Draghi impegna il Governo a inserire lo sviluppo sostenibile nella Costituzione
ASviS: «Giustizia intergenerazionale come base giuridica generale per orientare le politiche pubbliche»
[18 Febbraio 2021]
Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente oggi sul pianeta senza compromettere la possibilità di quelle future di soddisfare i propri: dal rapporto Brundtland (1987) in avanti la definizione di sviluppo sostenibile è condensata tutta qui, e presto dovrebbe trovare posto anche nella Costituzione italiana, come confermato ieri da Mario Draghi.
Dopo il discorso programmatico che in serata ha portato il premier a incassare un ampio voto di fiducia al Senato – 262 sì, oggi si attende il bis alla Camera –, Draghi ha infatti ribadito l’impegno alla modifica costituzionale: «Questo Governo conferma l’impegno di andare nella direzione dell’inserimento in Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile sui cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge».
L’impegno alla modifica costituzionale è una delle proposte di bandiera dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) fin dalla sua nascita cinque anni fa: oggi il suo portavoce (Enrico Giovannini) è il nuovo ministro delle Infrastrutture e la volontà di inserire lo sviluppo sostenibile in Costituzione è confermata.
«Esprimiamo la nostra piena soddisfazione per l’impegno, ribadito dal presidente del Consiglio Mario Draghi, a inserire lo sviluppo sostenibile in Costituzione, come proposto dall’ASviS – commenta il presidente dell’Alleanza, Pierluigi Stefanini – Il suo discorso programmatico va nella direzione di una svolta storica per il futuro del nostro Paese e delle nuove generazioni».
Dall’ASviS valutano infatti molto positivamente il discorso programmatico del presidente Draghi, dove di fatto ha ripreso alcuni temi chiave dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, firmata dall’Italia nel 2015: parità di genere, giovani generazioni, scuola, crisi climatica, sfida ambientale, lotta alle disuguaglianze, attenzione ai diritti civili. E nella replica arrivata in serata ha appunto ribadito l’impegno alla modifica costituzionale.
Le parole sono ormai tutte (o quasi) al posto giusto, ma quel che conta resta la prova dei fatti e su quella andrà misurata la bontà del nascente esecutivo.