Il bilancio di Puliamo il mondo 2020: 300 mila partecipanti per ripulire l’Italia dai rifiuti
Legambiente: un’edizione straordinaria. Recepire la direttiva Ue sulla plastica monouso e approvare subito la legge Salvamare
[28 Settembre 2020]
Lo slogan era “Per eliminare le tossine a volte basta il cestino” e, invece, la macchina di Puliamo il Mondo non è stata fermata nemmeno dalla pandemia: «Sono circa 300 mila i volontari – dicono a Legambiente – che quest’autunno, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, hanno risposto e risponderanno all’invito a scendere tra le strade, nei parchi, in spiaggia, lungo le sponde dei fiumi, nei centri e nelle periferie di piccole e grandi città in tutta Italia, al richiamo dello slogan “fai l’attività fisica che fa bene a te, ma anche all’ambiente”».
Un calendario che per la prima volta prosegue oltre il canonico ultimo weekend del mese (25, 26 e 27 settembre) e che si estende anche a ottobre, complice il maltempo che questo fine settimana ha causato lo slittamento di alcuni appuntamenti in programma.
Ben 41 le associazioni che hanno aderito a questa edizione di Puliamo il Mondo, anche nella sua formula Puliamo il Mondo dai pregiudizi, serie di iniziative sui temi dell’integrazione, della convivenza e della coesione sociale contro ogni forma di violenza e razzismo, organizzata per “spazzare via rifiuti e pregiudizi”.
La 28esima edizione della versione italiana di Clean Up the World è stata anche la più grande mobilitazione di cittadinanza attiva organizzata nella Penisola dopo i mesi del lockdown e il Cigno Verde evidenzia che «Da Nord a Sud, il coronavirus non ha fermato però nemmeno i gesti di inciviltà e incuria per il pianeta. Anzi. Ha aggiunto “nuovi” rifiuti a quelli che già inquinavano i territori: prime fra tutti le mascherine, rinvenute a migliaia tra parchi e litorali ancora una volta soffocati dalla plastica e dall’usa e getta. Tra le tipologie di rifiuti ritrovati anche mozziconi di sigaretta, sacchetti, contenitori per cibo e bevande in plastica e in alluminio, rifiuti ingombranti abbandonati indiscriminatamente nella natura come gli pneumatici fuori uso».
Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, sottolinea che «La nostra storica campagna sui rifiuti conferiti illegalmente da cittadini maleducati e non raccolti da amministrazioni disattente, che alimentano il fenomeno del marine litter, ha fatto emergere il problema di una nuova ondata di rifiuti usa e getta, perché purtroppo si è diffusa la sbagliata convinzione che il monouso riduca il rischio del contagio da Covid. Dopo un decennio di conquiste su questo fronte, con le leggi sulle buste di plastica, i cotton fioc e le microplastiche nei cosmetici, siamo tornati indietro. Per recuperare il ritardo accumulato negli ultimi sei mesi della pandemia, serve approvare il recepimento italiano della direttiva europea sulla plastica monouso prima della scadenza del luglio 2021 e, al più presto, anche il disegno di legge Salvamare ancora in discussione in Senato, approvato dalla Camera ormai quasi un anno fa».
La tendenza alla ripresa dei rifiuti usa e getta è confermata anche dall’indagine Park Litter 2020 condotta in 73 parchi urbani da Legambiente: 27.854 i rifiuti raccolti e catalogati, circa 4 ogni m2, il 60% plastica e il 32% mozziconi di sigaretta. A farla da padrone sono i prodotti “usa e getta” e “packaging”, rispettivamente il 29% e il 27% sul totale dei rifiuti rinvenuti. «In particolare – spiega ancora Legambiente – su un numero complessivo di 8.082 oggetti “usa e getta” recuperati, il 28% è costituito da tappi di bottiglia o barattoli e/o linguette di lattine, l’11% da tappi e coperchi e/o anelli di plastica, fazzoletti e tovaglioli di carta, buste e sacchetti. Le stoviglie (comprensive di piatti e posate di plastica, bicchieri e cannucce) incidono invece per il 3% sul totale. Per quanto riguarda il packaging, dei 7.495 rifiuti appartenenti a questa categoria ben l’88% è riconducibile a packaging di tipo alimentare, ovvero alle bottiglie in vetro che incidono per il 17% (1.241 su 7.495), alle bottiglie in plastica (1.064, il 14%) e ai sacchetti di patatine, dolciumi e caramelle (646, il 9%)».
Ciafani conclude: «Questa edizione straordinaria di Puliamo il Mondo ci offre l’opportunità di porre vecchie e nuove questioni che richiedono risposte rapide e puntuali tanto a livello globale quanto locale. Da parte nostra e dei volontari che con rinnovato entusiasmo hanno reso possibili le iniziative in calendario anche nelle prossime settimane, restano immutati la voglia e l’impegno nel contribuire a rendere questo pianeta un posto migliore. Migliore in termini di salvaguardia del patrimonio ambientale, di inclusività, giustizia sociale, di normative adeguate da fare applicare e rispettare. Pulire il mondo, lo abbiamo ricordato anche con il format Puliamo il Mondo dai pregiudizi, significa liberarlo dai rifiuti materiali ma anche da tutte quelle barriere visibili e invisibili che alimentano discriminazioni e violenze e impediscono di godere del nostro Paese nella sua bellezza più autentica e nel suo tradizionale spirito di solidarietà».