Il calabrone asiatico alla conquista dell’Europa: è arrivato anche in Italia
Un nuovo rischio per le api da miele e per gli insetti impollinatori
[7 Giugno 2013]
Riccardo Scalera, un naturalista con oltre 16 anni di esperienza professionale nel campo della biologia della conservazione, la gestione della fauna selvatica e l’ecologia dei vertebrati, scrive sul suo interessante blog Nature conserva©tion: «Era facile prevedere l’arrivo del calabrone asiatico in Italia». Il calabrone asiatico (Vespa velutina) è una specie invasiva originaria dell’Asia e la sua presenza era stata segnalata per la prima volta in Europa in Francia. Gli individui acclimatatisi in Francia appartengono alla varietà nigrithorax. Probabilmente gli invasori sono i discendenti di femmine che potrebbero essere state introdotte con delle tarraglie importate da un agricoltore della Lot-et-Garonne che dice di aver visto questi calabroni nella sua proprietà nel 2004. L’insetto si è poi diffuso in gran parte del sud-est della Francia. Quindi il passaggio in Italia era solo questione di tempo.
Il genere vespa comprende 22 specie che vivono tutte nella regione asiatica (Asia centrale ed Asia del sud-est, solo due specie estendono il loro areale fino alle Filippine o alla Nuova Guinea. Fino al 2004 solo due specie estendevano il loro areale anche all’Europa: il calabrone europeo (Vespa crabro) ed il calabrone orientale (Vespa orientalis), ma mentre la Vespa crabro si trova in tutta Europa, la distribuzione del calabrone orientale si ferma alla Bulgaria, alla Grecia ed all’Italia ed è la sola specie di calabrone presente nell’Africa del nord.
La Vespa velutina è quindi il solo calabrone fino ad ora introdotto accidentalmente in Europa. La specie si caratterizza per una colorazione estremamente variabile, tanto che se ne distinguono una dozzina di varietà, tra le quali la nigrithorax che è stata decritta per la prima volta in India nel 1905. Il calabrone asiatico è molto facile da riconoscere perché vespa europea ad avere una livrea così scura: gli adulti sono bruno-nero e da lontano sembrano macchie sui oro enormi nidi coloniali. La varietà V. velutina nigrithorax ha il torace interamente bruno-nero vellutato con dei segmenti addominali bruni bordati da fini bande gialle. Solo il quarto segmento dell’addome è quasi interamente giallo-arancio. La testa è nera, la faccia giallo-arancio, gli arti gialli all’estremità. Si tratta quindi di un animale difficilmente confondibile con il calabrone europeo, Vespa crabro, rispetto al quale è leggermente più piccolo (misura circa 3 cm di lunghezza). La differenza è ancora più netta tra le regine che raggiungono i 3,5 tra le V. velutina e 4 tra le V. crabro.
La diffusione dal sud della Francia del calabrone asiatico è stata velocissima, circa 100 km all’anno, raggiungendo ben presto la Spagna, il Portogallo e il Belgio. Il ciclo di vita di questo insetto sociale è molto efficiente: ogni colonia, inizia da un singolo individuo, in grado di produrre diverse migliaia di operaie e centinaia maschi e nuovi fondatori, in grado di accoppiarsi e successivamente produrre nuove colonie. Il problema e che la ricerca per sviluppare un metodo di controllo efficace per calabroni asiatici è ancora in corso. La specie aliena specie non è più pericolosa per l’uomo del calabrone europeo e generalmente non è aggressiva e non attacca se non si disturbano le loro colonie. Ma ha una puntura molto dolorosa e conviene evitare di avvicinarsi ai loro grandi nidi (50-80 cm di diametro) che costruiscono su grandi alberi nelle aree urbane e rurali, ma anche in garage, capannoni, e talvolta in buchi nei muri o nel terreno.
Quando nel dicembre 2012 è stata pubblicato il rapporto “The impacts of invasive alien species in Europe” dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) si dava per probabile il prossimo arrivo del calabrone asiatico anche in Italia e in Gran Bretagna. Scalera scrive che «In realtà la notizia dell’arrivo di questo calabrone in Italia è stata diffusa nel maggio 2013, anche se il nuovo record della specie proviene da attività di monitoraggio svolte già nel novembre 2012».
Infatti dal 2007, dopo una serie di segnalazioni che denunciavano il rapido espandersi della Vespa velutina anche verso il confine italiano, prima è stato avviato un monitoraggio limitato ad alcuni siti nel nord-ovest del Piemonte e poi, dal 2010, anche in siti liguri. Un’attività svolta tra il 2010 e il 2012 dal Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell’università di Torino in collaborazione con il Centro di sperimentazione e assistenza agricola di Albenga (CeRsaa), nell’ambito di un più ampio progetto cofinanziato da Regione Liguria e CeRsaa: “Realizzazione di azioni di monitoraggio territoriale finalizzate all’erogazione di Servizi in ambito agro-ambientale”. Nel materiale raccolto dal CeRsaa a Loano nel novembre 2012, è stato identificato un adulto maschio di Vespa velutina che rappresenta la prima cattura di questa specie esotica invasiva in Italia.
Stefano Demichelis, Aulo Manino e Marco Porporato del Disafa spiegano che il csalabrone asiatico «Sembra in grado di arrecare gravi danni alle famiglie delle api da miele, che non sono in grado di difendersi efficacemente da questo predatore diversamente da quanto fanno le “cugine” asiatiche. Vespa velutina si dispone nei pressi degli alveari, dove attacca e uccide molte decine di api in poche ore, per poi cibarsene successivamente. Costruisce grandi nidi sugli alberi ed è attiva soprattutto nel periodo estivo fino all’inizio dell’autunno. Questa vespa può diventare una minaccia per l’apicoltura e pertanto la sua presenza va attentamente monitorata, anche a livello aziendale, e prontamente combattuta, ricordando che se si osserva uno spopolamento di alveari causati dagli attacchi di questa vespa è possibile che il nido sia presente entro un raggio di 300-500 metri».
Per Scalera «Questo dimostra che un efficace sistema di allarme precoce e risposta rapida per le specie aliene in Europa è urgente, in modo da evitare ulteriori impatti legati alle invasioni biologiche. La modellizzazione del rischio di invasione ha già suggerito che il calabrone asiatico Vespa velutina – o yellow-legged hornet per essere più precisi – potrebbe estendersi su gran parte d’Europa». Scalera si riferisce ad un articolo (Monitoring and control modalities of a honeybee predator, the yellow-legged hornet Vespa velutina nigrithorax (Hymenoptera: Vespidae), pubblicato su “Aliens che riprende le preccupazioni dell’università di Torino sul possibile impatto di queste vespe asiatiche invasive sulle api ed anche sulle vespe sociali, d’altronde, come il calabrone europeo le V. vetulina non disdegnano un vasto campionario di altri insetti.
Comunque le api sono tra le principali prede del calabrone asiatico e la sua diffusione in Italia potrebbe avere un impatto economico sulle attività di apicoltura che già soffrono a causa delle malattie che colpiscono gli alveari e per gli effetti dei pesticidi. Quindi i calabroni invasori possono essere un componente aggiuntivo per il declino delle popolazioni di api miele in Europa e le sue grandi e fameliche colonie, con una dieta così variegata, potrebbero avere un notevole impatto sulla biodiversità, colpendo duramente anche altri impollinatori selvatici e altri insetti utili.