I barbecue europei alimentano deforestazione e terrorismo nel mondo
Wwf: «Si deve presumere che da 1,6 a 6 milioni di metri cubi di legno potenzialmente illegale entri ogni anno nell'Ue sotto forma di carbone»
[15 Dicembre 2020]
A gennaio di quest’anno, sono state spedite in Germania dal Wwf Italia 23 diverse confezioni di carbone da barbecue, acquistate con metodo casuale presso 13 rivenditori. Solo 2 di queste confezioni recavano sull’involucro la lista delle specie legnose d’origine e solo una delle due recava informazioni complete. In 15 delle 23 confezioni il 65% del legno da cui origina il carbone è risultato di provenienza tropicale, con alto rischio di taglio illegale e sovrasfruttamento.
Sono questi i risultati dello studio commissionato dagli ambientalisti del Panda al Thunen Insitute for Wood Research tramite il quale il Wwf ha voluto fare luce su un mercato poco regolamentato ma certamente coinvolto nel problema della deforestazione e del degrado forestale, e non solo per quanto riguarda il mercato italiano.
Il centro di ricerca tedesco ha letteralmente passato al microscopio (tecnica della microscopia 3D a luce riflessa) 150 confezioni di carbonella di legna e briquette acquistati in 11 paesi europei tra ottobre 2019 e aprile 2020. Così 4.500 frammenti di carbone (30 per sacco) sono stati analizzati in un laboratorio di identificazione forense del legno per accertare le specie impiegate nella trasformazione e, dove possibile, la provenienza geografica. Infatti le analisi ad alta risoluzione hanno stabilito la proporzione dei diversi legni europei rispetto a quelli delle regioni subtropicali e tropicali, note per la deforestazione in atto da tempo. Il risultato complessivo dell’indagine anatomica è stato che la gran parte del carbone per barbecue (circa il 46%) in Europa è importato da paesi sub-tropicali e tropicali del pianeta, e tale percentuale sale a oltre il 60% per i paesi Spagna, Italia, Polonia e Belgio.
All’interno dello scenario europeo, con circa 65 mila tonnellate annue, l’Italia emerge come il 6° paese per consumo di carbone per barbecue, di cui indicativamente 28% proviene dall’interno dell’Unione e 72% da paesi extra-europei. L’Italia importa quasi il 20% in più della media europea un prodotto che proviene dalle foreste tropicali e subtropicali. Un quinto del carbone da barbecue proviene dalla Nigeria, il secondo produttore al mondo di carbonella, di cui gran parte di provenienza illegale e fonte di finanziamento di gruppi terroristici.
Dato che i Paesi europei consumano annualmente circa 1 milione di tonnellate di carbone da legna, 750 mila sono importati, principalmente da Ucraina, Nigeria, Cuba, Namibia, Russa, Indonesia e Paraguay. In molti di questi paesi la corruzione e la deforestazione sono fenomeni particolarmente diffusi per cui il rischio di cucinare bistecche dall’amaro sapore di reato ambientale è alto. Se la percentuale di carbone di legna ad alto rischio (proveniente da Ucraina, Nigeria, Paraguay) importato solo nell’Ue viene convertita in legno equivalente, si deve presumere che da 1,6 a 6 milioni di metri cubi di legno potenzialmente illegale entri ogni anno nell’Ue sotto forma di carbone di legna.
Che fare, dunque? Il Wwf sottolinea che, ad oggi, chi compra oggi carbonella non è in grado di poter verificare la provenienza chiaramente legale del prodotto, in mancanza di indicazioni geografiche e informazioni sul prodotto complete ed esaurienti sulle confezioni: al momento l’unica scelta utile del cittadino è dunque quella di consumare solo carbone per barbecue di cui il rivenditore fornisce sulla confezione complete informazioni rispetto alle specie legnose originarie e con l’etichetta Forest Stewardship Coucil-FSC attestante la gestione forestale responsabile della foresta.