Oltre a tutte le competenze del Mattm ne assorbe altre, principalmente sull’energia
È nato ufficialmente il ministero della Transizione ecologica
Cingolani: «Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici»
[26 Febbraio 2021]
Il ministero dell’Ambiente da oggi non c’è più, per lasciare il posto ad un altro dicastero già annunciato dal premier Mario Draghi: il ministero della Transizione ecologica (Mite).
Il Consiglio dei ministri convocato oggi alle 12.30 ha infatti approvato il decreto legge “Ministeri”, definendo “disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (Presidenza, Ambiente e tutela del territorio e del mare, Beni culturali e Turismo, Infrastrutture e trasporti, Sviluppo economico, Innovazione tecnologica e transizione digitale)”.
Il nuovo dicastero dedicato alla Transizione ecologica – fanno sapere dal ministero – assorbe «oltre a tutte le competenze dell’ex ministero dell’Ambiente, anche alcune delle competenze chiave nel processo della transizione ecologica, inerenti principalmente il settore dell’energia. In quest’ottica è previsto il passaggio nella nuova struttura di alcune Direzioni del ministero dello Sviluppo economico». Per il momento però non è dato sapere quali con precisione, perché il decreto non è ancora stato pubblicato ufficialmente.
«Oggi il Consiglio dei ministri ha decretato la nascita del Mite – commenta intanto il neo ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha già delineato lo spirito e le quattro priorità del suo lavoro – e parte quel percorso di costruzione che vede il Governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione. Tutte le politiche afferenti a questo obiettivo primario faranno riferimento al Mite: quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile, la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Senza dimenticare la mission storica del ministero: la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, la conservazione delle aree naturali protette e della biodiversità, l’economia circolare, le bonifiche, la difesa del territorio e la lotta ai danni ambientali. È una sfida imponente, e tutto il Governo è impegnato a lavorare per portarla a termine. Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici».