Anev chiede una «tempestiva e profonda revisione» del Pnrr

Il mondo delle rinnovabili guarda alla Transizione ecologica del Governo Draghi

Coordinamento Free: «Partire dalla necessaria e indispensabile semplificazione degli iter autorizzativi»

[15 Febbraio 2021]

Per Livio de Santoli, presidente del Coordinamento Free – la più grande associazione italiana nel campo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica del nostro Paese – quella annunciata dal Governo Draghi «è una transizione ecologica che non si annuncia per niente facile. È ottimo il coordinamento delle attività concentrate in un ministero nuovo, ma proprio per questo gli obiettivi devono essere chiari, precisi e l’azione deve essere chirurgica».

Secondo de Santoli «l’innovazione tecnologica ci offre la grande opportunità d’uscire rapidamente dall’era fossile puntando su efficienza e rinnovabili. Auspichiamo che il ministro per la Transizione ecologica sappia cogliere queste opportunità senza tentennamenti, a partire da una rapida revisione del Piano nazionale energia e clima (Pniec) che deve essere adeguato ai nuovi target europei di riduzione delle emissioni e di crescita delle rinnovabili e che deve prevedere gli strumenti per raggiungere quegli obiettivi a partire dalla necessaria e indispensabile semplificazione degli iter autorizzativi».

Su questi fronti l’Italia ha infatti maturato un gigantesco ritardo. Esattamente un anno fa l’ormai ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa ammetteva che il Pniec – consegnato a Bruxelles poco più di un mese prima – andava già «rivisto» ma in questi dodici mesi non è successo. In compenso le installazioni di nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili proseguono a una velocità da lumaca, o più nel dettaglio a un ritmo che è 1/6 di quello stimato come necessario a raggiungere i target previsti per il 2030. Tanto che il Coordinamento Free ha già documentato come, proseguendo così, per traguardare il già modesto Pniec dovremmo attendere oltre mezzo secolo di ritardo, ovvero il 2087.

Sulla stessa linea d’onda l’Anev, ovvero l’Associazione nazionale energia del vento: «Benissimo la scelta del Ministero per la Transizione Energetica, lo chiedevamo da anni tra lo scetticismo di molti – dichiara il presidente Simone Togni – ora tuttavia bisogna dare al neo ministro Cingolani tutti i poteri per realizzare questa opera imponente e urgentissima. Non sarà facile e per vincere questa sfida dovrà evitare di ragionare con gli schemi che fino ad oggi ci hanno fatto fallire su questo tema. Il settore eolico e in generale quello delle fonti rinnovabili hanno bisogno di semplificazione urgente e profonda per poter raggiungere gli obiettivi necessari a combattere i mutamenti climatici e de carbonizzare il nostro Paese».

Il primo banco di prova sarà il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): «La sua tempestiva e profonda revisione a favore di iniziative realmente innovative e che realizzino il bene del Paese piuttosto che di poche aziende sarà la prima sfida da vincere verso un reale cambio di passo dell’Italia», concludono dall’Anev.