Il Regno Unito fissa l’obiettivo di riduzione di gas serra più ambizioso del mondo: meno 78% entro il 2035
Friends of the Earth UK: impegni importanti, ma senza le giuste politiche non verranno raggiunti. Laburisti: Boris Johnson fa solo greenwashing
[22 Aprile 2021]
Il governo conservatore del Regno Unito ha annunciato che fisserà per legge l’obiettivo più ambizioso al mondo in materia di cambiamenti climatici: entro il 2035 ridurrà le emissioni del 78% rispetto ai livelli del 1990. Un annuncio che arriva a ridosso del Leaders Summit on Climate convocato oggi dal presidente Usa Joe Biden e che vuole evienziare la leadership climatica britannica in vista della 26esima Conferenza delle parti Unfccc che si terrà a Glasgow a novembre.
In una nota, l’ambasciata del Regno Unito in Italia ricorda che «In vista della COP26, che il Regno Unito organizza in partnership con l’Italia, il governo di Boris Johnson sta esortando i Paesi e le aziende di tutto il mondo a lavorare affinché si possano conseguire emissioni nette zero a livello globale entro la metà del secolo, al fine di mantenere il riscaldamento di 1,5 gradi a portata di mano. In linea con la raccomandazione del Comitato indipendente per il cambiamento climatico, il sesto Carbon Budget britannico limita il volume dei gas serra emessi in un periodo di cinque anni dal 2033 al 2037, portando il Regno Unito a più di tre quarti della strada necessari per raggiungere lo zero netto entro il 2050. Il Carbon Budget assicurerà che la Gran Bretagna rimanga in corsa per smettere di contribuire al cambiamento climatico, restando coerente con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C e proseguire gli sforzi verso 1,5° C». Per la prima volta, il nuovo Carbon Budget britannico include la quota del Regno Unito delle emissioni del trasporto aereo e marittimo internazionale, una parte importante degli sforzi di decarbonizzazione che permetterà di contabilizzare queste emissioni in modo coerente.
Il governo britannico sta già lavorando per mantenere l’impegno preso per ridurre nel 2030 le emissioni di almeno il 68% rispetto ai livelli del 1990, si tratta dei Nationally determined contributions più ambizioso di riduzione preso finora da una grande economia. Il nuovo annuncio si basa su questo obiettivo per raggiungere una riduzione del 78% entro il 2035. Il nuovo obiettivo diventerà legge entro la fine di giugno, con l’approvazione della legislazione che stabilisce gli impegni del governo britannico.
Secondo il presidente della COP26 Unfccc, Alok Sharma, «Questo è un passo avanti estremamente positivo per il Regno Unito e stabilisce un gold standard per un’azione ambiziosa allineata a Parigi. Esorto gli altri Paesi a tenere il passo in vista della COP26 a Glasgow. Dobbiamo mantenere collettivamente 1,5 gradi di riscaldamento a portata di mano e il prossimo decennio è il periodo più critico per invertire la pericolosa rotta che stiamo seguendo. Gli obiettivi a lungo termine devono essere sostenuti da piani credibili, e la definizione di questo sesto bilancio del carbonio focalizzato su Net Zero si basa sul quadro giuridico leader a livello mondiale nel nostro Climate Change Act. Se vogliamo affrontare la crisi climatica e salvaguardare i mezzi di sussistenza e la natura per le generazioni future, dobbiamo agire insieme».
Annunciando il nuovo obiettivo del meno 78%, Boris Johnson ha sottolineato che «Vogliamo continuare ad alzare l’asticella nell’affrontare il cambiamento climatico, ed è per questo che stiamo fissando l’obiettivo più ambizioso al mondo per tagliare le emissioni. Il Regno Unito sarà la patria di imprese pionieristiche, nuove tecnologie e innovazione green mentre progrediamo verso le emissioni nette zero, ponendo le basi per decenni di crescita economica sostenibile, creando così migliaia di posti di lavoro. Vogliamo che i leader mondiali seguano il nostro esempio e si uniscano a noi nell’innalzare il livello di ambizione in vista del vertice sul clima COP26, perché potremo costruire di nuovo più verde e proteggere il nostro pianeta solo agendo insieme».
Johnson ha annunciato anche che al Leaders Summit on Climate esorterà gli altri Paesi ad «Aumentare l’ambizione nell’affrontare il cambiamento climatico e ad unirsi al Regno Unito nel fissare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni entro il 2030 per allinearsi al net zero».
Molto critico Ed Miliband, il ministro ombra per il business del Labour Party; secondo il quale «L’atteggiamento di questo governo sul cambiamento climatico è ora chiaro: obiettivi che non saranno attuati. Quindi, mentre qualsiasi rafforzamento dei nostri obiettivi è la cosa giusta da fare, non ci si può fidare din un governo che abbina la retorica alla realtà. I ministri non sono riusciti a portare avanti un’ambiziosa ripresa ecologica, ignorando tre importanti eventi fiscali per farlo. Stanno flirtando con le proposte di una nuova miniera di carbone in profondità, hanno eliminato il vitale schema di ristrutturazione degli alloggi e sono fuori strada per i nostri obiettivi net zero. Abbiamo bisogno di un governo che tratti l’emergenza climatica come l’emergenza che è. Questo significa un’ambizione maggiore di quella di questo governo, insieme a un’azione molto più decisa. Quest’anno, in qualità di ospite della COP26, il Regno Unito ha la responsabilità particolare di guidare il mondo e mostrare la via da seguire per un futuro più verde. Questo governo non è all’altezza del compito».
Un altro che non è molto convinto dagli impegni presi da Johnson è Connor Schwartz, climate campaigner di Friends of the Earth UK, che ha commentato: «Gli obiettivi per la riduzione delle emissioni sono importanti, ma senza le giuste politiche non saranno raggiunti. Il governo del Regno Unito sta già faticando per raggiungere i suoi obiettivi climatici esistenti e meno ambiziosi. Il governo di Boris Johnson potrebbe voler mostrare la sua leadership globale prima del cruciale vertice sul clima di quest’anno, ma con il suo sostegno alle nuove strade e all’espansione dell’aeroporto e l’enorme sostegno finanziario per un mega progetto del gas in Mozambico, non sarà preso sul serio».