvedimenti per la salute degli oceani: la nuova emergente “blue economy” è molto promettente. In quest’area gli investitori sono alla ricerca di opportunità di investimento sostenibili e per soddisfare questa domanda, strutture come il Blue Natural Capital Financing Facility stanno iniziando a offrire opportunità di investimento che generano resilienza ai cambiamenti climatici, ripristino della biodiversità e ritorno degli investimenti.
Nell’ambito di questi positivi passi avanti, le popolazioni indigene e le comunità locali condividono le loro conoscenze e pratiche tradizionali, rendendo ad esempio i progetti di acquacoltura più sostenibili. Inoltre, le comunità e le organizzazioni costiere chiedono che gli oceani sani partecipino alla ripresa globale dalla pandemia di Covid-19, in modo che non solo riabilitiamo il mondo, ma assicuriamo che sia davvero prospero.
Tutto ciò è una buona notizia e ci dà motivo di speranza attraverso l’azione.
Mentre entriamo nell’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development, nei prossimi 18 mesi eventi chiave forniranno opportunità essenziali per espandere soluzioni basate sulla scienza e promuovere azioni sul campo. L’ IUCN World Conservation Congress, che si terrà a Marsiglia nel gennaio 2021, sarà la prima pietra miliare di questo viaggio, che riunirà i responsabili politici, gli scienziati, le ONG, le organizzazioni delle popolazioni indigene e il settore privato per guidare l’azione di conservazione.
Ricordiamo che l’evidenza è chiara: l’attività umana rappresenta una grave minaccia per la salute dell’oceano su più fronti, ma abbiamo la scienza e capiamo cosa ci sta dicendo. In questo World Oceans Day, la nostra sfida è quella di accelerare la conversione di tale conoscenza in azione.
di Grethel Aguilar
direttrice generale dell’International Union for Conservation of Nature