Calotta glaciale della Groenlandia: il riscaldamento ha superato il punto di non ritorno
Anche se il clima dovesse raffreddarsi, i ghiacciai della Groenlandia continueranno a ridursi
[17 Agosto 2020]
«Quasi 40 anni di dati satellitari dalla Groenlandia dimostrano che i ghiacciai dell’isola si sono ridotti così tanto che anche se il riscaldamento globale si fermasse oggi, la calotta glaciale continuerebbe a ridursi». E’ quanto emerge drammatyicamente dallo studio “Dynamic ice loss from the Greenland Ice Sheet driven by sustained glacier retreat”, pubblicato su Communications Earth and Environment da un team di ricercatori statunitensi e olandesi, e questo vuol dire che i ghiacciai della Groenlandia hanno superato il punto critico in cui le nevicate che rimpinguano la calotta glaciale ogni anno non riescono a tenere più il passo con il ghiaccio che si scioglie e che scorre sempre più velocemente in mare.
La principale autrice dello studio sovvenzionato dalla NASA, Michalea King del Byrd Polar and Climate Research Center dell’Ohio State University (OSU), spiega: «Abbiamo esaminato queste osservazioni fatte con il telerilevamento per studiare come sono variati lo scarico e l’accumulo di ghiacci. E quello che abbiamo scoperto è che il ghiaccio che sta scaricando nell’oceano sta superando di gran lunga la neve che si sta accumulando sulla superficie della calotta glaciale».
I ricercatori hanno analizzato i dati satellitari mensili di oltre 200 grandi ghiacciai che si riversano nell’oceano intorno alla Groenlandia e le loro osservazioni mostrano quanto ghiaccio si spezza formando gli iceberg o si scioglie direttamente dai ghiacciai che sfociano nell’oceano. I dati mostrano anche quanto nevica ogni anno e quanto questo reintegri i ghiacciai. E’ così che hanno scoperto che, con me sottolineano all’OSU, «Durante gli anni ’80 e ’90, la neve accumulata e il ghiaccio sciolto o partorito dai ghiacciai erano per lo più in equilibrio, mantenendo intatta la calotta glaciale». Secondo i ricercatori, durante quel periodo le calotte glaciali della Groenlandia hanno perso in media circa 450 gigatonnellate di ghiaccio ogni anno dai ghiacciai che finivano in mare ma che sono state sostituiti dalle nevicate.
La king ha sottolineato: «Stiamo misurando il polso della calotta glaciale, la quantità di ghiaccio drenato dai ghiacciai ai bordi della calotta glaciale, che aumenta in estate. E quello che vediamo è che è stato relativamente stabile fino a che non c’è stato un grande aumento dello scarico di ghiaccio nell’oceano durante un breve periodo da cinque a sei anni».
L’analisi dei ricercatori ha scoperto che «La baseline di quell’impulso – la quantità di ghiaccio persa ogni anno – è iniziata ad aumentare costantemente intorno al 2000, facendo in modo che i ghiacciai perdessero circa 500 gigatonnellate all’anno. Le nevicate non sono aumentate allo stesso tempo e nell’ultimo decennio il tasso di perdita di ghiaccio dai ghiacciai è rimasto più o meno lo stesso, il che significa che la calotta ha perso il ghiaccio più rapidamente di quanto non sia stata reintegrata». La King aggiunge: «I ghiacciai sono stati sensibili allo scioglimento stagionale per tutto il tempo in cui siamo stati in grado di osservarlo, con picchi di scarico di ghiaccio in estate. Ma a partire dal 2000, quella fusione stagionale si è iniziata a sovrapporre a una baseline più elevata, quindi si sono avute ancora più perdite».
Prima del 2000, la calotta glaciale aveva più o meno e stesse possibilità di guadagnare o perdere massa ogni anno. Con il clima attuale, la calotta glaciale aumenterà di massa solo durante un anno ogni 100 anni.
La King evidenzia che «In tutta la Groenlandia, dal 1985 i grandi ghiacciai si sono ritirati in media di circa 3 chilometri, è una grande distanza. I ghiacciai si sono ridotti abbastanza da far sì che molti di loro si trovino in acque più profonde, il che significa che più ghiaccio è a contatto con l’acqua. L’acqua calda dell’oceano scioglie il ghiaccio del ghiacciaio e rende anche difficile per i ghiacciai tornare alle loro posizioni precedenti».
Ciò significa che anche se fossimo in qualche modo miracolosamente in grado di fermare la corsa del cambiamento climatico, il ghiaccio perso dai ghiacciai che lo trasportano nell’oceano supererebbe probabilmente comunque il ghiaccio prodotto all’accumulo di neve e che per un bel po’ di tempo la calotta glaciale continuerebbe a ridursi.
Un altro autore dello studio, Ian Howat, che insegna scienze della terra all’OSU, spiega a sua volta che «Il ritiro dei ghiacciai ha portato le dinamiche dell’intera calotta glaciale in un costante stato di perdita. Anche se il clima dovesse rimanere lo stesso o addirittura diventare un po’ più freddo, la calotta glaciale perderebbe comunque massa».
La scoperta è pessima: la contrazione dei ghiacciai in Groenlandia è un problema per l’intero pianeta. Il ghiaccio che si scioglie o si stacca dalle calotte glaciali della Groenlandia finisce nell’Oceano Atlantico e, infine, in tutti gli oceani del mondo. Il ghiaccio della Groenlandia è uno dei principali fattori che contribuiscono all’innalzamento del livello del mare: nel 2019, dalla calotta glaciale della Groenlandia si è sciolta o frantumata una quantità di ghiaccio tale da provocare un aumento del livelli degli oceani di 2,2 millimetri in soli due mesi.
Le nuove scoperte sono desolanti e scoraggianti, ma per ci sono anche dei lati positivi: «È sempre positivo imparare di più sugli ambienti dei ghiacciai, perché possiamo solo migliorare le nostre previsioni sulla rapidità con cui le cose cambieranno in futuro. E questo può solo aiutarci con le strategie di adattamento e mitigazione. Più ne sappiamo, meglio possiamo prepararci».