La Giornata mondiale delle zone umide e i 50 anni della Convenzione di Ramsar
Costa: cittadini e governi devono fare la propria parte per la salvaguardia del pianeta. Le proposte di Wwf e Legambiente
[2 Febbraio 2021]
Oggi è il World Wetlands Day, la Giornata mondiale delle zone umide, che coincide con il 50esimo anniversario della Convenzione di Ramsar e il ministro dell’ambiente Sergiuo Costa spiega che «Il Trattato di Ramsar sulla protezione internazionale delle zone umide fu varato nel 1971, un anno prima della grande Conferenza delle Nazioni unite sull’ambiente umano di Stoccolma, la prima volta che le nazioni di tutto il mondo si riunirono per parlare di ambiente. Quegli uomini e quelle donne ebbero una straordinaria intuizione. Furono dei veri pionieri a cui oggi deve andare la nostra gratitudine se quelle aree sono arrivate fino a noi».
Per zone umide la Convenzione intende le paludi e gli acquitrini, le torbiere, i bacini di acqua dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità durante la bassa marea non supera i 6 metri.
Il wwf ricorda che, grazie alla convenzione, in 50 anni sono state protette 2.000 zone umide in tutto il mondo, per una superficie di oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati, un’area grande quanto il Messico. L’importanza delle zone Ramsar – ed il loro ruolo a sostegno della resilienza delle nostre società – emerge ad esempio dalla capacità di questi ambienti di regolare il regime delle acque proteggendo l’uomo da inondazioni, siccità e altri disastri ambientali, fornendo acqua, cibo e mezzi di sussistenza a milioni di persone, supportando una ricca biodiversità e garantendo habitat ad una flora e ad una fauna caratteristiche di questi ecosistemi.
In Italia ci sono 65 zone Ramsar, 9 delle quali ancora in corso di perfezionamento, per un totale di oltre 80.000 ettari in 15 Regioni. Al ministero dell’ambiente ricordano che «La loro estensione può essere molto variabile: dai 12 ettari dello Stagno Pantano Leone in Sicilia fino ai 13.500 ettari delle Valli residue del comprensorio di Comacchio in Emilia-Romagna o degli 11.135 ettari dell’area Massaciuccoli – Migliarino – San Rossore in Toscana. Le Regioni in cui le aree Ramsar sono più numerose ed estese sono l’Emilia-Romagna con 10 aree, (23.112 ettari), la Toscana con 11 aree (20.756 ettari) e la Sardegna con 8 aree per una superficie di 12.572 ettari».
Il Wwf ricorda fra questi siti ci sono anche le Oasi Wwf di Orbetello, Burano, Le Cesine, Bolgheri, Torre Guaceto e Lago di Angitola, ma che « Nonostante questo, nell’ultimo secolo il 64% delle zone umide del nostro Paese è stato distrutto, il 41% dei fiumi italiani presentano uno stato di conservazione inadeguato e l’80% dei nostri laghi non presenta un buono stato ecologico come previsto dalle norme Europee: segno che c’è ancora tantissima strada da fare per difendere il nostro capitale naturale».
Costa aggiunge: «La Convenzione di Ramsar per mezzo secolo ha assicurato il quadro di riferimento globale a tutela di queste aree e delle loro specificità e per promuovere programmi e azioni coordinate che ne hanno consentito la conservazione e la valorizzazione. Oggi più che mai è necessario preservarle. La Giornata internazionale delle zone umide che si celebra oggi, e che quest’anno coincide con il cinquantenario del Trattato, non ha un valore solo simbolico ma serve a richiamare tutta la nostra attenzione sul delicato equilibrio della natura che quest’anno saremo chiamati a salvaguardare come co-organizzatori della Conferenza mondiale sul clima. I grandi accordi internazionali sull’ambiente richiedono un impegno costante e prolungato nel tempo sia a livello di governi locali che di coscienze individuali».
Legambiente che oggi lancia una campagna social di Legambiente per sensibilizzare sull’importanza delle Zone Umide, spiega che «Basta scattarsi dei selfie con i cartelli inviati (chi non potesse recarsi potrà usare una vecchia foto cui aggiungere i cartelli) e pubblicarla sulle pagine social del circolo (FB, Instagram, Twitter), taggando Legambiente ONLUS e aggiungendo gli hashtag: #ZoneUmide #ChangeClimateChange e #RestoreWetlands.
Il Cigno Verde evidenzia che «Le attività antropiche hanno un impatto negativo sulla natura a un ritmo da cento a mille volte più veloce della media degli ultimi 10 milioni di anni con una perdita di biodiversità che minaccia la capacità degli ecosistemi planetari di fornire i servizi da cui l’umanità dipende. La perdita di habitat, l’inquinamento diffuso, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, i crescenti impatti delle specie aliene invasive, i cambiamenti climatici sono i fattori chiave della perdita di specie e degrado degli habitat. Anche se spesso non si pone adeguata attenzione alla perdita di biodiversità causata dagli effetti del cambio climatico, gli effetti della pandemia Covid -19 dovrebbe aiutare a comprendere quanto ecosistemi fragili siano meno efficaci a contenere il salto di specie all’origine dello sviluppo di virus letali e di pandemie. Il nostro futuro e il benessere del Pianeta dipendono dalla capacità di proteggere la natura: aumentando l’estensione delle aree protette, restaurando le aree degradate, integrando la conservazione e il valore della natura nei settori produttivi, riducendo le minacce ed i rischi naturali e combattendo gli effetti del cambio climatico. Ma, nonostante siano note le cause e siano condivise le contromisure, le strategie fin qui messe in atto per frenare la perita di biodiversità sono ancora del tutto insufficienti».
Ecco i 10 impegni e proposte di Legambiente per gli ecosistemi acquatici per il decennio 2020/2030:
1. Realizzare nuove aree protette, far crescere le piccole zone umide adottate dai cittadini e aumentare le Zone Ramsar per raggiungere l’obiettivo del 30% di territorio protetto; 2. Rafforzare la tutela della biodiversità acquatica e migliorare la sinergia tra le norme nazionali e le Direttive comunitarie (Habitat, Uccelli, Acque e Alluvioni); 3. Migliorare l’integrazione e la gestione unitaria delle aree protette, i siti della Rete natura 2000 e le Zone Ramsar e realizzare una rete di enti gestori degli ecosistemi acquatici; 4. Tutelare il capitale naturale e garantire l’erogazione dei servizi ecosistemici dei corpi idrici superficiali migliorando del 50% il loro lo stato di conservazione; 5. Ridurre l’inquinamento degli ecosistemi acquatici migliorando la depurazione, le captazioni e gli impianti idroelettrici e riducendo del 50% l’uso di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura; 6. Applicare in maniera stringente le norme nazionali ed europee per prevenire gli impatti delle specie aliene invasive degli ecosistemi acquatici; 7. Ripristinare gli ecosistemi acquatici degradati e realizzare infrastrutture fluviali sostenibili per contribuire a ripristinare almeno 25.000 Km di fiumi a scorrimento libero in Europa; 8. Migliorare la conoscenza e l’applicazione di buone pratiche di gestione degli ambienti umidi e la diffusione di processi partecipativi come i contratti di fiume e di lago; 9. Contrastare le illegalità ambientali, il bracconaggio e la pesca illegale e applicare esperienze virtuose di pesca sostenibile e favorire la crescita di aree no-kill nella pesca sportiva; 10. Sostenere la bioeconomia circolare degli ecosistemi acquatici e la loro valorizzazione turistica attraverso aiuti e agevolazioni per le giovani imprese e la crescita dei green jobs.
Legambiente organizza da 10 anni in tutta Italia appuntamenti in presenza e online per celebrare il World Wetlands Day. Ecco quelli del 2021:
In Basilicata, oggi Legambiente Policoro (MT) organizza un laboratorio online sulle dune dell’arco ionico e le zone umide nella Riserva regionale Bosco Pantano. In Calabria, domenica 7 febbraio, un gruppo di soci di Legambiente Sila effettuerà una visita in sicurezza al Lago di Ariamacina (CS). Alla scoperta virtuale del Lago d’Averno e del Lago di Lucrino, a Bacoli (NA) in Campania, con il Virtual Tour flegreo organizzato oggi e sabato 6 febbraio da Legambiente Città Flegrea, in collaborazione con le scuole; sabato 6 sarà anche la volta della messa in posa di alberi e piante al Lago Fusaro, a cura di Legambiente Campi Flegrei. Tra le varie iniziative in Emilia Romagna, domenica 7 febbraio il Raggruppamento GEV Legambiente Ravenna organizza un servizio di vigilanza ambientale dell’oasi naturalistica di Punta Alberete. In Friuli Venezia Giulia, domani 3 febbraio, escursione virtuale ai laghetti delle Noghere, in località Muggia, sulla pagina Facebook di Legambiente Trieste. Nel Lazio, in programma oggi una visita all’area naturalistica di Vallone Cupo nel Bosco di Foglino, a cura del circolo Le Rondini Anzio-Nettuno (RM), e un’escursione ai laghi del Parco del Circeo, organizzata dal Circolo Larus di Sabaudia (LT). In Lombardia, tra le varie iniziative, previste oggi un’escursione alla scoperta del Ticino, a cura di Legambiente Pavia Il Barcè, e una visita alle zone umide nel Plis dei Mulini e del Roccolo, dove i volontari di Legambiente Parabiago (MI) effettueranno una pulizia ambientale.
Nelle Marche, visite guidate oggi alla Riserva naturale regionale della Sentina, a cura del circolo di Legambiente San Benedetto del Tronto (AP), per l’osservazione degli anatidi che stazionano nei laghi. In Molise, convegno-dibattito dal titolo “L’area delle Sorgenti San Martino, perché è importante tutelarla?” con cui Legambiente Isernia punta a sensibilizzare la cittadinanza alla conoscenza di patrimonio minacciato da un progetto dannoso. In Piemonte, Legambiente Verbano sarà oggi presente in un’area interessata da un progetto di riqualificazione e tutela di sette torrenti immissari nel medio-basso Verbano Piemontese. In Puglia, alla scoperta della più grande area umida d’Italia e del Mediterraneo, venerdì 5 febbraio, con il Virtual Tour della Salina di Margherita di Savoia (BT), a cura del circolo locale di Legambiente; e ancora il 6 febbraio, Legambiente Bari organizza un’escursione alla scoperta della zona umida in città, mentre il 7 febbraio Legambiente Gallipoli (LE) sarà impegnata in una passeggiata naturalistica nell’area umida di Li Foggi, tra avvistamenti d’avifauna e attività di citizen science; sempre domenica 7, Legambiente Leverano organizza una passeggiata alla scoperta delle zone umide di Leverano fra Vore e canali (LE), durante cui sarà effettuata anche una pulizia. Sabato 6 febbraio, in Sardegna, i circoli di Legambiente Cagliari e Legambiente Assemini organizzano un convegno online sul tema “L’influenza del cambiamento climatico sulle zone umide”.
In Sicilia, venerdì 5 febbraio sarà la volta de “L’Isola Umida”, presentazione online dello stato dell’arte delle zone umide siciliane, con un confronto su alcune esperienze di tutela e conservazione, organizzata da Legambiente regionale. In Toscana, tra le varie iniziative, domenica 7 febbraio Legambiente Montepulciano Terra e Pace organizza “Uniamo le Riserve”, escursione per iniziare la segnaletica di un sentiero che unisce i laghi di Montepulciano, Lucciolabella e Pietraporciana; il 6 febbraio Legambiente Valdera, Capannori e WWF propongono PuliAmo il Palude, escursione nell’area Ramsar Ex lago e Padule di Bientina; e ancora, oggi il Parco nazionale Arcipelago Toscano lancia il contest fotografico della Zona Umida di Mola, dedicato agli animali delle zone umide elbane. Sempre oggi, in Umbria, Legambiente Perugia organizza un censimento delle zone umide urbane da associare a un contest fotografico. In Veneto, tra le varie iniziative, in programma oggi una videoconferenza sull’importanza delle zone umide a cura del CEA della Saccisica di Piove di Sacco (PD), in collaborazione con Legambiente Medio Brenta e LIPU; Legambiente Maserada propone invece reportage fotografici e video e un flash mob presso le risorgive del Grande Fiume Piave (TV); sabato 6 febbraio, infine, giornata di pulizia dell’area umida Alzaia Pescantina/Settimo (VR) lungo il fiume Adige, a cura di Legambiente Valpolicella.