Il più grande e innovativo programma di rigenerazione della fauna selvatica e del paesaggio nella storia dell'Australia. Un momento decisivo per il futuro
L’Australia un anno dopo i mega-incendi: 49 specie hanno perso più dell’80% del loro habitat (VIDEO)
Il Wwf lancia “Regenerate Australia” per recuperare la fauna selvatica e promuovere energie rinnovabili, innovazione e a zero emissioni
[18 Gennaio 2021]
Dalle ceneri dei devastanti incendi della scorsa estate, il Wwf Australia ha fatto nascere una visione audace: Regenerate Australia e dice che «Questa è un’opportunità per noi di ripristinare e rivitalizzare il nostro Paese per il futuro di tutti gli australiani dopo aver vissuto una perdita così straziante. Conosciamo l’entità dell’impatto che gli incendi hanno avuto sul nostro Paese. L’abbiamo sperimentato tutti in prima persona. Una crisi ambientale così estesa ci impone di rispondere su vasta scala, ma non possiamo farcela da soli. C’è bisogno del supporto di tutti noi. Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è che il business as usual appartiene al passato. Il nostro mondo, il nostro ambiente, la nostra stessa salute sono sempre più fragili».
Più di 15.000 roghi – che hanno bruciato soprattutto foreste e boschi ma anche terreni adibiti a pascoli e praterie- hanno impattato un’area totale di almeno 19 milioni di ettari (Filkov et al. 2020) in diversi Stati e rilasciato in atmosfera 900 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Gli effetti più devastanti sulle vite umane e sulla biodiversità si sono registrati in Australia orientale, con circa 12,6 milioni di ettari di foresta bruciati, fra cui il 54% delle foreste pluviali del Gondwana australiano (Queensland e New South Wales), l’81% della Greater Blue Mountains Area (NSW) e il 99% dell’Old Great North Road: tre siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità che custodiscono habitat e animali unici al mondo.
Secondo un primo studio del governo australiano, ben 191 specie minacciate hanno visto diminuire in maniera significativa il loro habitat. Tra queste, 49 ne hanno perso più dell’80%, 65 più del 50% e 77 oltre il 30%. A gennaio 2020, il professor Chris Dickman stimava che più di 1 miliardo di vertebrati erano probabilmente morti a causa degli incendi, ma un recente report del Wwf Australia ha aggiornato questa stima «a circa 3 miliardi, considerando i dati più recenti sulle densità delle diverse popolazioni di mammiferi (143 milioni), rettili (2,46 miliardi), uccelli (181 milioni) e anfibi (51 milioni), e tenendo conto degli animali colpiti indirettamente dagli effetti secondari del fuoco».
Gli ambientalisti australiani sottolineano che «Gli animali che sopravvivono all’azione del fumo e delle fiamme rischiano infatti di non sopravvivere a causa di una ridotta disponibilità di risorse alimentari e aree di rifugio, che si traducono in una maggiore competizione intra e inter-specifica e nell’aumento del rischio di predazione da parte di specie come i gatti domestici (Felis catus) e le volpi rosse (Vulpes vulpes), specie aliene introdotte dall’uomo. Si tratta di minacce a medio-lungo termine, che potrebbero aumentare il tasso di estinzione delle specie, già purtroppo alto, oltre a mettere a rischio ulteriori specie ed ecosistemi che prima non erano considerati minacciati. Solo fra i mammiferi, si stima che nelle aree distrutte dagli incendi vivessero 40 milioni di opossum e petauri, più di 36 milioni di antechini, topi marsupiali e altri insettivori, 5,5 milioni di ratti canguro, bandicoot, quokka e potoroo, 5 milioni di canguri e wallabies, 1.1 milioni di vombati, 114.000 echidna e circa 60.000 koala. Il 2019 è stato l’anno più caldo e secco mai registrato in Australia e le previsioni sul cambiamento climatico in corso suggeriscono che gli incendi si intensificheranno e si espanderanno, mentre si estenderanno le stagioni di siccità (Lewis et al. 2019). Ora più che mai, si deve considerare la mitigazione di queste catastrofi negli anni futuri come una priorità per la conservazione della biodiversità: per questo il governo ha deciso di impiegare 200 milioni di dollari per il recupero della fauna selvatica autoctona e degli habitat più duramente colpiti. Ma per quanto la cifra stanziata sia significativa, non basta ad avviare concretamente il programma di prevenzione e recupero di cui ha bisogno l’Australia».
In questi mesi, il Wwf Australia ha intrapreso un progetto di ascolto con le comunità indigene e quelle colpite dagli incendi boschivi. «Ci hanno detto cosa ci vorrà perché il nostro Paese si riprenda – spiegano gli ambientalisti – Abbiamo riflettuto a fondo, ci siamo consultati ampiamente e abbiamo ascoltato. Queste parole hanno plasmato la nostra visione sia per le persone che per la natura».
Ne è nato Regenerate Australia, un programma quinquennale da 300 milioni di dollari per aiutare a ripristinare la fauna selvatica e gli habitat, ringiovanire le comunità colpite dagli incendi, promuovere un’agricoltura sostenibile e rendere il nostro Paese a prova di futuro».
Il programma di ripristino e rigenerazione del Wwf Australia prevede 4 progetti chiave: Koalas forever per raddoppiare il numero di koala sulla costa orientale dell’Australia entro il 2050;
Verso 2 miliardi di alberi per arrestare la perdita di biodiversità e proteggere e ripristinare l’habitat autoctono; Nazione rinnovabile per cambiare l’Australia e per un futuro low-carbon e farla diventare una potenza per l’esportazione di energia rinnovabile; Innovare per rigenerare: mobilitare le menti più brillanti per trovare le soluzioni più brillanti per un’Australia a prova di futuro.
Al Wwf Australia dicono che «Questo programma può essere realizzato solo collaborando con una serie di partner straordinari con un pensiero innovativo. Comunità locali, governi, proprietari tradizionali, ONG, scienziati, imprese, innovatori, investitori e fondazioni: tutti hanno un ruolo importante da svolgere».