Sorpresa: i pinguini Papua sono quattro specie, non una sola

Le differenze genetiche e fisiche delle popolazioni di pinguini papua rivela che non appartengono a una sola specie ma a quattro specie separate

[6 Novembre 2020]

Lo studio “Morphometric and genetic evidence for four species of gentoo penguin”, pubblicato su Ecology and Evolution da un team di ricercatori britannici e statunitensi guidato dal biologo Joshua Tylerdel Milner Centre for Evolution dell’università di Bath, i pigoscelidi comuni o pinguini Papua (Pygoscelis papua) «dovrebbero essere riclassificati come quattro specie separate». E’ una conclusione alla quale gli scienziati sono arrivati dopo aver analizzato le differenze genetiche e fisiche tra le popolazioni di pinguini Papua che vivono nell’Oceano Antartico e hanno y un areale circumpolare.

I pinguini Papua erano finora divisi in due sottospecie, Pygoscelis papua ellsworthi (South Shetland Islands/Penisola Antartica Occidentale) e Pygoscelis papua papua (Isole Falkland) che secondo il novo studio vengono elevati a specie e  Pygoscelis papua poncetii (South Georgia), chiamato così in onore di Sally Poncet, l’ambientalista australiana esperta di avifauna marina,  e Pygoscelis papua taeniata (Iles Kerguelen) che riprende la proposta di dare ai Pinguini Papua questo nome avanzata negli anni ’20 del secolo scorso.

Lo studio ha esaminato i genomi delle popolazioni di pinguini Papua che vivono nelle Isole britanniche e francesi nell’Oceano Atlantico meridionale, nell’Antartico e nell’Oceano Indiano meridionale e gli scienziati hanno utilizzato questi dati per creare un albero evolutivo per comprendere la relazione tra le diverse popolazioni. Quando hanno messo insieme i dati raccolti con le analisi di esemplari museali di ciascuna delle popolazioni, hanno trovato chiare differenze morfologiche e genetiche tra le quattro popolazioni.

Jane Younger dell’università di Bath, che ha condotto lo studio, sottolinea che «Per la prima volta abbiamo dimostrato che questi pinguini non sono solo geneticamente distinti, ma anche fisicamente diversi. I Papua tendono a rimanere vicini alle loro colonie d’origine e nel corso di centinaia di migliaia di anni si sono isolati geograficamente l’uno dall’altro, al punto da non incrociarsi tra loro, anche se potevano facilmente nuotare per la distanza che li separa». Infatti i pigoscelidi sono i pinguini più veloci del mondo.

La  Younger evidenzia che «Le quattro specie che proponiamo vivono a latitudini abbastanza diverse – ad esempio P. ellsworthi vive nel continente antartico mentre P. poncetii , P. taeniata e P. papua vivono più a nord dove le condizioni sono più miti, e quindi non sorprende che si siano evoluti per adattarsi ai loro diversi habitat».

Su The Conversation la Younger fa notare anche che  «Le quattro specie consumano anche diete diverse, con le specie più meridionali che mangiano più krill e meno pesce».

Tyler ha aggiunto: «A un occhio inesperto sembrano molto simili, ma quando abbiamo misurato i loro scheletri abbiamo riscontrato differenze statistiche nella lunghezza delle loro ossa e nelle dimensioni e forma dei loro becchi. E’ una storia simile a quella delle giraffe, che nel 2016 si sono rivelate essere quattro specie geneticamente distinte».

Il passaggio da 1 a 4 specie farebbe aumentare il numero di specie di pinguini conosciute da 18 a 21 e i ricercatori dicono che classificarli come quattro specie separate aiuterà a salvaguardarli meglio perché renderà più facile monitorare un qualsiasi calo del numero, perché se c’è un declino in una delle nuove specie cambierà lo status di minaccia di estinzione definito dalla Lista Rossa Iucn.

La Younger ricorda che «Attualmente i numeri dei pinguini Papua sono abbastanza stabili, tuttavia ci sono alcune prove che le popolazioni settentrionali si spostino più a sud man mano che il clima si riscalda, quindi dobbiamo osservarli da vicino». Anche se va detto che, tra tutti i pinguini, i pigoscelidi sono quelli che sembrano trarre maggior vantaggio dal riscaldamento climatico, che invece sta colpendo duramente altre specie. Ma le nuove scoperte fatte dallo studio evidenziano che la crescita numerica dei pigoscelidi  avviene prevalentemente all’interno della nuova specie P. ellsworthi nella penisola antartica. Mentre dagli anni ’80 non sono state effettuate valutazioni della popolazione per la South Georgia del Sud o per le isole Kerguelen. «Pertanto – conclude la Younger – lo stato di conservazione delle nuove specie P. poncetii e P. taeniata non è noto. Data la loro collocazione su isole isolate molto a nord della penisola antartica, quasi certamente stanno subendo effetti del cambiamento climatico diversi rispetto al prospero P. ellsworthi . Dato il cambiamento ambientale in corso nell’Oceano Antartico, lo status di conservazione di tutte e quattro le specie deve essere valutato con urgenza. Le estinzioni dovute ai cambiamenti climatici e alla perdita di habitat stanno avvenendo a un ritmo davvero allarmante. La scoperta di tre nuove specie di pinguini, probabilmente uno degli animali più amati sulla Terra, evidenzia quanto poco sappiamo ancora della straordinaria diversità della vita su questo pianeta. Dobbiamo continuare a cercare nuove specie per avere le migliori possibilità di preservare la biodiversità per le generazioni future. Senza questi sforzi, dovremo affrontare la perdita di specie che non sapevamo esistessero».

Lo studio è stato finanziato da: American Ornithological Society, Linnean Society, American Museum of Natural History e Evolution Education Trust. Oltre che dai ricercatori dell’università di Bath il team di ricerca era composto da scienziati Matthew T. Bonfitto della Loyola University – Chicago, Gemma Clucas  della Cornell University e Sushma Reddy  dell’università del Minnesota.

Le modifiche proposte alla classificazione dei pinguini Papua saranno riviste da un comitato internazionale di scienziati che valuterà tutte le prove nella letteratura scientifica prima che la nuova tassonomia venga accettata.