Troppe vittime negli incidenti stradali, soprattutto nelle aree urbane
In Italia 172.183 incidenti con 3.173 vittime e 241.384 feriti solo nel 2019
[16 Novembre 2020]
In occasione della Giornata mondiale della memoria per le vittime di incidenti stradali (domenica 15 novembre), che quest’anno ha avuto come tema “Ricorda. Supporto. Agire”, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «Ogni giorno in tutto il mondo, circa 3.700 padri, madri, fratelli, sorelle, figli, figlie, amici e colleghi perdono la vita sulle strade. La sicurezza deve essere al centro dei nostri sistemi di mobilità, altrimenti non saremo in grado di raggiungere l’ambizioso obiettivo di dimezzare il numero di persone uccise o ferite sulla strada entro il 2030».
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), gli incidenti stradali sono la principale causa di morte tra le persone di età compresa tra i 5 ei 29 anni. Nel 2018, un rapporto sulla situazione mondiale ha rilevato che il numero annuo di morti sulla strada ha raggiunto gli 1,35 milioni. Nel 2020, l’Oms ha ospitato e ospiterà una serie di eventi di social networking che evidenziano «La necessità di ricordare coloro che sono morti, supportare i sopravvissuti e agire per salvare vite umane sulle strade di tutto il mondo». L’Agenzia Onu avverte che «Gli effetti di questi incidenti sono avvertiti in modo sproporzionato da pedoni, ciclisti e motociclisti. La situazione è particolarmente grave tra le persone nei Paesi in via di sviluppo».
La visione che nel 2005 ha ispirato l’Assemblea generale dell’Onu a istituire la Giornata mondiale della memoria per le vittime di incidenti stradali era quella di fissare un giorno per riflettere sulle vittime e sulle loro famiglie. Altri obiettivi sono quelli di riconoscere il lavoro dei servizi di emergenza, richiamano l’attenzione sulla risposta alle vittime e agli infortuni sulla strada e a sostegno delle vittime di incidenti stradali e alle loro famiglie. La giornata punta anche a promuovere azioni per prevenire ed evitare danni alle persone.
Il rapporto dell’OMS sottolinea che «I progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e in particolare dell’SDG 3.6, volti a ridurre del 50% il numero di vittime per incidenti stradali entro la fine dell’anno, stanno procedendo piano». Eppure, il decennio d’azione per la sicurezza stradale 2011-2020 era stato proclamato proprio «per salvare milioni di vite rafforzando la capacità di gestire la sicurezza stradale».
Durante questo periodo, sono state definite diverse azioni per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali, dei veicoli, del comportamento degli utenti della strada e degli interventi dopo un incidente. Diverse agenzie Onu stanno anche organizzando la Settimana mondiale della sicurezza stradale, che mette in luce la situazione dei bambini sulle strade del mondo e incoraggia le azioni per migliorare le misure per i minori.
Guterres ha concluso così il suo messaggio: «In memoria delle vittime degli incidenti stradali, impegniamoci a reinventare il modo in cui viaggiamo per renderlo sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile per tutti, ovunque».
Nel 2019 in Italia si sono verificati 172.183 incidenti con 3.173 vittime e 241.384 feriti tra cui 35 vittime tra i bambini (sino a 14 anni), 158 tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Solo nelle strade urbane gli incidenti sono stati 127.000, 1.331 i morti e 168.794 i feriti. Il costo sociale nazionale calcolato dall’Istat è stato pari a 16,9 miliardi di euro, mentre per le sole città, dove si registra la maggior parte degli più incidenti anche se meno mortali, il costo sociale è stato stimato in 10,5 miliardi.
E’ da questi dati che nasce la decisione di Legambiente di aderire alla giornata internazionale dedicata alle vittime degli incidenti stradali e di dedicare il 16 novembre ad iniziative ed appuntamenti (anche virtuali) al tema della sicurezza stradale in decine di città d’Italia, tra cui Roma, Milano, Firenze, Torino, Napoli, Catania.
Legambiente ricorda che «Il “Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2020” lanciato nel 2010, aveva l’obiettivo di dimezzare la mortalità in strada entro quest’anno (quindi registrando non più di 2 mila vittime) e di azzerare quella dei bambini. Di fatto, però, nel 2019 abbiamo contato ben 3.173 tra cui 35 bambini. Quindi, l’obiettivo non verrà raggiunto, nonostante il lockdown, con l’85% in meno dei chilometri percorsi nei due mesi passati in casa questa primavera e la riduzione della mobilità indotta dalla pandemia».
Però, Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente, evidenzia che «Qualcosa sta cambiando, almeno dal punto di vista normativo. Da pochi mesi, con le nuove leggi d’emergenza varate a primavera e soprattutto con la riforma del Codice della Strada varata in settembre, i Comuni e i sindaci hanno nuovi poteri di intervento, che possono dare impulso decisivo alla sicurezza sulla strada con la costituzione delle “strade 30”, delle “zone scolastiche”, delle corsie ciclabili e i BiciPlan. D’ora in poi, in tutta la città la velocità massima di circolazione scende di 20 all’ora, con l’eccezione (non più la regola) di poche grandi strade a scorrimento veloce, che dovranno essere ben segnate e protette. Gli ottomila sindaci d’Italia hanno d’ora in poi la possibilità, oltre alla responsabilità, di abbattere drasticamente il rischio di incidenti mortali. Il governo invece, grazie al “Piano europeo di Rinascita e resilienza”, deve mettere a disposizioni delle città le risorse per mettere in sicurezza e ridisegnare le strade e le piazze dei centri abitati».
Infatti, il rischio di incidente mortale è direttamente proporzionale all’impatto: a 50 km/h è superiore al 50%, a 30 km/h meno del 10%. Il dossier “La sicurezza stradale nelle città” pubblicato dal Cigno Verde e basato sui dati Istat e geolocalizzazione degli incidenti della vigilanza urbana, cita l’indagine di Tommaso Sansone sulle “strade 30” di Torino: «Nel 2016 la frequenza di incidenti nelle “strade 30” è risultata del 66% inferiore alla media urbana. Se tutta la città di Torino venisse progressivamente trasformata in zona 30, con l’ovvia eccezione dei grandi viali a scorrimento veloce, il costo sociale degli incidenti stradali si abbatterebbe di 194 milioni di euro all’anno».
In occasione della giornata mondiale delle vittime della strada, oggi pomeriggio alle ore 18.00, si terrà l’incontro Italia vision zero, città italiane sostenibili e sicurezza stradale, in diretta sulle pagine Facebook di LegambienteLab, La Nuova Ecologia e Fondazione Luigi Guccione. Partecipano: Silvia Bruzzone – Istat, Anna Donati – Kyoto Club, Portavoce AMODO, Viviana Ferrero – Vicepresidente consiglio Città di Torino, Roberto Pallottini – Presidente consulta sicurezza stradale Comune di Roma, Andrea Colombo – Consigliere comunale Città di Bologna, Antonio Ragonesi – Responsabile Area sicurezza e legalità Anci, Angelo Sticchi Damiani – Presidente ACI. Introducono: Edoardo Zanchini – Vicepresidente Legambiente e Alfredo Giordani – Presidente Vivinstrada; modera Alessandra Bonfanti – Responsabile mobilità attiva Legambiente, conclude Giuseppe Guccione – Presidente Fondazione Guccione