Con Ribes soluzioni innovative per produrre energia idroelettrica salvaguardando la biodiversità fluviale
Un progetto europeo coordinato dal Politecnico di Torino per rendere la produzione di energia idroelettrica più sostenibile
[4 Novembre 2020]
L’Unione europea punta a incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, preservando al contempo la biodiversità dei corsi d’acqua, spinta da una parte dalla preoccupazione per la continua perdita di biodiversità e dalla necessità di misure urgenti per la salvaguardia degli habitat acquatici, e dall’altra impegnata nell’incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. «Due posizioni contrastanti che però possono trovare un punto di accordo grazie a soluzioni tecniche innovative per rendere maggiormente compatibili dighe e sbarramenti idroelettrici, responsabili dell’interruzione della continuità dei corsi d’acqua con un conseguente significativo impatto sull’ittiofauna e sugli ecosistemi fluviali».
E’ la sfida raccolta dal progetto europeo RIver flow regulation, fish BEhaviour and Status (RIBES), finanziato con oltre 4 milioni di euro nell’ambito dell’azione Marie Skłodowska-Curie e coordinato da Claudio Comoglio, docente del Dipartimento di ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino che spiega «L’obiettivo scientifico sarà comprendere la risposta dell’ittiofauna a diversi fattori di disturbo antropici connessi alla presenza di strutture in alveo, in modo da poter identificare innovative soluzioni per il ripristino della continuità fluviale. Una particolare attenzione sarà rivolta all’individuazione di soluzioni tecniche (e dei relativi criteri di progettazione e monitoraggio) che rendano maggiormente efficaci i “passaggi per pesci”, dispositivi volti a consentire alle diverse specie ittiche, ciascuna caratterizzata da diversi comportamenti, capacità natatorie e tempi di migrazione nell’arco dell’anno, di avere accesso alle porzioni d’alveo in cui sono presenti habitat fondamentali per il loro ciclo vitale, rese però inaccessibili dagli sbarramenti».
Il progetto RIBES prevede percorsi formativi rivolti a 15 giovani ricercatori e ricercatrici nell’ambito dei corsi di Dottorato in 8 Università (Italia, Svezia, Regno Unito, Germania, Estonia e Belgio) in cui ciascuno di loro svilupperà un progetto di ricerca individuale all’interno di un network europeo di Università, enti pubblici, società di consulenza e produttori idroelettrici.
Al Politecnico di Torino ieri hanno iniziato il percorso di dottorato di ricerca due giovani ricercatori, Usama Ashraf e Gloria Mozzi, che sotto la supervisione scientifica dei professori Claudio Comoglio, Costantino Manes, Paolo Vezza e Daniel Nyqvist, studieranno «la risposta delle specie ittiche autoctone alle variazioni delle condizioni idrodinamiche indotte dagli sbarramenti attraverso l’utilizzo innovativo di una canaletta idraulica sperimentale che, tramite il MovingLab, il laboratorio mobile sviluppato dal DIATI nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito, sarà direttamente utilizzata in campo lungo i corsi d’acqua piemontesi».
Comoglio ha concluso: «Questo innovativo programma di formazione e ricerca sarà realizzato in un network europeo multidisciplinare e intersettoriale, che comprende esperti ed esperte di biologia dei pesci, ecologia fluviale, meccanica dei fluidi ambientali e ingegneria idraulica, con l’obiettivo scientifico di chiarire il legame tra locomozione dei pesci e risposta comportamentale ai disturbi antropogenici, promuovendo lo sviluppo di nuove soluzioni per il ripristino della libera migrazione delle specie ittiche lungo i corsi d’acqua. Grazie alle attività che svilupperemo presso il Politecnico ci attendiamo sia di migliorare significativamente lo stato delle conoscenze scientifiche su diverse specie ittiche autoctone che di identificare soluzioni tecniche che contribuiscano ad interrompere l’attuale trend di rapido declino delle relative popolazioni».