Siccità: in Italia situazione più grave degli ultimi 60 anni e raccolti a rischio.
Fondazione Barilla: «La soluzione è nell'agricoltura sostenibile»
[13 Luglio 2020]
Studi e dati indicano che, a causa di una progressiva riduzione delle piogge dall’inizio dell’anno, in Italia mancano all’appello 23,4 miliardi di m3 di acqua, una quantità pari al volume del lago di Como. E la Fondazione Barilla avverte che «Con l’arrivo dell’estate, la situazione non dovrebbe migliorare, mettendo ulteriormente in difficoltà i nostri sistemi agroalimentari che sono allo stesso tempo causa ed effetto dei cambiamenti climatici e che – con la sola agricoltura – consumano il 70% dell’acqua dolce disponibile. Una situazione che può avere conseguenze economiche estremamente gravi per agricoltura, silvicoltura e pesca, che impiegano 1,3 milioni di italiani, generando un valore di 61,6 miliardi di euro. In questo scenario, la tecnologia e la digitalizzazione del settore agricolo possono essere parte di una transizione sostenibile che deve coinvolgere tutti gli attori della filiera . Servono interventi che aiutino l’agricoltura a limitare l’uso di risorse naturali e a rispondere alle conseguenze dei cambiamenti climatici, come nel caso della siccità. Possiamo migliorare la produzione agricola attraverso l’uso di tecnologie, digitali e geospaziali, garantendo l’accesso a tutti gli attori della filiera alimentare, investendo in strumenti di raccolta e condivisione di dati più accessibili».
Si tratta della più grave siccità degli ultimi 60 anni e la situazione che stiamo vivendo – senza preoccuparcene troppo – può avere conseguenze economiche estremamente gravi per agricoltura, silvicoltura e pesca, che impiegano 1,3 milioni di italiani, generando un valore di 61,6 miliardi di euro. Fondazione Barilla evidenzia che «Per superare le possibili crisi legate alla siccità – uno degli impatti del cambiamento climatico, insieme all’aumento delle temperature medie – bisogna ripensare, ricreare e reinventare la nostra agricoltura attraverso un uso e gestione sostenibile delle risorse idriche e nel rispetto dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. In quest’ottica, la tecnologia e la digitalizzazione del settore agricolo possono essere parte di una transizione sostenibile che deve coinvolgere tutti gli attori della filiera.
Secondo Riccardo Valentini, dell’università della Tuscia e dell’università russa dell’amicizia tra i popoli (RUDN) di Mosca e membro del comitato consultivo di Fondazione Barilla, «I sistemi agroalimentari in generale e l’agricoltura in particolare sono un elemento di fragilità della nostra società, non solo in Italia. Il fabbisogno di cibo, ma anche l’eccesso di cibo costituiscono una pressione crescente sulle risorse naturali del Pianeta. A questo si aggiunge un crescente impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse agro-alimentari. La tecnologia digitale sta portando a una vera e propria rivoluzione in tanti settori, perché non dovremmo fare altrettanto coi sistemi agroalimentari? I dati mostrano che il settore è ancora troppo poco digitalizzato, nonostante l'”Internet delle cose” abbia il potenziale per dare vita a una rivoluzione concreta, in linea con quanto delineato dalla strategia From Farm To Fork della Commissione Europea. Con Fondazione Barilla abbiamo realizzato lo studio “Digitalizzare l’Agrifood: percorsi e sfide”, con l’obiettivo di indagare e trovare soluzioni concrete per innovare il settore agroalimentare attraverso le nuove tecnologie. Abbiamo anche elaborato “10 Azioni Dal Campo Alla Tavola” per ripensare in chiave sostenibile i nostri sistemi alimentari. La tecnologia nella nostra agricoltura ha un ruolo importante nella transizione del settore. Sono fondamentali la digitalizzazione delle informazioni, la raccolta e condivisione di dati l’accesso tecnologico a tutti gli attori della filiera, specialmente i piccoli agricoltori. Potremmo creare reti per lo scambio di informazioni per favorire scelte e soluzioni innovative più sostenibili da parte di agricoltori e produttori e potremmo garantire protezione e regolamentazione dei dati. Per far fronte alla carenza di acqua nel nostro Paese, abbiamo bisogno di un sistema intelligente di monitoraggio e controllo dei consumi idrici. Abbiamo bisogno d’un sistema integrato di osservazioni mediante sensoristica Internet of Things, oggi siamo in grado di controllare lo stato idrico ed il consumo di acqua dalle singole piante fino ad osservazioni della copertura vegetale con satelliti e droni. In aggiunta possiamo integrare questi dati in tempo reale in sistemi intelligenti che fanno riferimento a tecniche di intelligenza artificiale (anche utilizzando sistemi di edge computing), fornendo agli agricoltori un’indicazione concreta per il momento ottimale per l’irrigazione aumentando così l’efficienza idrica utilizzando l’acqua solo quando effettivamente necessario».
Fondazione Barilla indica le 5 strategie per migliorare la gestione delle risorse idriche in agricoltura: L’adozione di un approccio integrato alla gestione di acqua e suolo a tutti i livelli; l’aumento della produttività delle acque piovane in agricoltura, che consentono la maggior parte della produzione di cibo a livello mondiale, e la raccolta delle acque piovane per ridurre il rischio di diminuzione del raccolto a causa di siccità; Il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di irrigazione grazie a una migliore manutenzione; l’utilizzo di irrigazione supplementare per l’agricoltura alimentata da pioggia per compensare deficit idrici di breve periodo ed evitare di compromettere le rese; l’adozione della irrigazione a goccia e della micro-irrigazione; favorire il riciclo e il riutilizzo dell’acqua; Promuovere su larga scala pratiche di agricoltura sostenibile, ad esempio, la rotazione delle colture, l’adozione di pratiche di conservazione che favoriscano l’infiltrazione e lo stoccaggio dell’acqua nel suolo».