Burkina Faso: che fine ha fatto la terra degli uomini integri?
Nel Paese di Thomas Sankara più di 535.500 bambini di meno di 5 anni soffrono di malnutrizione acuta. Mai così tanti
[8 Settembre 2020]
Poco o nulla è rimasto del Burkina Faso creato dalla breve rivoluzione socialista di Thomas Sankara interrotta nel 1987 dal golpe omicida, orchestrato dalla Francia e da altre potenze occidentali che non potevano tollerare l’esempio di questo poverissimo e piccolo Paese che, spazzando via colonialismo e neocolonialsmo, dimostrava che gli africani possono camminare sulle proprie gambe, buttando via le stampelle occidentali, se non c’è qualcuno pronto ad azzopparli appena cercano di andare più veloci.
Sankara resta un mito per i giovani africani, continuamente tradito dai politici che se ne dichiarano suoi eredi senza averne il coraggio e la dignità e il Burkina Faso, la “la terra degli uomini integri”, oggi è uno dei Paesi più poveri del mondo, con più di un milione di profughi interni, il 60% dei quali bambini, e tre milioni di persone che vivono nell’insicurezza alimentare acuta, mentre bande di tagliagole islamiste attaccano e saccheggiano villaggi e combattono contro un esercito disperso anche su più fronti all’estero per contrastare il jihadismo che è tracimato a causa delle infelici e scriteriate politiche petrolifere nordaficane e di contenimento dei migranti dei Paesi occidentali.
Ora una nuova inchiesta nutrizionale, realizzata tra luglio e agosto, nelle comunità e nei siti di accoglienza dei profughi interni dall’ONG Davycas in appoggio al ministero della salute del Burkina Faso e sostenuta anche dal World food programme (Wfp) dall’Unicef, condotta in 11 communes dove si concentra i una forte popolazione di 576.972 di rifugiati interni sugli 1.013.234 censiti a livello nazionale, dimostra che «Più di 535.500 bambini di meno di 5 anni soffrono di malnutrizione acuta» e che di questi «156.500 presentano una forme grave».
Questi bambini malnutriti fino alla fame hanno un rischio di mortalità di 9 volte superiore a quelli ben nutriti e, inoltre, nel campo profughi della la commune de Gorgadji i tassi di mortalità infantile hanno superato la soglia di un decesso per 10.000 bambini al giorno.
James Mugaju, rappresentante aggiunto dell’Unicef in Burkina Faso, spiega che «I fattori aggravanti che portano al degrado della situazione nutrizionale dei bambini in queste località sono principalmente legati allo sfollamento delle popolazioni in seguito all’insicurezza, alla riduzione dell’accesso ai mezzi di sussistenza e alla riduzione dell’accesso alle cure e al cibo». Che poi sono i pilastri sui quali era intervenuto Sankara per creare in poco tempo un Paese più giusto e autosufficiente,
Mugaju aggiunge che «La pandemia di coronavirus ha brutalmente impattato sulle famiglie e sulle loro capacità di sovvenire ai bisogni primari dei loro bambini. I bambini pagano il tributo più pesante di una triplice crisi: sicuritaria, sanitaria e alimentare».
L’inchiesta di Davycas rivela che «A Gorom-Gorom, nella regione del Sahel e nel sito di accoglienza delle popolazioni sfollate di Barsalogho nella regione del Centre-Nord, il numero dei bambini di meno di 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta globale supera la soglia allarmante del 15% fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), raggiungendo rispettivamente il 18,4% e il 16,1%. In maniera altrettanto inquietante, le communes di Dori, Gorgadji, Bourzanga e Fada N’Gourma presentano delle prevalenze di classi elevate di malnutrizione acuta globale che variano dal 12,5 al 13,6%».
Le aree dove I bambini sono particolarmente colpiti dalla malnutrizione acuta sono anche quelle dove ci sono più famiglie che soffrono di insicurezza alimentare acuta.
Mugaju è molto preoccupato: «Dobbiamo ancora intensificare gli sforzi con i nostri partner e le autorità per assicurare la continuità dei servizi nutrizionali nelle zone difficili e offrire un pacchetto integrato di prevenzione e di presa in carico della malnutrizione, al fine di raggiungere questi bambini che hanno urgente bisogno. E’ essenziale perché una buona nutrizione per I bambini, nei loro primi giorni e primi mesi, li protegge contro le malattie e le infezioni e favorisce la loro guarigione quando cadono malati».
Di fronte a questa situazione, l’Unicef e I soi partner stanno intensificando le azioni sul territorio e gli agents de santé à base communautaire sono mobilitati per raggiungere le aree più isolate per trattare i m bambini malnutriti direttamente nelle loro comunità, Forniscono anche consigli e buone pratiche alimentari per nutrire i bambini più piccoli, anche in situazioni di emergenza.
Inoltre, l’Unicef sostiene le autorità sanitarie del Burkina Faso e ha raddoppiato gli sforzi per l’acquisto e la fornitura di latte e alimenti terapeutici necessari al trattamento della malnutrizione acuta. Alle formations sanitaires sono già state fornite 737 tonnellate di alimenti terapeutici e nel 2020 sono stati finora trattati 51.685 bambini con malnutrizione acuta.
Una goccia nella disperazione di un Paese che era sembrato immune dell’estremismo islamista e che ora si trova attaccato sia delle bande islamo-fasciste che dal cambiamento climatico che devasta il Sahel.
Probabilmente, se tornasse, Sankara non riconoscerebbe la sua terra degli uomini integri, ma altrettanto probabilmente si metterebbe al lavoro al fianco di chi vuole salvare i suoi bambini e il suo futuro.