Delitto ambientale nel Parco Regionale di Porto Conte: abbattuto un ginepreto secolare
La Forestale sarda sequestra di un'area disboscata accanto a un hotel, in un SIC e ZPS
[9 Dicembre 2020]
Il 7 dicembre, nel corso di una attività di perlustrazione e controllo nel Parco Regionale di Porto Conte, il comando della Stazione di Alghero del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione autonoma della Sardegna, ha rilevato a Capo Caccia «le tracce di una rilevante ed imponente attività di trasformazione del territorio attuata in danno di un soprassuolo caratterizzato dalla presenza di Ginepri secolari e numerosissime piante di Pino».
L’associazione ecologista Gruppo di intervento giuridico odv conferma che «In breve tempo, incredibilmente, è stato tagliato un ginepreto secolare sul mare di Porto Conte (Alghero), nell’area dell’Hotel Capo Caccia, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori capeggiata da Francesco Biasion, titolare del vicino “Condominio Eurotel Capocaccia”, altra struttura ricettiva che ha visto lustri di analoghi contenziosi giudiziari».
Secondo la community Facebook Sardegna Rubata e Depredata «Con un vero e proprio blitz hanno raso al suolo un bosco di ginepri secolari di un ettaro in un’area ad altissima tutela ambientale ricadente nel perimetro del Parco naturale Regionale di Porto Conte».
Il Corpo forestale sottolinea in un comunicato che «Considerata la gravità degli interventi e al fine di evitare che gli stessi venissero portati ad ulteriori ed estreme conseguenze, il Comandante dell’Ispettorato Forestale di Sassari, Giancarlo Muntoni, ha disposto l’immediato invio sul posto del NIPAF (nucleo investigativo di polizia ambientale forestale) del Corpo Forestale di Sassari affinché intervenisse per stroncare le attività in essere. I Forestali, giunti sul posto, hanno effettuato alcuni controlli nell’area rilevando il disboscamento totale effettuato su un bosco misto di Ginepri e Conifere eseguito per una porzione di circa un 6000 mq, in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica ed anche della valutazione di incidenza ambientale (Vinca). In particolare questo tipo di valutazione si rende necessaria perché il bosco è ubicato in area qualificata come Sito di importanza comunitaria (SIC Capo Caccia) e Parco regionale di Porto Conte. In queste aree la Valutazione di Incidenza ha la finalità di valutare gli effetti che un intervento può generare su questi siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Solo a seguito di dette verifiche, l’Autorità competente per la Valutazione di Incidenza potrà dare il proprio accordo alla realizzazione della proposta, avendo valutato con ragionevole certezza scientifica che essa non pregiudicherà l’integrità del sito».
Accertati gli abusi e per evitare ulteriori danni al bosco, i forestali sardi, hanno posto sotto sequestro penale l’area interessata dal taglio delle piante protette, il legname già tagliato e gli strumenti utilizzati e i responsabili »verranno denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazioni penalmente rilevanti in materia paesaggistico-ambientale (Art. 181, comma 1, D.lgs n. 42/2004)».
Il Gruppo di intervento giuridico spiega che «L’area costiera di Porto Conte rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione speciale –ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica».
Il direttore dell’Ispettorato Forestale, Giancarlo Muntoni, ha ricordato che «I Siti di Interesse Comunitario (SIC) contribuiscono in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie in uno stato di conservazione soddisfacente. Queste aree non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse, ma i soggetti privati, seppure proprietari dei siti, devono assicurarne una gestione sostenibile dal punto di vista ecologico ed economico. Cosa che in questo caso non è assolutamente avvenuta. Nessuno, in questo momento in vita, avrà la possibilità di rivedere quelle piante secolari di Ginepro, e questo deve darci veramente da pensare».
Il Gruppo d’Intervento Giuridico odv plaude all’azione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e assicura che «seguirà il relativo procedimento e, in caso di dibattimento penale, presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di esemplare condanna dei responsabili di un vero e proprio delitto ambientale».
Legambiente Alghero assicura che «Le associazioni ambientaliste operanti ad Alghero, Legambiente in testa, non permetteranno a nessuno di fare scempio della vegetazione naturale di Capo Caccia. Siamo in un’area di alto pregio ambientale che ė stata difesa da chi, nel secolo scorso, voleva trasformare l’intero Porto Conte in grande villaggio vacanze con porto ed aeroporto. Le associazioni hanno fortemente voluto, negli anni ’90, la nascita del Parco, anche se oggi vorrebbero che avesse un Piano del Parco approvato e una vigilanza più efficente. L’hotel Capo Caccia ė uno dei più belli dell’intera costa sarda. Costruito negli anni ’60 dalla società Parabola d’Oro, e frequentato allora dai vip, era in quegli anni allo stesso livello dei famosi alberghi della Costa Smeralda. Poi iniziarono i guai ed il solito copione cinematografico della speculazione. Cambiò la gestione e fu oggetto di un brutto e pesante aumento di volumetria. Poi le stanze divennero miniappartamenti e nacque un decennale contenzioso penale, risolto solo in tempi recenti con la conferma della vocazione alberghiera della struttura. Era perciò ora che l’hotel ripartisse, ma non offendendo la comunità algherese, non tagliando i secolari ginepri che sono un patrimonio botanico, e sono anche cultura e storia locale. Ginepri che ritroviamo negli antichi soffitti del centro storico. Ginepri che arricchiscono il paesaggio anche intorno all’albergo, dandogli un valore aggiunto. Tagliarli ė una follia ed una perdita anche per lo stesso albergo. Legambiente, se necessario, ė pronta a costituirsi parte civile per questo danno ambientale, e si fermerà solo quando verrà ripristinato, per quanto possibile, lo stato originario del luogo».
Il Sindaco di Alghero, Mario Conoci (Lega-PSd’Az – Centrodestra), ha scritto sulla pagina Facebook del Comune che si tratta di «Una attività sulla quale abbiamo attivato tutti i controlli e le verifiche, effettuata anche di notte e pare senza nessuna autorizzazione. Il cantiere è stato sottoposto a sequestro. Di certo, al di là delle opere edili, un danno ambientale enorme, in una area sottoposta a tutela integrale, all’interno del Parco Regionale di Porto Conte e individuata come Sito di Interesse Comunitario. Una cosa rispetto alla quale il Comune di Alghero, quale rappresentante della comunità algherese, è parte lesa. Nelle prossime ore proseguirà, insieme alle altre autorità, ogni verifica».
Dall’opposizione, Valdo Di Nolfo, consigliere comunale di Sinistra in Comune e vicepresidente della commissione urbanistica di Alghero, denuncia: «Assurdo che sia stato possibile uno scempio di questo tipo, in pieno parco regionale di Porto Conte e a due passi dal mare. E’ davvero possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Stiamo parlando di più un ettaro di piante secolari vincolate, agli autori farei pagare una multa milionaria ma che comunque non cancellerebbe lo scandalo». Agli autori farei pagare una multa milionaria ma che comunque non cancellerebbe lo scandalo», Di Nolfo ha annunciato una richiesta di accesso agli atti «Per sapere se e che tipo di autorizzazioni sono state concesse dal Comune di Alghero e credo che il Comune dovrebbe essere parte attiva della faccenda. Se fosse possibile dovrebbe denunciare, chiedere i danni e fare tutti gli atti possibili ed immaginabili perché la pena sia più severa possibile: la galera».
Sardegna Rubata e Depredata conclude: «A voler essere maliziosi, tale operazione di vandalica devastazione, ha tutta l’aria di essere una attività preparatoria alla tanto agognata colata di cemento promessa dalla Giunta Regionale Solinas che da settimane, (spesso col favore delle tenebre), spinge per l’approvazione del disegno di Legge Regionale n. 108 del 2020 avente come oggetto le disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente. Legge buona solo per soddisfare gli appetiti mattonari e cementificatori di imprenditori privi di scrupoli e politici conniventi e compiacenti».