Anbi, vaste aree di Abruzzo e Molise sono a «rischio siccità estrema»
I dati confermano «l’accentuarsi del regime torrentizio dei principali corsi d’acqua, cui si deve rispondere, creando nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia ed una rete in grado di trasferire acqua fra territori»
[1 Aprile 2021]
È noto da tempo come il 20% dell’Italia, sotto la spinta della crisi climatica in corso, sia a rischio desertificazione, sebbene dai sondaggi paradossalmente non emerga grande preoccupazione da parte dei cittadini. Ignorare i problemi però non porta a risolverli, come mostra la tendenza in corso lungo la costa adriatica.
L’anno scorso l’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica (Anbi) lanciò l’allarme sul rischio desertificazione dell’area, allarme che adesso si rincara: «Vaste aree di Abruzzo e Molise sono a rischio siccità estrema – dichiarano dai Consorzi di bonifica– ad indicarlo è l’European drought observatory e la tendenza è confermata dai dati del report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche».
Come spiega il presidente Anbi, Francesco Vincenzi, i dati confermano «l’accentuarsi del regime torrentizio dei principali corsi d’acqua, cui si deve rispondere, creando nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia ed una rete in grado di trasferire acqua fra territori che, anche a breve distanza, possono avere condizioni radicalmente diverse».
Si tratta di problemi ormai evidenti, che non riguardano più solo le aree tradizionalmente più colpite – in Sicilia ad esempio è a rischio desertificazione il 70% del territorio – ma anche il nord del Paese. Continua ad esempio in questi giorni la decrescita delle portate anche nel fiume Po, particolarmente evidente nel mese di marzo, soprattutto a causa dei mancati apporti idrici dai torrenti appenninici: dagli inizi del mese la portata si è quasi dimezzata ed è ben al di sotto della media di periodo (-45%).
«Siamo in avvio della stagione irrigua, ancora caratterizzata da forti escursioni termiche pur con temperature in rapido rialzo – chiosa Massimo Gargano, direttore generale Anbi – Lo stato delle disponibilità idriche indica sofferenza, pur lenita dal progressivo scioglimento delle nevi montane, per uno dei “giacimenti” dell’agricoltura italiana di qualità, quale l’Emilia Romagna, dove fondamentale per l’irrigazione si conferma il ruolo del canale C.E.R. In prospettiva deve indurre a riflessione il trend di crescente aridità lungo la dorsale adriatica, il cui deficit idrico viene aggravato dalla pressione antropica, soprattutto durante i mesi estivi. Per questo sono necessari interventi».