Come la cristianizzazione medievale ha cambiato per sempre l’ambiente della Polonia

I cambiamenti ideologici e storici nella società umana e nelle economie possono cambiare radicalmente l’ambiente

[23 Novembre 2020]

Lo studio“How Joannites’ economy eradicated primeval forest and created anthroecosystems in medieval Central Europe”, pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori polacchi e romeni, rivela che  «I cambiamenti nella gestione del territorio introdotti all’inizio del periodo feudale nel XIV secolo hanno influenzato in modo significativo le foreste e le torbiere della Ziemi Lubuskiej. Uno dei principali cambiamenti è stata la significativa scomparsa della foresta originaria che ricopriva quell’area».

Commentando lo studio su The Conversation, Amanda Power,  che insegna storia medievale all’università of Oxford, ha sottolineato che «Pochi contesterebbero seriamente che le attività umane stiano causando il cambiamento climatico e distruggendo gli ecosistemi. È meno chiaro il motivo per cui le persone fanno queste cose nonostante ne conoscano le conseguenze e perché sembriamo incapaci di fermarci. La distruzione umana dei sistemi naturali non è una novità, né lo sono le ideologie e i sistemi politici ed economici che le guidano. Il nuovo studio  ha catturato un momento nella storia in cui una piccola società di persone è passata da un modo di vivere all’altro, trasformando di conseguenza il mondo che la circondava».

Il team guidato da Mariusz Lamentowicz e Katarzyna Marcisz dell’Uniwersytet im. Adama Mickiewicza di Poznań  e da Piotr Guzowski dell’Uniwersytet w Białymstoku ha analizzato i cambiamenti nella composizione delle piante e del polline nei vari strati di torba nella torbiera di Pawski Ług, una riserva naturale nella Polonia occidentale vicino alla città di Łagów, fondata all’inizio del XIII secolo e colonizzata dai Cavalieri Ospitalieri  di San Giovanni in Gerusalemmedi nel 1350. I ricercatori polacchi spiegano che «Analizzando la composizione dei diversi strati di torba, siamo stati in grado di trarre conclusioni sulle condizioni in cui si è formato ogni strato». Sulla base della presenza di polline di carpino negli strati più antichi e profondi di torba, gli autori hanno concluso che «Pawski Ług prima dell’insediamento dei Cavalieri di San Giovanni era una palude molto umida, circondata da una foresta vergine» e suggeriscono che «Le piccole quantità di carbone presente nella torba indicano che la foresta veniva regolarmente bruciata su piccola scala dalle tribù slave che abitavano l’area».

Ma con la cristianizzazione, durante il regno dei Cavalieri Ospitalieri, la maggior parte della terra fu data a lavoratori agricoli e trasformata in campi coltivati e gli autori dello studio hanno scoperto che «La scomparsa del polline di carpino era correlata a un aumento dell’abbondanza di polline di cereali, indicando l’avvenuta deforestazione per realizzare terreni agricoli, prati e pascoli intorno alle zone umide».  All’università di Adama Mickiewicza dicono che «La deforestazione potrebbe aver avuto un impatto sul livello delle acque sotterranee nella palude di Pawski Ług. L’aumento della percentuale di pino silvestre potrebbe aver portato a un aumento dell’acidità del terreno, favorendo lo sviluppo dei muschi di sfagno, che nel contempo hanno acidificato l’habitat, favorendo la formazione di torba a un livello ottimale dell’acqua. Le scoperte illustrano l’impatto diretto e significativo della trasformazione economica di Łagów da una comunità tribale a una feudale e sulla scomparsa della foresta primaria e la trasformazione delle paludi».

Insomma, l’arrivo del cristianesimo ha portato alla rapida distruzione di foreste incontaminate per fare spazio all’agricoltura cerealicola. La Power  conferma: «La deforestazione accelerò bruscamente quando la gestione della terra fu rilevata dall’Ordine di San Giovanni, cavalieri che avevano preso voti religiosi, combattuto nelle crociate e aiutato a cilonizzare l’Europa centrale e orientale».

I cavalieri Joanniti volevano massimizzare i profitti dei territori che avevano conquistato e credevano che fosse loro dovere morale e cristiano  “ripulire” i territori  renderli “produttivi”, per farlo incaricarono i contadini di sradicare alberi, rivoltare il terreno con pesanti aratri ed erpici di ferro e piantare cereali.

La ricerca è stata condotta nel Łagowsko-Sulęciński Park Krajobrazowy, una torbiera della Polonia occidentale protetta nel 1970 dal regime comunista. I carotaggi della torba e la datazione al radiocarbonio hanno permesso di stabilire una cronologia degli eventi grazie all’analisi di polline, spore, particelle di carbone, resti di piante e organismi unicellulari, fornendo prove dettagliate del cambiamento ambientale che è stto confrontato con i documenti scritti medievali e gli archivi documentari disponibili e  i resti archeologici dell’epoca joannita. Tutto questo ha permesso ai ricercatori di tracciare la distribuzione, la densità e le caratteristiche degli insediamenti umani medioevali.Ne è venuto fuori con grande chiarezza che c’è stata una rapida deforestazione che ha colpito le zone umide circostanti. «Dal 500 d.C. in poi – dice la Power – le prove alludevano a una foresta mista di latifoglie di carpini, querce, betulle, faggi, pini e ontani, che circondava una palude alcalina umida. Il numero di ciascuna specie di alberi e la densità della foresta apparivano sostanzialmente stabili fino all’arrivo dell’Ordine nel 1350. A quel punto, ci furono evidenti drastici cambiamenti. Le alghe verdi che prosperavano nella palude scomparvero del tutto intorno al 1400, per essere sostituite dal muschio di torba. I dati per la presenza del carpino, in precedenza l’albero più diffuso, insieme a betulla, faggio e ontano, sono drasticamente diminuiti nello stesso periodo. L’unico albero che prosperava era il pino, che predominava nei campioni mentre gli altri alberi scomparivano». I cereali, presenti prima dell’arrivo dei Cavalieri ospitalieri, sono aumentati improvvisamente dal 1350. I funghi coprofili, che crescono su sterco animale, che prima non erano distinguibili, fecero la loro comparsa intorno al 1400, in coincidenza con l’ascesa della zootecnia. «Nel frattempo – fa notare l’archeologa di Oxford – la distruzione delle vecchie foreste di latifoglie e la conseguente erosione del suolo causarono l’acidificazione delle zone umide della palude che alla fine si trasformarono in torbiere. La distruzione di un habitat ne ha alterato irrevocabilmente un altro. Quando l’Ordine arrivò nel 1350, ampliò il castello, costruì case per servi e artigiani e creò un centro commerciale per i villaggi circostanti. I registri scritti mostrano come la terra fosse parcellizzata tra i contadini che la lavoravano per i loro proprietari feudali, i Joanniti. I contadini dovevano finanziare chiese e preti locali. Sono state create grandi aziende agricole con nuove pratiche agricole come la rotazione delle colture su tre campi. Tutto ciò ha generato abbastanza denaro per sostenere i cavalieri aristocratici, insieme ai sacerdoti, la loro chiesa e forse altro ancora».

Lo studio ha ricostruito l’ecologia della regione di Łagów dal 500 d.C., ma le prove di insediamenti umani permanenti risalgono al 1300 a.C. Per più di due millenni, gli esseri umani erano riusciti a vivere nella Ziemi Lubuskiej senza disboscarla.«Cosa è cambiato?» si chiede la Power. E risponde: «Prima di tutto, le ideologie umane. Prima di essere inglobate nel Regno Cristiano di Polonia a partire dalla fine del X secolo, e senza dubbio per qualche tempo dopo, le comunità slave che vivevano nella zona erano “pagane” – un’etichetta peggiorativa utilizzata dalle autorità cristiane. Qualunque visione del mondo o pratica potesse definirle prima è stata cancellata così completamente e violentemente che non possiamo recuperarla con nessuna affidabilità. Sappiamo che, agli occhi dei cristiani, i pagani erano troppo vicini al mondo naturale, troppo f<deferenti verso gli alberi, le sorgenti, i fiumi e le rocce. L’immagine archetipica della conversione dei pagani a est del Reno è quella del monaco evangelizzatore, San Bonifacio, che abbatte un’antica e venerata quercia. In questa storia, la popolazione locale è così sgomenta e intimorita quando l’albero si schianta che si convertono immediatamente al cristianesimo. Bonifacio usa il legno dell’albero per fare una cappella. L’alleanza di guerrieri e missionari intenti a integrare la regione e le sue risorse naturali nell’impero franco ottiene un altro colpo propagandistico».

La ricercatrice britannica conclude: «In passato, la nostra comprensione della “cristianizzazione” dipendeva da queste storie celebrative. Hanno formato i miti fondanti dell’Europa moderna: un continente unificato attraverso la conversione a una religione condivisa e una cultura che si rifà alla Roma imperiale. Queste ideologie hanno sostenuto il successivo colonialismo europeo, collegando le nozioni di “progresso” e “illuminazione” con il rendere i territori redditizi per gli esseri umani. La loro potenza ci ha resi ciechi alla realtà. Questo studio dimostra in modo vivido e acuto che tali idee sono, e sono sempre state, inseparabili dalle loro conseguenze ambientali. Attraverso le sue scoperte, possiamo vedere i precisi effetti ecologici della sostituzione di un modo di vivere antico, sostenibile e “pagano” nelle foreste e nelle zone umide della regione di Łagów. Quello che pensavamo fosse un profitto risulta essere soprattutto una perdita».